Mercato ittico Rimini – Non ci sono notizie, né buone né cattive. Il progetto del nuovo mercato ittico della più grande marineria dell’Adriatico, quella di Rimini, non riesce ad andare avanti. Nonostante le rassicurazioni della politica agli operatori del settore, nonostante un avanzato stato dei lavori progettuali, tutto rimane fermo al palo.
La questione è in ballo dal 2005. Da allora sono stati presentati progetti (alcuni sono stati prima accettati e poi invalidati) sono stati spesi soldi, parecchi soldi, da parte di privati (i soci della Cooperativa Lavoratori del Mare). Nell’estate del 2013 quando sembrava che qualcosa si stesse per muovere Giancarlo Cevoli, il presidente della cooperativa che ci ha messo 500mila euro si diceva molto preoccupato della situazione di stallo. “Ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta concreta. Noi qui mandiamo avanti il mercato ittico da oltre 60 anni, con una convenzione che si rinnova ogni anno. Se si rimane in questa struttura bisogna investire dei soldi, altri 100mila euro, per la messa in sicurezza, perché non siamo a norma. Facciamo girare ogni giorno 150 commercianti, produciamo un fatturato di oltre 10milioni di euro. Ma per l’immobilità del Comune rischiamo di perdere anche i fondi comunitari”.
In quella fase si pensava si stesse a buon punto, visto che, la partita della costruzione del mercato ittico era stata separata da quella della riqualificazione della riva sinistra del porto.
Luglio 2016, contattiamo Cevoli per sapere come procede la questione, visto che in zona porto di Rimini nulla sembra essere cambiato. “Bungiorno De Rubeis, siamo sempre noi, eh!”. “Cevoli, cosa succede? Con questo mercato ittico andiamo avanti oppure no?”. E la sua risposta è no. Negli ultimi due anni e mezzo nulla si è mosso, non sono stati ripresi in mano i progetti. Non si è discusso di possibili date d’inizio lavori, non si è detto nulla sul mercato attuale e soprattutto sulla riqualificazione della zona sinistra del porto e sulla messa in sicurezza dello scalo d’alaggio.
Sì, perché in mezzo a questa partita è stata tirata dentro anche la messa in sicurezza della zona adiacente ai cantieri che viene utilizzata per mettere in mare le barche, a lavori conclusi, e viceversa. In quest’area, infatti, i bracci che dovrebbero sostenere le barche sono di legno fradicio; le gru si muovono liberamente senza fare tanto caso a chi passa di sotto. Tutt’intorno, essendo un luogo di lavoro, ci sono chiodi, travi, bidoni di vernice aperti e tanta sporcizia.
Un possibile punto di svolta? Le cose potrebbero cambiare proprio in questi giorni. Lo scorso 7 marzo, infatti, la Regione Emilia Romagna ha reso noto che grazie al Feamp, il Fondo Europeo per gli affari marittimi e la pesca, arriveranno 39,5 milioni di euro, da qui al 2020, da investire in vario modo nel settore della pesca. Nella nota si legge: “Le risorse Ue assegnate all’Emilia-Romagna ammontano a quasi 19,8 milioni di euro. Con il cofinanziamento statale (35%) e quello della stessa Regione (15%) il settore potrà contare da qui al 2020 su 39,5 milioni di euro, circa 24,5 milioni in più rispetto al periodo 2007-2013. L’agenda dei lavori prevede ora l’uscita del previsto decreto Mipaaf e, a seguire, l’avvio del confronto con i diversi portatori di interesse – a partire dalle associazioni dei pescatori – per arrivare alla predisposizione e apertura dei bandi”.
In quell’occasione il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi parlò di “risultato storico frutto dell’azione di un intero territorio”.
Il tesoretto è stato ripartito per priorità d’intervento, la prima (11,2 milioni) è relativa alla pesca sostenibile e competitività. In questo calderone ci finiscono: “attività per garantire un maggior equilibrio tra la capacità di pesca e la salvaguardia degli stock ittici (tra cui incentivi per la demolizione dei pescherecci e per il fermo pesca), bandi per diversificare il reddito degli operatori; investimenti per migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza; il potenziamento e il consolidamento delle infrastrutture portuali; l’innovazione di prodotto e di processo; misure di efficientamento energetico”.
I punti relativi alla messa in sicurezza del lavoro e il potenziamento e il consolidamento delle infrastrutture portuali fanno ben sperare rispetto al futuro del mercato ittico.
Dagli uffici tecnici del Comune di Rimini confermano che: “Nei mesi scorsi la Cooperativa Lavoratori del Mare ha consegnato al Comune il progetto definitivo del nuovo Mercato Ittico che è stato sottoposto all’esame degli uffici comunali competenti (Lavori Pubblici ed Urbanistica) per verificarne la completezza tecnico-amministrativa. Il progetto definitivo è un elemento essenziale della procedura di Accordo di Programma, che insieme alla convenzione disciplinerà i rapporti tra Comune e Cooperativa”.
Gli altri elementi dell’accordo sono in fase di elaborazione e definizione e interessano molteplici aspetti e competenze: riguardano infatti la gestione del mercato all’ingrosso comunale, l’utilizzo di un’area di proprietà comunale, l’affidamento della costruzione e gestione del mercato, i rapporti col Demanio Marittimo, con la Regione per le attività portuali, con la Capitaneria di Porto ed infine l’accordo per la trasformazione e riqualificazione urbanistica dell’area dell’attuale sede del mercato, di proprietà della cooperativa. “I fondi possono essere utilizzati – continuano da Palazzo Garampi – per questo motivo una rappresentanza della Cooperativa e del Comune di Rimini ha partecipato la settimana scorsa all’incontro organizzato dalla Regione per illustrare il prossimo bando. A seguito dell’incontro in Regione, venerdì scorso (24 giugno) si è svolta una riunione in Provincia proprio sulla programmazione e gestione di tali fondi, riunione a cui ha partecipato anche il Comune di Rimini. I rapporti con la Cooperativa sono puntualmente coordinati con l’Amministrazione e si sviluppano seguendo lo svolgersi delle diverse opportunità, ricercando congiuntamente le possibili fonti di finanziamento e lavorando alla definizione delle complesse procedure tecnico-amministrative”.
In questo periodo di disamore nei confronti dell’Europa, questa potrebbe essere una buona notizia che arriva proprio dal Parlamento di Bruxelles a sostegno delle economie del territorio.
Adesso bisogna mettersi a lavoro, creare progetti, partecipare a bandi per accaparrarsi parte del denaro messo a disposizione. Per la serie: aiutiamoci che l’Europa ci aiuta!
Angela De Rubeis