PALLAVOLO La 19enne andrà a giocare al ‘Lindsey Wilson College’
Da Rimini all’America passando per Riccione. Con l’obiettivo di laurearsi in Criminologia e, allo stesso tempo, di giocare a pallavolo, “la mia passione più grande”. Nel frattempo, la scorsa settimana, si è diplomata al liceo ‘Einstein’ in Scienze Applicate. Protagonista di questa bella avventura è Matilde Stefanini, 19 anni compiuti lo scorso 20 gennaio, ‘libero’ della Lasersoft Riccione, in B2. Una decisione la sua maturata nel corso degli ultimi anni quando si è resa conto cosa volesse fare del suo futuro. Matilde frequenterà il ‘Lindsey Wilson College’ nel Kentucky, lo stato a sudest degli Stati Uniti, con 4 milioni di abitanti.
Matilde, prima di addentrarci nella tua scelta di vita, raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinata alla pallavolo?
“Avrò avuto 9 o 10 anni, non ricordo con precisione. Fino a quel momento avevo fatto solo nuoto al Garden, ma mi ero un po’ stancata. Così, un pomeriggio, parlando con mio padre Francesco, è venuta fuori questa opzione. Lui ha giocato a Riccione e quindi mi ha raccontato un po’ di cose e ne sono rimasta fin da subito affascinata. E così mi sono avvicinata alla Pgs Omar che era la società vicina alla scuola che frequentavo, i Salesiani. È stato subito amore a prima vista. Amo questo sport svisceratamente. A 14 anni sono andata alla Stella in serie D, poi ho fatto, sempre in D, un anno all’Athena, sono tornata alla Stella, questa volta in C e poi nella passata stagione ho vestito la maglia della Lasersoft Riccione in B2”.
Hai sempre fatto il libero?
“No, all’inizio giocavo in palleggio, poi per svariate situazioni mi hanno spostato nel ruolo di libero e mai scelta fu più azzeccata”.
Cosa ti piace di più di questo ruolo?
“ Tutto, in modo particolare la responsabilità che hai nel cercare di mettere la palla sulla testa della palleggiatrice. Cosa che è tutt’altro che facile. Ecco perché è un ruolo dove conta tantissimo anche l’aspetto psicologico e proprio su questo aspetto ho lavorato tantissimo negli ultimi anni”.
Se posso, perché hai scelto di lasciare l’Italia così giovane?
“ Semplicemente perché proprio alla mia età credo sia giusto vedere cosa c’è là fuori. Ho voglia di conoscere nuove persone, nuove culture, nuovi modi di pensare che possano andare ad arricchire il mio bagaglio
personale. Mi sono guardata un po’ intorno e ho capito che l’America poteva essere il luogo ideale per coltivare le mie passioni: lo studio e la pallavolo. Grazie ad alcuni amici ho scoperto il College Life Italia che dal 2013 rappresenta il principale ponte istituzionale tra Italia e Stati Uniti nel mondo dello sport e dell’istruzione, con più di 150 milioni di dollari in borse di studio sportive e accademiche ottenute e 1.500 ragazzi assistiti in 16 sport differenti. Mi hanno detto di fare dei video relativi alla pallavolo che poi sarebbero stati sottoposti a diversi college. Ho ricevuto almeno cinque proposte, alla fine quella che mi ha convinto di più è stata la proposta del Lindsey Wilson College e della Blue Raiders che è la loro squadra di pallavolo che attualmente è campione del suo Stato. Ho già avuto diversi colloqui con l’allenatrice che mi ha spiegato un po’ di cose e non vedo l’ora di confrontarmi con questa nuova realtà. Mi ha fatto molto piacere anche ricevere messaggi dalle mie nuove compagne di squadra: sono state tutte carinissime, mi hanno detto che per qualsiasi cosa posso fare affidamento su di loro”.
E la pallavolo è sistemata. Invece cosa studierai?
“Criminologia, l’altra mia grande passione. In Italia non c’era un corso di laurea ad hoc e quando ho saputo che al Lindsey c’era questa opportunità, ho detto subito sì. Fortunatamente avendo le borse di studio ho tutto pagato”.
Domanda banale, ma doverosa: non ti mancheranno famiglia e amici?
“ Certo che mi mancheranno, anche perché la mia è una famiglia bella ampia, siamo in cinque: mio padre Francesco, mia mamma Alida, mio fratello Filippo che è il più grande e poi ci siamo io e il mio gemello Tommaso. E mi mancheranno anche gli amici. Però grazie a Internet le distanze si accorciano, certo non ci sarà il contatto fisico, ma al momento la voglia di provare queste novità vince su tutto”.