È stato uno dei personaggi che maggiormente ha contribuito alla storia culturale e civile di Rimini. A lei, Maria Massani, Rimini deve alcune delle più notevoli istituzioni educative e culturali del secondo Novecento. Tra queste, la Fondazione “Igino Righetti”, nata negli anni Sessanta del secolo scorso e tuttora attiva nei settori della formazione e animazione culturale, e la Scuola Superiore di Studi Turistici, la prima, vivace “scintilla” dell’Università a Rimini. Quella che nel 1956 poteva essere considerata la prima scuola d’italiano per stranieri in Italia, si è sviluppata per un decennio sotto la direzione dell’Università di Bologna, coinvolgendo numerosi studenti da tutto il mondo.
Di questa donna coraggiosa e lungimirante (nata il 13 novembre 1897 e morta il 16 aprile 1990), che ha significato molto per la città e la chiesa di Rimini, il Ponte e Guaraldi editore oggi rieditano l’unico suo romanzo, scritto alle soglie dei quarant’anni, ristampato una dozzina d’anni più tardi e poi (colpevolmente) scomparso nell’oblio. Tra l’arco e il ponte è una bella prova della Massani, un romanzo di formazione e d’amore, in mezzo a scritti di altro genere.
Sulla sua formazione ha avuto una influenza decisiva la partecipazione al Circolo romano della Fuci (Federazione universitari cattolici italiani), dove negli anni Venti ebbe modo di incontrare tanti futuri protagonisti della vita della Chiesa e della società italiana. In particolare, “è nota e feconda l’amicizia della Massani con Giovan Battista Montini, il futuro papa Paolo VI, con il quale rimase anche in seguito sempre in amicizia e in corrispondenza. Peccato che gran parte delle missive che i due si scambiarono sia andata perduta” ha rilevato il prof. Pier Giorgio Grassi, presidente della Fondazione “Righetti”, che si è occupato con profitto anche delle vicenda umana e intellettuale della Massani.
Sempre a Roma ebbe modo di conoscere meglio anche un altro intellettuale cattolico riminese, Igino Righetti, con il quale Maria Massani intraprese un bel tratto di strada. Stretti furono i rapporto di amicizia anche con altri “campioni” come Giorgio La Pira e Giuseppe Lazzati.
Profonda conoscitrice delle Lettere di San Paolo, la cui eco si riverbera in molti suoi scritti, la Massani si è sempre dedicata con passione e anche con una certa costanza, alla letteratura, all’arte e all’impegno nel sociale. In particolare, la professoressa era molto abile nel riunire le persone e nel motivarle all’azione.
Va ricordata inoltre anche l’assistenza materiale e culturale alla quale si prodigò attraverso lo studentato, recentemente ristrutturato al numero 63 di via Cairoli: in questo stabile è attualmente ospitata l’aula magna “Maria Massani” dedicata appunto alla sua fondatrice.
Merita uno spazio a parte il lungo capitolo dell’incontro con Alberto Marvelli di cui, per prima, la Massani intuì le straordinarie doti umane e anche spirituali. Lo ebbe come allievo al Liceo classico “G. Cesare” e mantenne rapporti con lui anche in seguito, fino a collaborare nell’istituzione del Movimento dei laureati cattolici nel dopoguerra, con iniziative di grande respiro per la città. Insieme rilanciarono anche l’università Popolare intitolata a Righetti (dopo la prima fondazione avvenuta negli anni Venti), con l’intento di porsi come ambito di approfondimento culturale di ispirazione cristiana, aperto al confronto.
La Massani fu la prima biografa di Marvelli, ne intuì la profonda spiritualità e contribuì a mantenere viva l’attenzione nei confronti di questa figura di spicco in anni in cui rischiava di non essere compresa come meritava. Un merito non da poco – e neppure l’unico – per la Massani.
Tommaso Cevoli