Ci si abitua a tutto, anche al peggio. Per conferme chiedere ai riminesi che ai titoloni sui giornali riguardanti scarichi, fogne e inquinamento del mare, ci hanno fatto ormai il callo. Dallo storico “Ora tutti sappiamo”, datato 1990, agli odierni “Bagni a rischio”, “Fogne a cielåo aperto” per arrivare al recentissimo “Il mare puzza”. Ultimamente i toni polemici sono rivolti agli attori del pubblico risanamento e cioè Hera e il Comune, bocciati per l’annosa incuria delle opere sempre promesse e mai realizzate per mancanza di fondi.
Quello dell’inquinamento è un tema scottante, ma ricorrente, che coinvolge un po’ tutti noi, visto che molti riminesi lavorano in attività che ruotano attorno all’enorme ingranaggio-business che muove tutta la riviera e la sua attrattiva principale: il mare. Periodicamente si fanno previsioni in vista dell’estate e a fine-stagione arrivano i bilanci. E ora è tempo di tirare le somme. Proprio per questo è stata indetta una serata, organizzata da Corrado Paolizzi (Il Cuore di Rimini e La Rimini che vorremmo su Facebook) all’ex quartiere di fronte all’Infermi. Relatori, Mauro Stambazzi (Direttore di Arpa) e gli assessori Roberto Biagini (Demanio), Jamil Sadegholvaad (Igiene e Sanità) e Sara Visintin (Ambiente).
I numeri. Le tabelle ufficiali parlano chiaro: sono 19 i giorni di bagni vietati su 110 di stagione, quasi un 20%!
“Dopo l’apertura degli sfioratori – spiega Stambazzi – le giornate di divieto sono state 4 in maggio, 1 in giugno, 5 in luglio, 1 in agosto e 8 in settembre. Questi divieti temporanei non riguardano tutta la riviera, ma i tratti interessati dagli sfioratori aperti per eccesso di piogge. Del resto dopo 30 anni sono cambiati i riferimenti europei e nazionali, ora vige una nuova normativa, anche sulle acque di fiumi, laghi e sulle sotterranee. Stato, Regione e Comune devono gestire la qualità di tutte queste acque”.
Ma come vengono definite le acque?
“Con degli aggettivi: scarse, sufficienti, buone, eccellenti”.
Chi stabilisce la durata della stagione e dell’attività balneare?
“Le date le stabilisce un’ordinanza e la stagione va dal 5 aprile al 7 ottobre. Nel calendario è previsto un campione pre-stagione e 6 durante, uno ogni trenta giorni circa. Quest’anno un’ordinanza del sindaco ha previsto che, durante l’apertura degli sfioratori a mare, scatti il divieto temporaneo di balneazione, e per 24 ore dopo la chiusura, per 300 mt a sud e a nord dello sfioratore”.
Come si materializza il divieto?
“La Polizia municipale appone dei cartelli in zona e i salvataggi devono issare la Bandiera Rossa assieme alla Bianca”.
Qualche altro sistema?
“Sì. C’è anche il sito Arpa che mette in tempo reale le informazioni per i bagnanti”.
Peccato – intervengano dal pubblico – che prima di trovare le informazioni bisogna cliccare ben 14 volte!
Terminati gli interventi dei relatori è stata la volta di domande e considerazioni. Della serie: le campionature dove vengono effettuate? Dove si fa il bagno? Oppure… Avete mai sentito parlare di psicosi collettiva che scatta dopo il divieto? E, a proposito di informazione, chiarezza e trasparenza, ma secondo voi noi ci mettiamo a guardare le bandierine se vogliamo fare il bagno?
La denuncia. C’è spazio anche per una denuncia. Arriva da Paolo Vinci, albergatore riminese.
“Ma voi ci siete mai stati in riva al mare dopo l’apertura degli sfioratori? Sapete cosa si trova la mattina, prima che passino a sistemare? Delle pantegane grosse come gatti, topi morti, ogni sorta di liquami e feci galleggianti. Uno spettacolo ributtante! Quando, in Comune, decideranno di intervenire sul sistema fognario?”.
Dati alla mano, ha proseguito Stambazzi, la parte del leone la fa l’Ausa: in quel punto avvengono il 40-50% degli scarichi. “Per fortuna i controlli quest’anno li abbiamo avuti con il bel tempo!”.
Chiamata in causa, l’assessore all’Ambiente, Sara Visintin ha speigato che cosa si sta facendo, e cosa si è già fatto, per migliorare il sistema fognario.
“La tutela del mare – sottolinea Sergio Giordano, dell’associazione Basta Merda in Mare – occorre averla per tutto l’anno, non solo in estate”.
Laura Prelati Carboni