Valentina è una giovane mamma e a 28 anni è già alla seconda gravidanza. Ha accarezzato questo sogno per molto tempo e finalmente Arianna è nata. La piccola non presenta alcun problema alla nascita e il parto è andato meglio del previsto, così Valentina comincia ad attaccare al seno la piccola Arianna, come fece con Luca, il primogenito. Ma Arianna non ne vuole sapere, rifiuta di succhiare al seno della sua mamma che perde generosamente fiumi di prezioso latte. Con i suoi occhi vispi e il faccino roseo, curioso e paffutello, Arianna la guarda negli occhi e dopo qualche istante, si stacca. Valentina non si perde d’animo, ritenta senza costringere la piccola al suo seno. Chiede consiglio al Consultorio come aveva già fatto per Luca.
“Ogni tanto riprovi, senza forzarla però!” le dicono “Se vuole darle il suo latte occorre che se lo aspiri tutte le volte col tiralatte”. E Valentina si fida del consiglio, affitta un moderno tiralatte che convoglia la poppata direttamente nel biberon; lo avvicina alle labbra della piccola Arianna che avidamente succhia tutto il contenuto. La costanza e l’impegno premiano questa mamma, che non si è arresa alla prima grossa difficoltà e per più di 9 mesi ha allattato Arianna col suo latte, in maniera esclusiva, adottando questo sistema. Il tempo passa, le poppate si diradano e viene il tempo dello svezzamento. Valentina chiede ancora consiglio al Consultorio “Posso aggiungere il biscottino nel biberon dove c’è il mio latte?”. “Ma a nove mesi ancora allatta? Non mi è mai capitato ma penso proprio di sì. È perfetto!”.
Un altro consiglio, un’altra storia di una vita che cresce e continua, ogni giorno diversa, tutti i giorni nuova e importante, unica.
Valentina è una delle tante mamme che, dall’inizio della gravidanza, si è appoggiata con fiducia al Consultorio Celle (telefono 0541 747604 aperto tutti i giorni dalle 10 alle 14 per residenti ed extracomunitarie) chiedendo consigli, frequentando corsi, facendo ecografie, visite ostetriche, facendosi guidare nel difficile mestiere di mamma.
Tra il dire ed il fare
“I risultati delle indagini – ci spiega Daniela Daniele, Ostetrica e responsabile del progetto Percorso Nascita presso il Consultorio Ausl – ci dicono che le mamme dichiarano un’altissima propensione ad effettuare personalmente l’allattamento (il 95% si esprime favorevolmente) ma in seguito tutte non mettono in pratica l’intenzione. Un altro dato riguarda le mamme che effettivamente allattano, che si attestano ad un buon 81%, ma solo il 58% allatta al seno in modo esclusivo. A sei mesi dalla nascita si verifica un ulteriore crollo; al rientro a casa dopo il parto possono insorgere dei problemi”.
Perché quello materno?
“L’alimentazione ideale dei primi sei mesi di vita del bambino è costituita indubbiamente dal latte materno, esso infatti non solo possiede un nutrimento difficilmente eguagliabile, ma racchiude proprietà antinfettive e protettive nei confronti di alcune malattie allergiche. È importantissimo precisare che i rapporti fra madre e bambino, che si vengono a stabilire grazie all’allattamento al seno, sono rilevanti per la formazione di complessi equilibri psicoemotivi e non si esauriranno nei pochi mesi dell’allattamento, ma sono destinati a durare nel tempo e forse ad improntare gran parte della vita di entrambi. Inoltre si riducono le complicanze post-parto e si vedranno i benefici in lunga prospettiva perché le donne che hanno allattato a lungo e per più figli, presentano un’incidenza minore di tumore alla mammella e alle ovaie”.
Il latte materno allora è il nutrimento migliore?
“Senza dubbio, è un alimento dinamico e si adatta al mutare delle esigenze nutrizionali del bambino: fornisce energia e sostanze necessarie per la crescita, indispensabili per il suo sviluppo”.
Ma quando è nato il progetto Percorso nascita e cosa prevede?
“È un percorso legato a leggi e piani sanitari nazionali e regionali (l’ultima direttiva regionale è del 21 luglio 2008) che si effettua in tutto il distretto Ausl; dal 2000 organizzo, coordino e integro in sinergia tutti i vari reparti (Ospedale, Consultorio, Sert, Simap) e ciò serve per dare continuità assistenziale alla donna da quando rimane incinta a quando diventa madre; è un vero e proprio programma di sostegno all’allattamento al seno per donne in difficoltà o straniere; inoltre si prevede assistenza alla gravidanza, al parto e alla cura del neonato. Abbiamo anche una forte collaborazione col reparto di Neonatologia. La continuità assistenziale viene effettuata con i corsi di accompagnamento alla nascita che noi facciamo nei consultori a cui accedono il 51% delle donne in gravidanza, dopo la nascita si programma un lavoro di formazione con gli operatori di neonatologia e il personale del reparto ostetricia, e, per una migliore formazione sull’allattamento, c’è il corso dell’Unicef che prevede almeno le prime 18 ore del corso base. Abbiamo approntato un libricino che contiene alcuni consigli pratici sull’allattamento e lo abbiamo preparato proprio per unificare le nostre modalità di intervento e per avere un testo che può aiutare le mamme, corredato dagli indirizzi e numeri di telefono dei consultori per trovarci più facilmente”.
Quindi l’organizzazione non si esaurisce con i soliti consigli?
“C’è l’altro 48% delle donne che non ci conosce. Non è affatto vero che l’allattamento al seno sia così semplice ed istintivo; occorre che mamma e bambino imparino a conoscersi e ci vuole del tempo. C’è il famoso periodo della calibrazione dove imparano a percepire uno la presenza dell’altro. Se il parto è andato bene, l’assistenza ospedaliera copre le prime 48 ore. Molte volte quando la puerpera rientra a casa si trova sola col suo bambino e sempre più spesso oggi le giovani mamme non hanno l’aiuto della famiglia come succedeva un tempo. Se alla dimissione dall’ospedale va tutto bene viene detto alla neo mamma di venire in consultorio e per coloro che non sono mai venute viene chiesto se possiamo contattarle telefonicamente per sapere se hanno bisogno. Se ci danno l’ok, la caposala del Nido ci invia fax con i nominativi delle mamme che hanno accettato di essere contattate, alle quali noi telefoniamo. Diamo tutti i nostri recapiti, il nostro appoggio e la nostra disponibilità, dicendo ciò che viene offerto loro”.
Questo servizio viene dato a tutte le partorienti o solo alle mamme in difficoltà o straniere?
“A tutte. Nei casi particolari, se una mamma non sta bene o insorgono problemi, si va a domicilio con l’assistente sociale e verifichiamo la situazione. Noi siamo sempre disponibili e le mamme ripongono fiducia in noi, cosicché diventiamo un punto di riferimento importante. Siamo vigili, controlliamo la relazione mamma-bambino anche dopo il parto perché si verificano frequentemente casi di depressione post-parto e spesso le donne depresse si nascondono, fanno fatica a venire ai servizi perché stanno molto male, così le facciamo convergere, almeno tre volte, ai Gruppi mamma-bambino. Qui prestiamo servizio in ginecologia, pediatria, ostetricia, o presso l’assistente sanitaria e stiamo pensando di creare altri gruppi con la mediatrice culturale”.
Fino a quanti mesi consiglia di allattare in maniera esclusiva?
“Se possibile fino ai 6 mesi. Se la mamma deve rientrare al lavoro dopo tre mesi dal parto, lei aumenta la produzione del latte che può essere riposto nel freezer (anche per 3 mesi) chi accudisce il piccolo userà questo latte senza problemi di dosi o misurini anche se la mamma non è in casa. Consigliamo di togliere il latte in eccesso e conservarlo se la mamma è motivata e vuole continuare con l’allattamento esclusivo anche se lavora, e si organizza in questo modo”.
Altre pratiche?
“Allattare dovrebbe essere piacevole e gratificante invece a volte diventa difficoltoso. Molte volte la mamma ha paura che il piccolo non mangi a sufficienza, così consigliamo di non fare più la doppia pesata, prima e dopo la poppata, perché diventa una pratica inutile e anche un po’stressante. Il bambino si pesa una volta alla settimana, e può succhiare quanto latte vuole perché può gradire il poco e spesso; con l’allattamento al seno è il bimbo che stimola la produzione materna e nei primi tempi la madre può allattare dalle 8 alle 12 volte al giorno e più. Con questo tipo di allattamento non esistono regole e schemi fissi, inoltre spieghiamo alle mamme che se il piccolo è ben alimentato avrà anche un pannolino ricco di pipì. Ce ne deve essere una certa quantità; una delle cose che insegniamo alle neo-mamme è di osservare certi segnali e questo significa che il neonato è ben idratato, la sua pipì non è concentrata per cui non soffrirà di ittero”.
Quali sono le domande che le madri le rivolgono più spesso?
“È una vita nuova che nasce e palpita dentro il nostro essere donna e le domande sono infinite! Sorgono spontanei tanti quesiti: sarò capace di prendermi cura del mio piccolo? Come e quando lo devo allattare? Sarà doloroso? Cosa devo fare in caso di ragadi? Avrò latte a sufficienza? Devo evitare alcuni cibi? Quali farmaci posso prendere? Come si fa a cambiare il pannolino? E se mi si ingorga una mammella, sarà abbastanza nutriente? A tutte queste e tante altre domande cerchiamo di dare un risposta chiara, esauriente, facendole sentire meno sole”.
Laura Prelati