All’inizio del 2022, in provincia di Rimini, si contavano 341.000 residenti, di cui 176.000 donne (il 52 per cento). Tra queste ultime, 22.000 sono cittadine immigrate regolarmente residenti. Tra poco più di una settimana cadrà l’8 marzo, la loro festa, ed è quanto mai opportuno fare il punto sull’inserimento occupazionale, come pure sulla loro capacità imprenditoriale. Il Covid ha penalizzato tutti, ma in modo particolare le donne, il braccio ‘armato’ del lavoro turistico, che come tutti sanno è stato, tra i settori di attività, il più colpito, in particolare nel 2020. Avendo, però, uno sguardo un po’ più lungo, è giusto sottolineare che le donne della provincia di Rimini hanno conquistato, meglio sarebbe dire recuperato, nell’ultimo decennio,diverse posizioni lavorative sugli uomini. Lo testimoniano i 13.000 occupati complessivi in più del periodo 2010-2019 (ultimo anno normale prima della pandemia), di cui ben 8.000 sono da attribuire alla maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, come dimostra l’aumento del numero delle occupate da 58 a 66.000. Numero, quest’ultimo, che fa salire il contributo delle donne all’occupazione provinciale, nel periodo di riferimento, dal 42.6 al 44.3 per cento del totale. Non ancora la parità, ma un passo avanti. Sì, ma attenzione. Essere maggioranza, tra gli occupati dipendenti, in taluni settori non vuol dire, automaticamente, percepire lo stesso stipendio. Che in media, in provincia di Rimini, considerando tutti i settori, è di 68 euro lordi giornalieri per una donna e 91 euro per un uomo (anno 2021).