Portami i libri, soprattutto le pergamene». Fu questa la raccomandazione di San Paolo a Timoteo, mentre egli stava riducendo all’essenziale la sua vita, che sentiva ormai al tramonto. Anche la Chiesa, istituita da Cristo per portare il messaggio di salvezza a tutte le sue genti e per custodirne viva la memoria, dentro le tradizioni delle società e delle culture, in seno alle quali l’assimilazione della fede germoglia, ha cura dei libri e delle pergamene perché è animata da un intimo interesse per la cultura di ogni popolo e nazione. L’annunzio del Vangelo comporta, di sua natura, lo svilupparsi di un processo di inculturazione. Da qui scaturisce anche quell’atteggiamento di estrema attenzione che la Chiesa cattolica riserva a tutte le testimonianze, in special modo quelle mediate dalla scrittura, che incarnano e tramandano i valori della sapienza dei popoli”.
Con queste parole il vescovo Francesco Lambiasi, ha salutato la presentazione pubblica della Biblioteca Diocesana “Mons. Emilio Biancheri”. Ad aprire le danze ci ha pensato don Aldo Amati, Prefetto della Biblioteca, che ha ricordato la lungimiranza e l’impegno di Mons. Mariano De Nicolò che proprio lo scorso anno, inaugurò la sede della Biblioteca.“Una sede che non è un caso– commenta Amati –indicativa della stretta sinergia della Biblioteca Diocesana e dell’Archivio con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose e con il Seminario Vescovile”.
Netto e definito il ruolo che la Biblioteca vuole svolgere. A definirlo fu lo stesso Mons. De Nicolò che con apposito Decreto trasformava la Biblioteca del Seminario e l’Archivio Diocesano in Biblioteca Diocesana “Mons. Emilio Biancheri”. Nel Decreto, infatti, si leggeva che la Biblioteca Diocesana doveva diventare, “un polo di eccellenza nel territorio riminese al servizio della formazione teologica, dell’animazione culturale, della valorizzazione e del recupero del patrimonio religioso ed artistico. Luogo di riferimento per sostenere specifici progetti di ricerca nell’ambito della storia riminese, delle scienze teologiche e religiose, del rapporto tra arte e fede, a partire dal territorio stesso”.
Fruizione della Biblioteca
A descriverne la struttura Giampiero Lascaro, che traccia l’identità dei quattro ambienti nei quali sono collocati i volumi.
Il primo ambiente è la sala di lettura. Qui si possono liberamente consultare le enciclopedie e la consistente dotazione di dizionari ed enchiridion (raccolte di documenti). La sala offre 12 posti per gli studiosi, i quali presto potranno usufruire di postazioni per la consultazione del catalogo elettronico. Già adesso è possibile connettersi gratuitamente alla rete col proprio portatile.
Il magazzino librario è l’ampio locale situato nel sottosuolo. Luogo che ha preso il posto delle antiche cantine dell’abbazia, e che accoglie la parte più consistente del fondo moderno.
C’è poi la sala biblica, nella quale sono stati riuniti tutti gli studi moderni sulla Sacra Scrittura. E infine l’area denominata, Il fondo antico. Un insieme di ambienti adiacenti, destinati alla conservazione del nucleo originario della biblioteca.
“Quest’ultimo – commenta Lascaro – può essere considerato una rappresentazione esemplare delle vicende storiche della biblioteca”.
70 mila i volumi presenti, 40 mila dei quali presto consultabili on line dal sito internet www.bibliotecadiocesana.rimini.it. L’uso dell’informatica, è centrale in questo progetto bibliotecario. Lo strumento pensato dalla Chiesa Italiana per un canale condiviso di comunicazione Bibliografica è il progetto CEI-Bib, un polo che si avvale dello stesso software, permettendo la condivisione di tutte le biblioteche ecclesiastiche italiane. La Biblioteca Diocesana “Mons. Emilio Biancheri” farà parte di questa rete.
Angela De Rubeis