Esistono gli alieni? Per l’ufologo Armin Sonntag non ci sono dubbi. Da bambino ha avuto un incontro ravvicinato con un mostruoso essere cosmico e da allora è alla ricerca di segnali di contatto con lo spazio. Ma la stravaganza dello “scienziato” non è d’aiuto, tutti lo prendono per matto e a farne le spese è il trascurato figlio Louis, orfano di madre, con il padre assente nel momento cruciale dell’adolescenza, e pure vessato da un prepotente compagno di scuola. Fino al giorno in cui il ragazzo incontra tre buffi alieni con globi oculari variabili (chi ne ha uno, chi due, chi tre), scesi sulla terra per acquistare un materassino massaggiante visto su una televendita.
I due registi di questo divertente cartone animato si erano fatti notare nel 1989 con il corto animato “Balance” premiato con l’Oscar. Ora eccoli alla prova del “lungo” e il risultato è godibile, tra le caratterizzazioni divertenti dei tre esseri spaziali (capaci di trasformarsi in esseri umani o animali ingoiando capelli o peli, il che determina travolgenti equivoci), le riflessioni sul bullismo e il tema degli adolescenti lasciati in balia di loro stessi, senza una figura genitoriale di riferimento. Per fortuna Luis sa cavarsela benissimo da solo, ma si trova nell’età cruciale dei primi amori adolescenziali (la cotta per Jennifer, la compagna di scuola aspirante giornalista) e dei problemi relazionali con gli adulti, tra un preside preoccupato e un’ inquietante megera che vorrebbe trascinare il ragazzo in una casa per bambini abbandonati.
Risate, situazioni buffe, tenerezze e tematiche importanti affrontate con garbo in un film rivolto ad un pubblico di tutte le età: con “Luis e gli alieni” perlomeno c’è la possibilità di fare una capatina al cinema con i bambini nella solita estate di scarse uscite cinematografiche e sale semideserte.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani