Una portantina recante l’icona del Cristo Moreno (come viene chiamato in Perù), del peso complessivo di 250 kg, trasportata da 18 uomini, che hanno guidato la processione da Sant’Agnese fino al Duomo. Domenica 26 ottobre la comunità peruviana ha celebrato, per il quinto anno consecutivo a Rimini, la festa del Nostro Signore dei Miracoli.
“Il centro della nostra vita deve essere l’amore; amore, prima di tutto per il Signore e poi per i fratelli, per gli altri peruviani, ma anche per quelle persone e famiglie che voi servite ogni giorno con il vostro lavoro. La comunità cristiana deve mettere in pratica i valori di Dio che sono quelli dell’amore e dell’accoglienza che noi dobbiamo realizzare nella nostra vita. Se non sono presenti tra di noi, se tra di noi ci sono attriti non possiamo definirci una comunità cristiana”.
Don Renzo, direttore della Caritas diocesana, durante l’omelia della Messa, a Sant’Agnese, ha sottolineato come questa festa rappresenti una grande occasione di incontro tra la comunità latino americana e i riminesi.
Alla fine della celebrazione, sul piazzale del Duomo, si è svolto il tradizionale gesto della benedizione dei bambini, presi in braccio e offerti all’immagine del Crocifisso; gesto accompagnato da canti e balli folcloristici-religiosi.
La festa si è conclusa presso la Caritas diocesana dove la comunità peruviana si è incontrata per condividere il pranzo.
La festa del Nuestro Señor de los Milagros è la principale manifestazione religiosa tradizionale del Perù. Nella città di Lima la processione fa registrare ogni anno la partecipazione di oltre 600 mila persone in una cornice di festeggiamenti che durano un’ intera settimana.
Che significato ha per voi peruviani il fatto di poter vivere questa festa anche a Rimini?
“Vivere la festa del Nuestro Senor de los Milagros qui a Rimini, ha per noi un significato molto importante, un senso di unione, – afferma Galindo Pilar, una delle organizzatrici della festa appartenente alla comunità peruviana – . È un mostrare anche a Rimini come si vive la nostra fede in Perù, con i costumi, canti, balli e come facciamo noi la festa religiosa, che, anche se non è uguale a quella di Lima cerca di essere il più simile possibile. È in particolare un richiamo alla nostra unione come popolo, al fatto di mantenerci uniti anche se lontani dalla nostra patria”.
Letizia Rossi