Rimini e lo sport. Un binomio che ha regalato grandi soddisfazioni, ma anche grandi amarezze.
Soprattutto in questi ultimi anni. Con società costrette a rinunciare a campionati importanti oppure addirittura a chiudere. E sempre per lo stesso motivo: non c’erano soldi a sufficienza.
Viserba, doppia amarezza. La prima a piangere lacrime amare è stata la Pallavolo Viserba di Paolo Stefanini. Estate 1998, le biancoblù vengono promosse in B1 al termine di un campionato esaltante, ma nonostante gli sforzi della società per cercare di reperire i soldi necessari all’iscrizione, alla fine la dirigenza, tra pianti e dolori, cede il diritto sportivo alla Robursport Pesaro che acquista anche trequarti di squadra, compresi allenatore e direttore sportivo, gettando le basi per quella che diventerà pochi anni dopo, la squadra più forte d’Italia.
Il Viserba, invece, riparte dai campetti di periferia e, anno dopo anno, riesce nuovamente a costruire un gruppo vincente. Arriviamo così all’estate 2013 con la squadra biancoblù che stravince il campionato di B1 volando nel gotha della pallavolo. I costi per affrontare una A2, però, non sono pochi. La stima è di circa 250mila euro.
Iniziano i primi incontri, i primi dialoghi, ma sembra che la città sia muta a questa grande opportunità. La dirigenza e le giocatrici stesse si mettono in moto in prima persona per cercare di reperire più fondi possibili, vengono organizzati incontri, cene, giochi, ma alla fine tutto è vano. Viserba abbandona il sogno e riparte per l’ennesima volta dalla serie D.
Jomsa, quando non bastano Scudetti e Champions. Dopo la pallavolo tocca alla pallamano. Sempre in rosa. Solo che questa volta si parla di una società che ha portato in dote a Rimini addirittura due Scudetti e la prima partecipazione storica alla Champions League. È la Jomsa di Paolo Jommy in cabina di regia, di Ermanno Migani in panchina e delle tre sorelle Bugli, Sara, Laura e Paola.
Sono loro nel campionato 1996-1997 a battere Cassano Magnago reduce da tredici Tricolori consecutivi. Scudetto confermato anche nella stagione successiva. Proprio in quell’estate 1998, però, iniziano ad aprirsi le prime crepe, Jommy chiede una mano alla città, ma ben presto rimane solo con l’unica soluzione amarissima di dire basta. Una storia decennale cancellata in un attimo.
Rimini calcio, inizia un periodo buio. Un doppio colpo che la città subisce tra l’indifferenza generale. Qualcuno inizia a parlare della poca lungimiranza dell’imprenditoria locale, ma alla maggioranza degli sportivi il tutto scivola addosso. Le cose cambiano radicalmente due anni dopo. È il 5 marzo del 2010 quando il presidente del Rimini calcio, Luca Benedettini, che ha preso il posto del compianto Vincenzo Bellavista, annuncia che “a fine stagione la Cocif lascerà il calcio”.
In tanti credono sia una boutade e, invece, in quell’estate la storia gloriosa del Rimini arriva al capolinea. Nessuno ne vuole sapere nonostante appelli su appelli. Gli sportivi, questa volta, fanno sentire tutta la loro rabbia, ma non serve a nulla. E così nell’estate 2010 nascono due Rimini: quello di Biagio Amati che i tifosi eleggono come vero Rimini e il Real Rimini di Danilo Pretelli.
Si ricomincia dai Dilettanti, ma nessuno dei due riesce a vincere il campionato che, invece, si aggiudica il Santarcangelo che vola tra i professionisti. I biancorossi di Luca D’Angelo, però, sorridono grazie ai play off. Sono anni non facili, anzi, anni in cui i soldi spesi mandano praticamente sul lastrico i due presidenti, tanto che nel 2014 il Rimini passa di mano, ad acquistarlo è Fabrizio De Meis.
Sembra l’inizio di un periodo florido e, invece, dopo neppure due stagioni i tifosi biancorossi conoscono nuovamente l’onta del fallimento. Leonardo Acori salva i biancorossi ai play out, ma nell’estate del 2016 la società arriva al capolinea. E arriviamo così ai giorni nostri con l’arrivo di Giorgio Grassi che in due stagioni porta Scotti e compagni dall’Eccellenza alla serie C.
Ma anche lui, come i suoi predecessori, chiede una mano che non arriva.
Riviera Volley, esperimento fallito. Si torna alla pallavolo, stagione 2015-2016: dopo anni di litigi Viserba Volley e Pallavolo Rimini decidono di unire le forze. Il progetto è bello e interessante perché finalmente sembra superare tutti i campanilismi in campo.
Invece succede che la nuova società faccia il passo più lungo della gamba, chieda una mano alla città che, però, come sempre, è sorda all’appello. Morale, a gennaio la squadra femminile è costretta a ritirarsi.
Rimini Baseball, che ferita! Arriviamo così alla ferita che sanguina ancora: quella del Rimini Baseball. In città il ritornello era, da anni, sempre il solito “quando lascia Zangheri anche il baseball fa una brutta fine”. Detto, fatto. Il passaggio di quote a Simone Pillisio ha condotto il Galeone dei Pirati in fondo all’Oceano dopo appena un anno.