Il gatto che gira per il palazzo lasciando qualche ricordino; i cattivi odori che escono dalla porta del vicino; le urla dei bambini o il chiasso che fanno con i piedi e, perché no, il posto auto rubato. Sono solo una parte delle ragioni per cui la vita da condominio è tutta una lite. Con grande stress per chi ci abita. Questioni che possono velocemente trasformarsi in un incubo dal quale è difficile uscire, se non dopo aver sostenuto enormi costi sia in termini economici sia in termini di fatica. Dalla fotografia delle liti condominiali in Italia emerge che i litigi sono più frequenti al sud (11.1%) e più fra gli uomini (10.3% contro l’8.3% delle donne). Se il focus viene poi concentrato sulla provincia di Rimini, si scopre che i litigi in condominio sono più frequenti nei piccoli centri (10.4%) che nelle città più grandi. Risulta d’importanza prioritaria evitare in ogni modo la lite, sia all’interno del condominio sia nelle aule di tribunale, cercando di risolvere pacificamente e con gli strumenti adatti l’insorgere di ogni tipo di problema.
“Spesso all’origine della lite fra vicini di casa ci sono piccoli problemi, che potrebbero essere risolti facendo ricorso al buon senso, all’ascolto e rispettando le ragioni altrui, con notevoli miglioramenti della qualità di vita di ognuno. – sottolinea Mirca Zavatta dell’organismo di mediazione Conciliamoci di Rimini – Ma se dopo tutti i tentativi non si riesce a evitare il conflitto, non si deve per forza ricorrere all’aiuto di un avvocato per approdare in Tribunale”.
Dal 2010 è stata introdotta, infatti, la mediazione civile, che consente alle parti di potersi incontrare e gestire i conflitti.
“La mediazione condominiale è regolata dall’articolo 71 quater delle disposizioni di attuazione del codice civile e regola i poteri di rappresentanza dell’amministratore del condominio consentendo il costante intervento dell’assemblea. La mediazione prevede un primo incontro di programmazione dove il mediatore verifica con le parti e i loro avvocati la possibilità di proseguire il tentativo di mediazione (non oltre trenta giorni dal deposito della domanda). L’incontro preliminare è gratuito, non pregiudica i diritti delle parti, non ha effetti giuridici se non quello di evitare eventuali sanzioni nei confronti di chi non partecipa, e comporta il versamento di 48 euro e 80 centesimi per spese di avvio”.
Insomma, se il famoso gatto vi lascia un ricordino, non c’è bisogno di ricorrere subito alle carte bollate.
Lucia Genestreti