Home Attualita Liscia, gassata o… di fontanella!

Liscia, gassata o… di fontanella!

Per Talete il principio di tutte le cose era l’acqua, e la sua Mileto doveva assomigliare molto alla Romagna che sta vivendo un ritorno in auge delle fontane pubbliche. Sono 5 milioni i litri erogati dal 2011 ad oggi presso le 13 “case dell’acqua” della provincia di Rimini (la maggior parte di recentissima costruzione) gestite dalle società pubbliche Romagna Acque, Adriatica Acque ed Hera. Le più attive sono quelle di Verucchio e Santarcangelo (1.800 litri al giorno), Morciano e Rimini-parco Cervi (1.400).
“L’acqua pubblica è sicura: la casa dell’acqua con il suo schermo fornisce anche informazioni circa i suoi vari parametri e il processo di potabilità. – spiega Tonino Bernabé, presidente di Romagna Acque, la società che assicura l’acqua di Ridracoli, del Marecchia e di altre fonti all’area riminese – L’acqua delle casine è la stessa che arriva in casa”. Perché molti non si fidano di quella del rubinetto? “Le pubblicità delle acque minerali hanno indotto i consumatori a fidarsi di più dell’acqua del supermercato, relegando quella domestica all’igiene personale o alla cucina. Tra Arpa, Asl, Autorità di bacino e Hera sono tanti gli enti che la analizzano quotidianamente con molteplici controlli”.

Riminesi: i più pazzi per le bollicine! Degli 1,7 milioni di litri erogati dalle tre case del capoluogo (Villaggio 1 Maggio, via Euterpe e parco Cervi) il 40% è frizzante, ovvero la quota che garantisce gli incassi (5 centesimi al litro). Gli enti pubblici esultano per la riduzione dell’impatto ambientale. Secondo Hera, grazie alle fontane 2.0 la città ha evitato 34 tonnellate di plastica, 190 tonnellate di Co2, 74 tir e 1.300 cassonetti da svuotare. Il risparmio annuo per le famiglie riminesi che non acquistano acqua minerale è stato calcolato in 305mila euro.

Alcuni Comuni preferiscono i privati… “Noi crediamo che la garanzia di questo servizio pubblico non debba essere delegata al privato, il quale ha una finalità commerciale, applicando l’ulteriore e non indispensabile filtraggio. – prosegue Bernabé – L’acqua della Romagna ha già parametri superiori a quelli di legge! I comuni che hanno indetto i bandi, invece di rivolgersi al sistema pubblico, hanno visto la casina solo in termini di sponsorizzazione. Per di più alcune certificazioni richieste nei bandi hanno limitato la scelta a soli pochi privati. Forse è mancata loro una puntuale informazione, reperita dagli stessi privati”. Oltretutto “noi del pubblico doniamo le case dell’acqua alla città, mentre i privati ne mantengono la proprietà, oltre a far pagare 5 centesimi anche sull’acqua naturale già bollettata al Comune”. E poi: “Perché fare un bando e non spingere il privato a richiedere una concessione su cui fargli pagare un diritto al Comune?”.

Ogni casina costa 20mila euro. Hera paga platea ed allaccio elettrico. Romagna Acque e Amir (o Sis) si dividono a metà i 10mila euro per la struttura. Altri 5mila li anticipa il Comune, che verrà rimborsato, o Adriatica Acque, che li recupera con la vendita della frizzante al netto di manutenzione e gestione. Cambio delle bombole di Co2 e sanificazione quotidiana possono essere delegate dal Comune ad Adriatica Acque. Eventuali utili vengono inoltrati da quest’ultima alla città. “È un sistema che si autosostiene”, chiosa Bernabé.

Il “caso” Sodastream.La lista civica “Aria fresca” di Longiano ha lottato qualche mese fa contro i gasatori delle casine pubbliche perché prodotti da Sodastream, la multinazionale israeliana salita alle cronache per l’occupazione illegittima dei territori palestinesi. “Perché non ricorrere ad una delle tante altre aziende locali?”, si domanda il rappresentante della lista Giacomo Pasini. Bernabé risponde: “Bisogna contestualizzare. La componentistica proviene dalla sede Sodastream di Tavullia (ex Cem Industries con cui Adriatica Acque già collaborava). Boicottare i loro prodotti andrebbe a discapito solo dei lavoratori del territorio e non della multinazionale”. Non ci sta Pasini:“È una questione di principio. Società pubbliche e Comuni dovrebbero fare una scelta etica!”. E la sua ultima sferzata è per il gestore di rete: “Ventimila euro per casette appariscenti e schermi lcd sono una propaganda che Hera ci fa pagare indirettamente in bolletta”.

I progetti futuri delle case riguardano Miramare e Santa Giustina, ma anche San Giovanni in Marignano e Morciano (con una seconda). “Rimini sta valutando ulteriori opzioni. Le casine sono un successo”, afferma l’Assessore all’Ambiente Sara Visintin. Si parla anche di Viserba. Dopotutto, considerando che nei mesi estivi (da aprile a ottobre) i consumi triplicano, le zone mare sembrano una scelta azzeccata. Intanto prosegue da due anni l’attività della casina nel parcheggio dell’Ikea la cui acqua è gratuita per i possessore della card Ikea-family.

Mirco Paganelli