Le famiglie italiane si ritrovano di anno in anno con una progressiva erosione della capacità di spesa
Scampolo di notizia dell’anno appena trascorso: da luglio 2023 a luglio 2024, i pacchetti vacanza sono aumentati, in Italia, del 20%. Il secondo aumento, dopo la Francia, più alto d’Europa, dove lo stesso pacchetto è cresciuto in media del 6,6%. In Spagna, paese concorrente, l’aumento è stato solo del 2,4%. In Italia otto volte tanto.
A questa notizia se ne aggiunge un’altra, che non migliora certo la situazione: il reddito disponibile reale lordo (al netto dell’inflazione, ma al lordo delle tasse) delle famiglie italiane nel 2023 diminuisce, proprio a causa della crescita elevata dei prezzi, e si attesta oltre 6 punti sotto il livello del 2008, quando la media dell’Unione Europea è 10 punti sopra. Solo la Grecia, che come si ricorderà viene da una storia travagliata ed è stata sul bordo del fallimento, ha fatto peggio (Eurostat).
Non è una novità ma solo l’ultima conferma di una progressiva erosione della capacità di spesa, cioè di quello che si può comprare con i soldi a disposizione, delle famiglie italiane, come dimostrato anche da una elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha provato a stimare la perdita del potere d’acquisto, causa inflazione, la cosiddetta tassa nascosta, dei risparmi depositati, dagli italiani, nei conti correnti delle banche. Prendendo i depositi bancari di fine 2021, e considerando una inflazione per gli anni 2022 e 2023 del 14,2%, la Cgia ha calcolato una perdita media per ogni famiglia italiana di 6.257 euro, che sale a più di 10.000 euro a Bolzano, la provincia che perde di più, seguita in seconda posizione da Milano con quasi 9.000 euro, quindi a scendere Piacenza, Modena, Bologna, Forlì-Cesena e Rimini sopra 7.000 euro, Reggio Emilia, Ferrara e Ravenna più di 6.000 euro.
Ovviamente chi, e non sono pochi, non ha nessun conto i banca, cui bene o male attingere, si è trovato ancora peggio e rischia letteralmente la fame come mostrano i dati sulla crescita della povertà, incluso quelle 4,5 milioni di persone che rinunciano a curarsi. Perdite che spiegano in abbondanza la cautela degli italiani a concedersi una vacanza, come confermano, purtroppo, anche i dati 2024 degli arrivi e delle presenze nella riviera di Rimini e nel resto d’Italia. Turismo salvato, parzialmente, come era capitato nel 2023, dagli stranieri, che non sono però sufficienti a far tornare i numeri al livello pre-Covid (2019).
Il futuro non si prospetta più roseo se il rapporto Coop 2024 (agosto 2024) indica la spesa per vacanze degli italiani per i prossimi 12-18 mesi in calo, sia in Italia che all’estero. E non potrebbe essere altrimenti se a fronte di un aumento dei salari, tra il 2019 e il 2023, del 6-7 per cento, l’inflazione nel medesimo periodo si è attestata attorno al 17-18%: superiore di circa nove-dieci punti alla variazione del salario medio lordo. Erosione del potere d’acquisto che sta intaccando i risparmi, anche dei riminesi, in calo sugli anni precedenti.