I riminesi? Gente creativa e anche pragmatica, capace di sognare e di tenere i piedi ben piantati per terra.
Anche se un po’ indisciplinata quando sale in sella sulle due ruote.
Utilizza lo scattante paragone del ciclismo, il prefetto Alessandra Camporota, per fotografare Rimini e i riminesi ad un anno dal suo insediamento. I ciclisti evitano l’acuirsi del traffico, non inquinano e si godono le bellezze del panorama durante le pedalate.
Non di rado, però, sono refrattari alle regole che governano anche il mondo delle due ruote. I “riminesi” se le aggiustano? Immagino Paolo Cevoli dar ragione al Prefetto.
L’ignorantezza coniata dal comico riccionese, nella sua variante anarchica assomiglia tanto alla disciplina fai-da-te del riminese. Un tratto distintivo che emerge pure nella difficoltà di fare squadra. Il riminese solo al comando?
Qualcuno ha voluto identificarlo nel sindaco di Rimini Andrea Gnassi, con il quale il Prefetto si è scontrato in occasione della visita di gennaio dei sottosegretari leghisti. La Camporota mette una pietra tombale sull’episodio (“ Non sono tenuta ad avvisare la comunità locale se ricevo una visita istituzionale”) e preferisce concentrarsi su una terra capace diunire sogno e imprenditorialità, tanto da attirare 28 milioni di turisti l’anno in provincia, un movimento tale cherichiede uno sforzo eccezionale
nel garantire ordine e sicurezza. Purtroppo ancora incompreso a Roma. “Mi batto per richiedere rinforzi. – ha detto la rappresentante del Governo sul territorio – L’unicità riminese non è afferrata nella capitale: le sue esigenze sono sottostimate, sia in estate (dove pure qualche rinforzo è concesso) sia in inverno”.
Mafia e criminalità organizzata in una terra del genere ci sono, eccome. “Il Processo Aemilia deve insegnarci a tenere gli occhi aperti. Il substrato economico della Riviera fa gola alle mafie”. Così come è impensabile non voler affrontare la questione migranti e i centri. 500 i richiedenti asilo attualmente presenti in provincia. “Non c’è alcun allarme”, assicura. Il Prefetto però promette: “Alla scadenza del bando per i centri di accoglienza, sarà rimodulato. Con criteri differenti rispetto a quelli esistenti”. Si cambierà, con sollievo di chi con persone migranti e centri opera 365 giorni l’anno. E sono tanti, perché un altro tratto distintivo rinvenuto dal Prefetto è l’associazionismo.
“Ci sono esperienze splendide e straordinarie, da San Patrignano alla comunità di MonteTauro, dalle Case del Perdono per il recupero alternativo dei detenuti ai servizi della Papa Giovanni. I riminesi si spendono per gli altri”. Se imparassimo anche a fare squadra. E, magari almeno una volta, a tirarci la volata…