Un complesso scolastico in grado di accogliere 570 alunni, con tre sezioni riservate alla scuola materna e 14 classi a quella elementare, con strutture sportive a circondare il tutto, farebbe invidia a qualsiasi città italiana. Se poi pensiamo che vedrà la luce a Chegutu, zona poverissima dello Zimbawe, allora non possiamo che rimanere a bocca aperta. La preziosa opera, che verrà intitolata alla figura della “Madonna Addolorata”, è nata grazie alla volontà e al lavoro delle suore Maestre Pie riminesi che inaugureranno la scuola proprio nell’anno in cui ricorre il 150° anniversario della loro nascita. Un grande progetto che non è rimasto solo sulla carta: lo stato dei lavori infatti è già molto avanzato e la loro conclusione è prevista entro la fine di luglio. Si tratta di un progetto incredibile le cui basi sono state gettate nove anni fa.
“La nostra proposta è piaciuta subito anche all’Amministrazione del comune in cui sorgerà la scuola. – spiega suor Antonietta Giberti, delle Maestre Pie che ha insegnato anche a Rimini, Riccione e a Morciano – Dato che avevano assoluto bisogno di una struttura come questa, in grado di rispondere alle esigenze di orfani e poveri, ci hanno donato il terreno sul quale è stata costruita”.
Un bell’aiuto, visto i costi molto alti del progetto, troppo per permettere la totale costruzione di tutti gli impianti previsti.
“Il progetto prevede anche la costruzione di impianti sportivi con la pista d’atletica che per i giovani è molto importante. Più in generale per loro lo sport è una componente fondamentale. Purtroppo i fondi non sono tanti e alcune cose dovremmo lasciarle indietro. La costruzione di questa scuola prevede anche l’attivazione di corsi collaterali incentrati sulle attività creative ma soprattutto anche di corsi di alfabetizzazione per adulti, però mancando i soldi, si inizierà con le lezioni scolastiche per i ragazzi”.
Tutto potrebbe essere pronto per l’inizio delle lezioni, previsto per gennaio. La religiosa, in questi giorni a Rimini, ha raccolto tutti gli ex alunni per cercare di mobilitarli sul progetto. Il primo aiuto a suor Antonietta è arrivato da un noto imprenditore riminese che ha donato alla scuola 25 banchi per ognuna delle 14 aule previste, mentre Enrico, il famoso bagnino radiofonico riccionese, ha inviato l’sos in diretta a radio DeeJay.
La solidarietà arriva da più parti. Il Ministro dell’Istruzione dello Zimbawe metterà a disposizione gli insegnanti, in attesa che le sorelle che operano a Chegutu siano pronte per le lezioni.
La costruzione di un impianto del genere riveste un’assoluta importanza soprattutto a livello sociale. Basti pensare che Chegutu è un semplice paesino e grazie al fatto che ospiterà questo complesso scolastico, verrà elevato al grado di città. Per l’occasione gli abitanti si preparano a fare una gran festa.
“I residenti vicino al cantiere della scuola hanno iniziato ad abbellire le loro case. Anche il sindaco e altre autorità sono molto interessati: seguono passo passo l’evoluzione dei lavori”.
Uno degli elementi più significativi sta nel fatto che la scuola ospiterà ragazzi, orfani e poveri prima di tutti, di qualsiasi credo religioso: tradizionali, protestanti, cattolici e mussulmani. Un progetto di convivenza lodato anticipatamente dall’arcivescovo di Harare, mons. Robert Ndlovu.
“A frequentare questa scuola non saranno soltanto bambini di famiglie cattoliche: noi come Chiesa dovremo saper comunicare loro quei valori che non sono soltanto cristiani, ma costituiscono un bene per ogni persona, mirando a formare le loro coscienze”.
Suor Antonietta conclude lanciando un appello.
“Ci piacerebbe trovare una società sportiva pronta a gemellarsi con la nostra scuola per promuovere lo sport, portando del materiale e venendo ad insegnare qualche fondamento. Per l’inizio delle lezioni occorre della cancelleria ed una o più persone che sappiano ricoprire il ruolo di sarto perché dovrebbero cucire le divise degli alunni. Là le divise sono fondamentali per frequentare la scuola”.
Matteo Petrucci