Già il titolo (“René Gruau, un riminese alla corte di Dior. Il disegno di moda e la grafica del fascino”) lasciava immaginare uno scenario raffinato ed elegante. Il sesto appuntamento della rassegna “I Maestri e il Tempo”, organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, non ha tradito le attese: esaltare la figura femminile ripercorrendo la carriera artistica del noto illustratore di moda nato a Rimini nel 1909 e scomparso a Roma nel 2004.
Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate, questo il nome di Gruau all’anagrafe, apparteneva a una delle famiglie nobili riminesi: i conti Zavagli, con palazzo padronale nell’omonima piazzetta del centro storico recentemente restaurata.
Figlio di Alessandro e di Marie Gruau, giovanissima parigina amante della mondanità e all’avanguardia nei comportamenti per una donna di inizio novecento, Renato si approccia al disegno spontaneamente, frequentando lo studio del noto pittore riminese Gino Ravaioli, da cui riceve qualche insegnamento. Probabilmente influenzato dalla madre, che presto si separa dal padre e si trasferisce col ragazzo a Milano, Gruau inizia ad abbozzare i primi disegni. La raffinata Marie frequenta le case di moda e il figlio l’accompagna spesso. Qualche suo schizzo viene mostrato alle redattrici di moda, le quali, riconoscendone l’estro originale, suggeriscono a Renato di prestare il suo talento al settore, che a quei tempi non aveva ancora vissuto l’exploit della fotografia. Siamo agli inizi degli anni Venti, nella città della moda italiana. Come dire: al posto giusto e nel momento giusto. Così il ragazzo inizia a disegnare figurini di moda, caratterizzati da una flessuosità unica, che diventerà il suo segno riconoscibile. Con l’assunzione da parte di prestigiose riviste di moda, come la “Lidel”, inizia la carriera folgorante di René, che inizierà a firmare con il cognome della madre: Gruau. Una firma che diviene presto famosa, con una stellina (asterisco, diremmo oggi) che la sovrasta.“Mi cadde una macchia di inchiostro sul foglio. – raccontava René – Per rimediare, la trasformai in una stella”.
Inizi anni Trenta: periodo d’oro, con committenze per copertine di romanzi e pubblicità varie. Il trasferimento a Parigi è il passo successivo, quasi obbligato, per chi lavora nella moda. Qui Gruau collabora con diverse riviste ed atelier, disegnando in diretta i modelli indossati dalle mannequin. Anche il grande sarto Balenciaga si avvale del suo pennello. L’incontro fatale, quello che segna il suo destino personale e professionale, avviene alla redazione del Figaro, dove tiene una rubrica di moda. Qui c’è un altro disegnatore, quasi coetaneo: Christian Dior. I due diventano presto amici. E quando Dior esordisce come creatore di moda e produce la prima collezione, Gruau è con lui. Con le sue figure femminili dai tratti essenziali, gli inconfondibili sguardi dal taglio felino, i pieni e i vuoti che giocano coi colori preferiti: rosso, bianco, nero. Con Dior e con Gruau la donna diventa quasi un fiore: estremamente elegante, sontuosa, misteriosa. Una silhouette inconfondibile, sottolineata dall’immancabile presenza di cappello, guanti e collana di perle. Le figure si muovono flessuose ed eleganti. Nelle campagne pubblicitarie di abiti, profumi, accessori, spesso Gruau disegna solo particolari di un corpo che resta fuori scena, come una mano o una gamba che sbucano, ammiccanti, da un sipario appena scostato. Gli influssi di Toulouse Lautrec, nella produzione di Gruau, sono ben riconoscibili, così come quelli di Marcello Dudovich, Leonetto Cappiello e di altri grandi disegnatori.
Negli anni della maturità René Gruau si riavvicinerà alla città di origine, grazie anche ai contatti voluti dall’Amministrazione Comunale nel 1992. A Rimini l’artista ha donato un ampio fondo di disegni e documenti, ora conservato nel Museo della Città. A Rimini è sepolto, a due passi dalla tomba di Federico Fellini e Giulietta Masina.
Maria Cristina Muccioli