La legge sulla stampa emiliano-romagnola, scortata da Verucchio, rischia di battere in volata quella in sella da mesi dal Senato. “L’intenzione è proprio quella di terminare il progetto di legge, depositarlo, attendere gli eventuali emendamenti in tempo utile per andare in aula prima dell’approvazione del bilancio, in maniera tale che la legge possa essere finanziata entro il 2016”. Giorgio Pruccoli prova a calendarizzare la sua idea: questo testo di legge sulla stampa al quale sta lavorando già da qualche tempo. Ex sindaco di Verucchio, eletto in consiglio regionale con 4518 voti (precedendo per il Pd nel riminese Nadia Rossi, 4199 preferenze) e attuale Consigliere Questore dell’Ufficio di Presidenza, Pruccoli a Bologna non si può dire che si risparmi, spalmando il suo impegno tra Commissione Bilancio, Affari Generali ed Istituzionali, quella al Territorio, Ambiente, Mobilità, la Commissione alla Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e quella per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini.
Perché stendere una legge sulla stampa? Il 48enne di Verucchio allarga le braccia: “Posti di lavoro andati in fumo, contributi pubblici perduti, professionalità che rischiano di andare disperse: il mondo della carta stampata nella nostra Regione – come in gran parte del resto d’Italia – vive una stagione molto difficile. Ma la stampa e la garanzia di una molteplicità di voci sono indice di libertà che va salvaguardata”. Da qui, dunque, l’idea di redigere una legge sul modello di quanto – nero su bianco – è già in vigore in altre regioni.
Per la verità, uno scatto in tal senso sembrava in atto già nella scorsa legislatura, in Regione (con i buoni uffici dell’ex direttore dell’Ufficio Stampa della regione, Giuseppe Pace, oggi al timone dell’Agenzia Dire), poi la legge sulla stampa è stata superata a destra e a sinistra. Pruccoli ha ripreso l’interesse del Questore dell’Ufficio di Presidenza con tutta l’intenzione – sembra strizzare l’occhio – “di passare dalle buone intenzioni alla pratica”.
Il consigliere si dice pronto “ad ascoltare le categorie coinvolte e interessate, gli stakeholder, i potenziali beneficiari e la Federazione della Stampa regionale”, in una serie di audizioni utili per mettere a punto la proposta da avanzare al Consiglio di via Aldo Moro.
Pruccoli immagina un intervento in grado di stabilizzare posti di lavoro e magari di crearne di nuovi, “premiando le redazioni al cui interno vi sia almeno un giornalista professionista”, il cui contratto è indice di serietà. Armonizzare la legge dell’Emilia Romagna con quella nazionale e poter incidere sulle sofferenze diffuse sul territorio restano dunque i cardini di una proposta che incontra già alcune resistenze. Rischio clientelismo? Ingraziarsi la stampa? Foraggiare i grandi gruppi? L’ex sindaco di Verucchio non si nasconde: “Occorre evitare che i contributi che premiano il professionismo vadano ad ingrassare solo i grandi gruppi, e invece non incidano la stampa più piccola che è estremamente bisognosa di aiuto”.
Toccherà al relatore far pedalare una buona legge, e al consiglio regionale tradurre le buone intenzioni in pratiche virtuose. Per evitare la scomparsa (o perlomeno l’afonia) di testate che spesso sono la voce di interi territori.
Paolo Guiducci