La Serie C non si ferma,almeno per il momento.Se giovedì 28 il Governo dovesse dare il via libera le società dovrebbero attrezzarsi per la ripartenza. Giorgio Grassi: “Sono riusciti a trasformare una tragedia in una grossa farsa”
La possibilità era remota. Ma c’era. Tanto che nell’ultimo numero lo avevamo scritto.
La Federazione Italiana Gioco Calcio, in barba alle proposte avanzate dalla LegaPro, ha deciso di togliere la parola fine ai campionati di Serie C, facendo fare alla stessa LegaPro, e ai suoi presidenti, una figura da cartellino rosso. Adesso occorrerà attendere fino a giovedì 28 maggio, se il Governo a fronte di una situazione sanitaria sotto controllo, darà il via libera, il calcio italiano tornerà in campo. Resta, però, l’incognita della curva epidemiologica. Qui, il comunicato pubblicato dalla FIGC non brilla certo per chiarezza. “Precedentemente al riavvio dell’attività agonistica, sarà competenza del Consiglio Federale determinare i criteri di definizione delle competizioni laddove, in ragione dell’emergenza da Covid-19, le stesse dovessero essere nuovamente sospese, secondo i principi di seguito indicati: individuazione di un nuovo format (brevi fasi di play off e play out) al fine di individuare l’esito delle competizioni ivi incluse promozioni e retrocessioni.
In caso di definitiva interruzione, definizione della classifica anche applicando oggettivi coefficienti correttivi che tengano conto dell’organizzazione in gironi e del diverso numero di gare disputate dai club e che prevedono in ogni caso promozioni e retrocessioni”.
Insomma, c’è da capire se si riparte dall’ultima giornata o se si devono disputare solo gli spareggi.
L’unica cosa certa è che tutti i campionati dovranno essere terminati entro il 20 agosto. Qui sorge il primo problema. La Serie C, in questo momento, non è in grado di ripartire. I presidenti lo hanno detto a chiare lettere. Quindi la stagione regolare non può essere garantita.
Proprio per questo l’ipotesi di far disputare play off e play out, e basta, è tutt’altro che improbabile. Se così fosse, Cesena e Rimini sarebbero in vacanza: i bianconeri perché salvi, sono tredicesimi in classifica, i biancorossi perché sarebbero retrocessi, ma con grandi probabilità di essere riammessi. Attenzione, però: Gravina ha ottenuto pieni poteri per poter cambiare il format dei campionati, la FIGC vuole i verdetti decisi dal campo e non è escluso un nuovo modello di play out con l’inserimento delle ultime.
“Sono riusciti a trasformare una tragedia in una farsa. – attacca il presidente del Rimini, Giorgio Grassi – Le decisioni prese dal Consiglio Federale sono una clamorosa sconfessione del presidente Ghirelli, una sua sconfitta politica. Giovedì 28 avremmo un’altra verifica con la FIGC, magari vengono attenuati i protocolli, ma a questo punto dobbiamo mettere nel conto che qualcuno ritiri la squadra. C’è solo una parola che fotografa questo momento: ipocrisia. Sinceramente il fatto che si siano cassate tutte le nostre proposte mi ha sorpreso e non poco. Ora dobbiamo confrontarci e capire come procedere. La retrocessione? Se dovesse avvenire, ci vedremo nelle sedi competenti perché sicuramente si aprirebbe un contenzioso”.