A Rimini ci veniva – bambino – appresso ai genitori. Ora, adulto, continua a fare vacanze in riviera, ma è lui adesso ad accompagnare i figli. I nipoti sono piccoli, così Germano Galbiati da Milano ogni estate si carica letteralmente il peso della famiglia sulle spalle. Utilizza il treno per raggiungere Rimini da Milano, ma – una volta giunto in stazione, si ripresenta la stessa scena: il treno ferma, le valigie sono pesanti, Nickolas e Vanessa cercano le sue mani per sentirsi sicure. E c’è il passeggino da spingere. Fuori, nel parcheggio, c’è l’albergatore che lo aspetta in auto, ma all’atrio bisogna arrivarci e il tragitto non è agevole. I facchini sono spariti, di carrelli porta bagagli neppure l’ombra, per scale mobili o ascensore è meglio ripassare. “Rimini, specie d’estate, è uno snodo ferroviario importante: perché non prevede un servizio per chi ha bagagli a mano?” si chiede Germano. Lui alla riviera, all’albergo, alle amicizie della riviera. È fedele, ma tutti gli anni la fatica di quelle valigie su e giù per le scale…
Rimini ha la sua bella stazione monumentale, come Forlì e Falconara. Ma se avete bagagli al seguito, dovete sperare di scendere solo tra il primo e il terzo binario. Se il vostro convoglio ferma oltre, dovete arrangiarvi. Sì, perché l’unico ascensore di cui è dotata la stazione riminese serve solamente i binari 2 e 3. Gli altri quattro binari sono oltre le colonne d’Ercole…
“Nessuna altra stazione simile a Rimini vanta due ascensori, neppure Bologna” precisa Roberto Pellegrini. Responsabile di RFI, Pellegrini tiene i contatti con Centostazioni, la società che gestisce la manutenzione.
Ai binari nessuno sa dell’esistenza dell’ascensore. Ci sono voluti due giorni prima di trovare un passeggero informato. “È laggiù, proprio in fondo” mi informa Dario il pendolare. Lo incontri seguendo il marciapiede lato Riccione, gambe in spalla. Ecco perché lo conoscono in pochi. “Se l’utente scende dal centro treno, è comodo, - ammette Pellegrini- viceversa se il passeggero si trova in coda o in testa…” deve scarpinare. Fino alla fine della stazione. “La tendenza in atto è quella di spostare il baricentro della stazione verso sud. E anche i treni sono generalmente più lunghi che in passato” prova a dare un’ulteriore spiegazione l’ingegner Giuseppe Zavatta dell’Unità territoriale Romagna.
Il servizio è limitato, insomma. Ma almeno è stata appurata la sua esistenza. “Tra un mese sarà posizionata la nuova cartellonistica: più informazioni e servizi più accessibili” assicura Pellegrini. Perché il sottopasso relativo si ferma al binario 3 e non prosegue fino al 7?
“La canna c’è tutta – assicura ancora Pellegrini – ma il proseguimento non è mai stato realizzato”. Questione di soldi. Lo stesso motivo per il quale è sparito il servizio di portabagagli. Fino a qualche stagione fa, le Ferrovie dello Stato elargivano un compenso ai portabagagli e questi portavano avanti e indietro le valigie. I tagli sono calati impietosi anche su questo servizio ed ora la Cooperativa Facchini Portabagagli si occupa d’altro, per esempio della gestione del deposito bagagli (3 euro per parcheggiare un bagaglio al deposito in fondo al 1 binario ovest) e della pulizia della stazione. Un lavoro che svolge bene: camminare sui marciapiedi per credere.
Niente servizio di portabagagli, dunque. Niente ascensore per chi scende dopo il terzo binario, e montacarichi lontano se non provieni dal centro treno. E i disabili, chi si muove ad esempio su una sedia a rotelle? Il servizio è previsto (ascensore e addetto) ma solo su prenotazione. “La richiesta deve pervenire all’Ufficio Informazioni della stazione di Rimini con un anticipo di almeno 12 ore dall’arrivo” mi spiega un dipendente allo sportello.
Paolo Guiducci