Fino agli anni ’50 era molto più grande di oggi. La parrocchia di San Giuliano Martire infatti si estendeva sino al mare. Successivamente sono sorte le parrocchie di Santi Giovanni e Paolo (San Giuliano mare) – ora soppressa – e San Giuseppe al Porto. Attualmente la parrocchia ha un territorio ben delimitato con al centro il vecchio Borgo. Il tessuto sociale è variegato sia dal punto di vista economico, sia da quello professionale e religioso. È oggi prevalentemente zona residenziale, con diversi esercizi commerciali.
Nel territorio della parrocchia è presente il Santuario Madonna della Scala oggi punto di riferimento liturgico dei Rumeni, degli Ucraini e saltuariamente di altre etnie. A fianco della chiesa Santuario da qualche anno ha sede la Caritas Diocesana. La solidarietà è viva anche grazie alla Casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII in Via Veruda ed un gruppo appartamento, legato alla Fondazione San Giuseppe, che ospita ragazze e ragazzi.
Gli abitanti sono circa 5000, molti gli anziani, in aumento anche le famiglie straniere.
Dal 1987 parroco è don Mario Antolini.
Don Mario, il Borgo San Giulianio è conosciuto come luogo di forte identità…
“È vero. Il senso di appartenenza alla realtà del Borgo è molto sentito non solo dai vecchi residenti, ma anche dai nuovi. Anche chi si è allontanato come abitazione si sente legato al Borgo. Per quanto riguarda la realtà parrocchiale, i rapporti tra le persone, si procede a cerchi di conoscenze e amicizie. Pur tentando, non si è ancora arrivati a una vera fraternità. C’è accoglienza assieme a diffidenza, difficoltà di liberarsi da pregiudizi o riserve. I vecchi contrasti ideologici comunque si sono molto affievoliti”.
La tua appare comunque come una comunità viva.
“Certo sono molte e anche vivaci le realtà che compongono la nostra comunità. In parrocchia esistono: la Caritas e Gruppo caritativo San Vincenzo, l’ACI, l’AGESCI, il Gruppo Famiglie, un piccolo presidio della Legio Mariae, un gruppo del Rinnovameto nello Spirito, un Circolo ACLI con 160 soci, il Cinema Tiberio e una Compagnia Teatrale. Per raccontare la vita dell’intera comunità viene stampato mensilmente il giornalino San Giuliano Notizie, fatto recapitare, tramite messaggeri a tutte le famiglie. Riporta articoli di riflessione cristiana, resoconto d’iniziative ed esperienze, avvisi. Un utile strumento di comunione. Ma perché la parrocchia non sia «un contenitore» di tante esperienze/iniziative diverse, ma abbia un’anima comune vengono organizzati come momenti comuni il Ritiro Spirituale di Avvento e di Quaresima, l’ora di Adorazione Eucaristica il primo Giovedì del mese”.
Uno dei punti importanti oggi è la formazione alla fede. Quali le vostre scelte?
“Fino all’anno scorso si sono attivati i «Centri di Ascolto del Vangelo» nelle case, con una partecipazione che è andata via via diminuendo. Ora si vorrebbe dar vita a incontri sistematici aperti a tutti sul Catechismo della Chiesa Cattolica. Per il resto ci si affida agli incontri formativi nei gruppi, agli incontri, su aspetti della fede, con i genitori dei bambini e ragazzi, la liturgia eucaristica sia feriale che festiva con l’omelia, le veglie funebri, la preparazione al Battesimo dei bambini, la visita annuale alle famiglie. Questa è un’occasione tradizionale, ma propizia per raggiungere la quasi totalità della gente, condividendo le loro situazioni, pregando e richiamando a una più viva partecipazione alla vita della parrocchia”.
Altro tema chiave della vita di una comunità cristiana è la catechesi che prepara ai sacramenti.
“Per quanto riguarda l’iniziazione cristiana è profuso un grosso impegno nella catechesi ai bambini e ai ragazzi anche se i risultati sono scarsi e di anno in anno ci sono maggiori difficoltà. Pur essendo consapevoli che la formazione alla fede e alla vita cristiana deve partire per i bambini dal Battesimo la catechesi vera e propria in parrocchia inizia con i bambini di otto anni circa e prosegue fino alla Cresima (ragazzi di II media). Ai ragazzi che iniziano le medie, vengono proposte due opzioni: l’adesione all’ACR e dunque la preparazione/formazione al Sacramento della Confermazione all’interno dell’associazione; oppure il cammino di fede e la catechesi con il gruppo di catechismo, diciamo, «tradizionale». Per far sentire che questi due gruppi non sono separati, ma uniti in un unico cammino anche se con modalità diverse, si propongono momenti, iniziative che coinvolgono tutti i ragazzi (animazione della Messa domenicale, uscite, attività varie). Il primo anno ha come obiettivo generale la conoscenza del Credo e la professione di fede; il secondo, che coincide con la II media, è scandito da tappe (candidatura alla Cresima, consegna del Padre Nostro e del Vangelo, ritiro di 2/3 giorni)”.
E il dopo-cresima?
“È affidato all’Azione Cattolica, secondo i programmi annuali per pre-adolescenti, giovanissimi, giovani, adulti e all’AGESCI”.
Il Borgo è spesso luogo di feste. Quando è in programma quella parrocchiale?
“La Festa parrocchiale in onore di San Giuliano è celebrata normalmente l’ultima domenica di settembre e segna l’inizio dell’anno pastorale. È preparata nella settimana precedente con una proiezione di un film a tema, anche con dibattito; con attività di gioco-gare per ragazzi, con serata di testimonianze su esperienze vissute di servizio o nelle missioni; con una veglia di preghiera con le confessioni, una fiaccolata votiva con partenza da un luogo significativo dei dintorni. Durante la Festa, oltre la celebrazione della Messa, si svolge la processione con le reliquie di San Giuliano per le vie della parrocchia con canti, letture e preghiere. Il filo conduttore è il tema diocesano dell’anno pastorale. Dalla sera del sabato nel chiostro: musica, stand gastronomico, animazioni e pesca di beneficenza. La festa è un bel momento di fede e fraternità dopo la dispersione dell’estate. Nella preparazione e nella sua conduzione vengono coinvolte molte persone. Un’occasione importante insomma”.
So che per sensibilizzare la parrocchia e collegare la celebrazione dell’Eucaristia con la carità, in chiesa viene posto un cesto dove chi vuole depone generi alimentari che vengono poi portati all’altare al momento dell’offertorio.
“Sì, è un bel segno, ma certo non basta. Molta gente manifesta sensibilità e solidarietà con chi ha bisogno, ma la ricerca di soluzioni al bisogno è rimandata alle istituzioni. In parrocchia c’è un piccolo Centro di Ascolto – Caritas – aperto un giorno alla settimana e un gruppo di persone della ex San Vincenzo; l’uno si incarica anche di distribuire vestiti, scarpe ecc.; l’altro generi alimentari a famiglie residenti e anche a persone di passaggio. Diverse famiglie sono aiutate a pagare bollette e affitto. Ma siamo ancora a livello di assistenzialismo, solo qualche caso si è risolto positivamente”.
L’ultima domanda oggi è d’obbligo. La vostra parrocchia fa zona pastorale insieme a San Giuseppe al Porto, Santa Maria Maddalena – le Celle. Come sta andando?
“Stiamo muovendo i primi passi. Oltre la collaborazione tra parroci che è sempre esistita, si è incominciato a vedersi più spesso per mettere a fuoco alcune prospettive comuni, per pranzare insieme, per comunicarsi nel quotidiano le esperienze e le difficoltà. Già da anni si svolge insieme il corso per fidanzati in preparazione al Matrimonio (a S. Giuliano), la preparazione dei giovani al Sacramento della Cresima (alle Celle). Si sono fatti alcuni incontri comuni per catechisti, ci si propone di coinvolgere i Consigli Pastorali. Si lavora per formare una coscienza comune attorno alle indicazioni diocesane. Se ne vede l’urgenza, dobbiamo trovare le modalità perché ogni parrocchia ha le sue tradizioni”.
Giovanni Tonelli