I concerti degli allievi del corso di alto perfezionamento in musica antica tenuto a Bertinoro dal clavicembalista Fabio Bonizzoni
BERTINORO, 13 agosto 2020 – Sono state preziose occasioni per conoscere musiche che si ascoltano raramente: non solo quelle di compositrici come Maria Teresa Agnesi e Barbara Strozzi o del romagnolo Uccellini, ma persino di Bach, che invece gode di ben altra diffusione. Protagonisti di queste rare opportunità esecutive gli allievi e i docenti del corso estivo di alto perfezionamento organizzato a Bertinoro da La Risonanza Barocca e rivolto, dunque, a musicisti già in carriera che intendono specializzarsi negli strumenti antichi.
La serata conclusiva, nel Duomo della località romagnola (famosa soprattutto per le specialità enogastronomiche, ma che ospita anche iniziative culturali in collegamento con l’Università di Bologna), si è aperta proprio con un’autentica sorpresa, la Sonata Nona a violino solo e basso continuo di Marco Uccellini, nato a Forlimpopoli nel 1603: a valorizzare questo bellissimo brano hanno contribuito con impeccabile professionalità Malgorzata Wnek (violino), Giorgia Zanin (arciliuto), Agnieszka Oszanca (violoncello). E se il nome del quasi contemporaneo Tarquinio Merula non rappresenta una rarità – basterebbe pensare alla fama dei suoi pezzi per organo – così come quello di Barbara Strozzi, soprano e compositrice veneziana, un’altra notevole sorpresa è arrivata da Bach.
È noto che nel catalogo del musicista figurino numerosi concerti scritti per più clavicembali, tuttavia non capita spesso di poterli ascoltare dal vivo (diventa problematico e dispendioso spostare e predisporre due o più strumenti): la presenza di Fabio Bonizzoni – uno tra i maggiori clavicembalisti oggi in attività – e dei suoi allievi ha reso possibile quello che altrove non si riesce a realizzare, neanche nelle più blasonate stagioni artistiche.
Prima è stato proposto il Concerto per due clavicembali e archi in do minore BWV 1060, dove nei tre movimenti (Allegro-Adagio-Allegro) si sono avvicendati alle tastiere gli allievi e il maestro: al di là dell’importante significato didattico di questa alternanza, è stato possibile apprezzare – nonostante l’acustica del Duomo non fosse favorevole alle sonorità del cembalo – la cantabilità quasi italiana degli strumenti solistici e il loro reciproco intreccio contrappuntistico, capace di estendersi all’intera orchestra con esiti d’ipnotica suggestione.
Nel successivo Concerto per tre clavicembali e archi in re minore BWV 1063 gli esecutori sono invece rimasti stabili: lo stesso Bonizzoni, Maria Elena Ceccarelli e Gabriele Marzella. Ha così preso forma una musica, molto vicina all’idea del ‘concerto grosso’, che si caratterizza per l’equilibrio fra i tre solisti nei momenti fugati e che conquista con l’impareggiabile fascino ritmico del movimento ‘Alla siciliana’.
Nel duplice ruolo di maestro al cembalo e concertatore, Bonizzoni ha avuto modo di far conoscere e ammirare anche le qualità dell’ensemble La Risonanza (seppure qui non presente a ranghi completi, ma integrato dagli allievi del corso), da lui fondato nel 1995 e che si avvale rigorosamente di strumenti antichi, con il quale ha all’attivo un’intensa attività discografica e concertistica in campo internazionale. Determinante il contributo orchestrale nella Chaconne in sol maggiore – tratta dalla raccolta Armonico Tributo – di Georg Muffat, che ha concluso la serata: una sorta di sintesi dell’intero percorso, che ha alla radice il piacere di fare musica insieme, addentrandosi in percorsi poco praticati, se non del tutto inediti.
Giulia Vannoni