Con un ambizioso progetto che sfiora i 20 milioni di euro, l’hotel centro congressi Le Conchiglie (ex colonia Dalmine) si appresta a riprendere vita, assieme alla spiaggia antistante. Con i suoi 582 posti letto, circa il doppio di quelli finora disponibili, il quattro stelle diventerà il più grande albergo della riviera romagnola. Archiviato il congressuale, il nuovo format turistico sarà quello del ‘family and water’. Se l’affare andrà in porto, come si prospetta ora, quell’angolo di Marano diventerà un’eccellenza della città, cancellando il degrado che regna da sette anni. Un lungo lasso di tempo durante il quale il fabbricato è stato oggetto di continui vandalismi. La manifestazione d’interesse, che prevede anche la costruzione di un fabbricato retrostante di nove piani a uso residenziale, è stato presentato la scorsa settimana al Palazzo del Turismo dalla proprietà, la Fir Sas degli eredi di Aldo Veleno Foschi, che fa capo al figlio Mauro Foschi, dall’architetto Patrizia Drudi e dall’ingegnere Alessandro Ravaglioli dello studio riminese “AXE –Architect per Engineering Group” alla presenza del sindaco Renata Tosi.
La storia. Costruita nel 1936 dall’industria Dalmine (Bergamo) con 300 posti letto destinati ai figli dei dipendenti, l’ex colonia cessò il suo ruolo nel dopoguerra per poi finire nell’abbandono, fino a quando l’imprenditrice Olga Salciccia, con un investimento di circa 11 miliardi di lire, la trasformò nell’elegantissimo ‘Le Conchiglie’. Poi la cessione a inizio anni Duemila alla società Conquista srl del pioniere del turismo Aldo Veleno Foschi, ora scomparso. Il noto imprenditore, dopo aver gestito di persona la struttura per alcuni anni, l’ha affittata a più imprenditori, fino alla chiusura nel 2012 per un rovinoso fallimento.
Il nuovo progetto, che segue altre proposte finite come bolle di sapone, abbandona l’aspetto congressuale che ha sempre caratterizzato l’hotel, per dare spazio all’acqua e al wellness. Nel salone congressuale seminterrato verrà pertanto realizzata una Spa di 750 metri quadri e un water-park indoor di 1.260 metri quadri, aperto al pubblico anche quando l’hotel sarà chiuso. Esteso su circa 13.500 metri quadri il vecchio albergo sarà ristrutturato anche sotto l’aspetto sismico, mentre la dependance, sul retro, non più recuperabile verrà demolita e ricostruita vicino al corpo centrale. Si moltiplicheranno così le camere che da 136 (233 posti letto) passeranno a 198 (582 posti letto). Prevista anche una de-sigillatura delle aree esterne pavimentate. Quelle permeabili aumenteranno del 27 per cento, passeranno, infatti, da 7.874 a 10mila metri quadri. Sempre in tema di ambiente si prevede l’inserimento di giardini pensili e sulle nuove strutture di verde verticale. Per tutto questo non si prevede alcuna aggiunta di cemento.
L’aumento di cubature cresce, invece, sul retro con la costruzione di un edificio residenziale immerso nel verde. Alto nove piani, che si ergeranno per 30 metri, si svilupperà su circa 3.157 metri quadri. A corredo ci saranno 46 posti auto. Come evidenziano i progettisti “la quota di residenza che si aggira sul 18 per cento dell’intero intervento è molto inferiore rispetto all’aliquota massima prevista dalla legge sul condhotel”.
La spiaggia antistante. Il water-front a mare su viale D’Annunzio (130 metri lineari), cambierà del tutto l’aspetto. Oltre agli spazi per i lettini, si prevedono un bar-ristorante, servizi e giochi d’acqua per bambini. L’area sarà caratterizzata da una piazza centrale polivalente per piccoli concerti o altri eventi culturali. I tecnici assicurano che “non ci sarà alcun aumento di superficie utile” e che le dune con vegetazione autoctona, vincolate, “non verranno intaccate”. Si ripiastrellerà il tratto di strada antistante, da abbellire con nuovo arredo e pista ciclabile che verrà arretrata e ridisegnata con forma sinusoidale.
Nives Concolino