GAME OVER. Rimini perde anche gara3 con Caserta (94-80) e mette fine alla sua stagione. Ora la palla passa alla società che dovrà pensare a trovare un nuovo coach (Ticchi ha praticamente ufficializzato il suo passaggio sulla panchina della Nazionale femminile) e soprattutto a formare un roster che possa essere all’altezza della situazione. Un passo indietro.
Dopo il doppio ko in casa Pepsi, Rimini doveva fare una vera e propria impresa per cercare di risalire sul pullman, invece è finita come si temeva, con i campani a festeggiare una meritatissima semifinale vista la superiorità messa in mostra sia a livello di squadra sia a livello individuale. E poco importa se in gara3 gli arbitri ci hanno messo indiscutibilmente del loro con fischiate al limite del persecutorio; del resto le percentuali del primo tempo la dicono lunga: Caserta ha tirato da 2 con il 93% e da 3 con il 42%. L’unica speranza per Scarone e compagni era che negli spogliatoi qualcosa raffreddasse le mani campane ma dopo un inizio illusorio con qualche punto rosicchiato, i ragazzi in canotta Pepsi hanno messo la freccia e tanti auguri chiudendo partita e gioco, regalando ai riminesi un costumino per andare al mare.
Si chiude così una stagione iniziata tra mille speranze, frutto del primo posto della stagione andata in archivio qualche mese prima, che però sono state tradite da un roster non all’altezza (soprattutto in panchina) e da alcune scelte quanto meno discutibili. Anzi, ad un certo punto si è rischiato di passare dalle stelle alle stalle, con la zona retrocessione a un passo. Ma proprio in quel frangente la squadra si è compattata, ha fatto quadrato ed è uscita dalle zone paludose centrando addirittura i play-off dopo cinque vittorie consecutive. Peccato solo che non sia riuscita a conquistare l’ottavo posto che l’avrebbe portata in gita a Sassari anziché Caserta, con molte chance di centrare per il secondo anno consecutivo le semifinali.
Ora, come detto, bisognerà trovare un sostituto di Ticchi e tutti gli indizi porterebbero a Massimo Galli, suo fidato scudiero. Chi non ci sarà più certamente è Peter Guarasci che ha deciso di appendere la canotta al classico chiodo. Due, i punti fermi, Scarone e Filloy mentre per tutti gli altri inizierà l’esame di riparazione. Intanto, esattamente come lo scorso anno, il presidente Braschi ha manifestato tutta la sua amarezza per uno sport “che continua a navigare da solo, sempre con i soliti noti a dare una mano”. Insomma, i punti interrogativi non sono pochi, chi vivrà, vedrà.