Le opere di misericordia sono quelle espressioni che la tradizione cristiana ha estrapolato dall’insegnamento di Gesù (Mt, 25, 31- 46). La scelta di farci ispirare da questo passo di Vangelo si rifà al senso profondo dell’identità cristiana, alla carità, l’amore gratuito che travalica indifferenza, individualismo, ipocrisia.
Le opere di misericordia sono 7 corporali (presenate sul numero scorso) e 7 spirituali. Ricorrendo al numero sette per due volte, la Chiesa intende dare a quel numero il valore simbolico raccolto nella Bibbia. Come a dire che in quel numero, che significa perfezione e completezza, si vuol esprimere tutto ciò che riguarda l’aiuto verso il prossimo.
Come già raccomandava S. Giovanni ai primi cristiani: “Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità” (1Gv 3,18).
Ecco dunque le sette opere di misericordia spirituale.
1) Insegnare agli ignoranti
Consiste nell’insegnare all’ignorante le cose che non sa: anche in materia religiosa. È un insegnamento che può avvenire attraverso scritti o con parole, con qualunque mezzo di comunicazione o a voce.
Come dice il libro di Daniele, “coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre” (Dn 12, 3).
2) Consigliare i dubbiosi
Uno dei doni dello Spirito Santo è il dono del consiglio. Per questo colui che vuol dare un buon consiglio deve, prima di ogni cosa, essere in sintonia con Dio, perché non si tratta di dare opinioni personali, ma di consigliare bene chi ha bisogno di una guida.
3) Correggere colui che si sbaglia
Quest’opera di misericordia si riferisce soprattutto al peccato. Infatti, quest’opera si può formulare in un’altro modo: ammonire i peccatori.
La correzione fraterna è spiegata proprio da Gesù nel vangelo di Matteo: “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello” (Mt 18, 15).
Dobbiamo correggere il nostro prossimo con mansuetudine e umiltà. Spesso sarà difficile farlo, ma in questi casi possiamo ricordare ciò che dice l’apostolo Giacomo alla fine della sua lettera: “Chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati” (Gc 5, 20).
4) Perdonare le offese
Nel Padrenostro diciamo: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, e il Signore stesso preciserà: “Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi” (Mt 6, 14).
Perdonare le offese vuol dire superare la vendetta e il risentimento. Significa trattare con amabilità coloro che ci hanno offeso.
Nell’Antico Testamento l’esempio migliore di perdono è quello di Giuseppe, che perdonò i suoi fratelli che avevano pensato di ucciderlo e poi lo avevano venduto: “Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita” (Gn 45, 5).
Il più grande perdono del nuovo Testamento è quello di Cristo sulla Croce, che ci insegna che dobbiamo perdonare tutto e sempre: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23, 34).
5) Consolare gli afflitti
La consolazione dell’afflitto, di colui che attraversa qualche difficoltà, è un’altra opera di misericordia spirituale. Rimanere vicino ai fratelli in ogni momento, ma soprattutto in quelli più difficili, significa mettere in pratica il comportamento di Gesù che s’immedesimava nel dolore altrui. Un esempio lo troviamo nel vangelo di Luca quando racconta la risurrezione del figlio della vedova di Nain (Lc 7, 12-15).
6) Sopportare pazientemente le persone moleste
La pazienza, quando si è alle prese con i difetti altrui, è una virtù ed è davvero un’opera di misericordia.
7) Pregare Dio per i vivi e per i morti
San Paolo raccomanda di pregare per tutti, senza distinzione, anche per chi ci governa e per le persone che hanno responsabilità, perché Egli “vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1 Tm 2, 4).