Basta morti bianche. Basta perdere la vita sui luoghi di lavoro. Un grido, un imperativo, che in provincia di Rimini ha portato buoni frutti. Perché se è vero che nel 2008, un’azienda su cinque di quelle controllate è risultata fuori norma, è altrettanto vero che rispetto al 2007, c’è stato un calo del 9% di infortuni sul lavoro. Merito dei controlli a tappeto effettuati da Ausl, Provincia e da tutti gli altri enti interessati. “Perché prevenzione e sicurezza sono le parole chiave per garantire condizioni di lavoro serene e tranquille” dicono da via Coriano. Proprio per questo negli ultimi tempi, si sono intensificati gli interventi di vigilanza e controllo da parte dell’unità operativa “Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro” in collaborazione con il modulo “Sicurezza e Igiene del Lavoro” appartenenti all’Azienda sanitaria riminese. Grazie ad un aumento di risorse umane, al momento sono presenti cinque tecnici della prevenzione e nei prossimi mesi ne saranno aggiunti altri due, oltre alla stabilizzazione di un medico del lavoro vero e proprio. Una “squadra” che nel 2008 ha effettuato 1.900 sopralluoghi e 1.439 interventi di controllo nelle aziende e nei cantieri del territorio che hanno portato a stilare 270 verbali, pari a 350mila euro di sanzioni.
“Le aziende nelle quali facciamo controlli sono selezionate sulla base di dati infortunistici reali, ovvero dove già ci sono state delle denuncie o delle irregolarità” sottolinea Loris Fabbri, direttore del dipartimento Medicina del lavoro dell’Azienda sanitaria.
Per quanto riguarda i controlli, la metà vengono effettuati nei comparti metalmeccanici, del legno e dei trasporti all’interno dei quali ci sono carenze significative; l’altra metà, invece, viene fatta sui cantieri edilizi. E il motivo è molto semplice, ogni anno, in media, in provincia di Rimini, vengono aperti circa duemila cantieri, un’enormità. E non è un caso che delle 1.439 aziende controllate nei dodici mesi appena trascorsi, circa 900 siano legate proprio alle costruzioni.
Purtroppo i dati sugli infortuni parlano chiaro, quello dell’edilizia è il settore che più incide sul fronte degli incidenti sul lavoro: tra il 2004 e il 2007 si è verificata una certa costanza di episodi, con un aumento nel 2006, soprattutto per quanto riguarda gli infortuni durante il tragitto casa-lavoro. Complessivamente, nel 2008, gli infortuni totali denunciati sono stati 8.129: 887 di questi si sono verificati nel comparto costruzioni (un 15% in meno rispetto al 2007), 310 in quello meccanico e 263 nel settore del commercio all’ingrosso. Fortunatamente sono state solamente due le morti sul lavoro, entrambe in aziende metalmeccaniche: un dato in recessione rispetto al picco raggiunto nel 2006 quando i lenzuoli bianchi stesi furono ben nove.
“Il nostro obiettivo per questo nuovo anno è intensificare ancora di più i controlli raggiungendo alla fine almeno il 10% di copertura”, spiega il responsabile della Provincia, Pierpaolo Neri che insieme al suo staff, nei primi quattro mesi dell’anno, ha già ispezionato 430 aziende, di cui 290 imprese edili all’interno di 96 cantieri.
“Vogliamo farlo attivando progetti mirati in primis al settore dell’edilizia per evitare i rischi più frequenti come caduta dall’alto, sprofondamento e seppellimento, ma anche al settore delle industrie manufattiere, dei trasporti e della metalmeccanica e poi svolgendo attività formative per addestrare ai rischi verso i tipi di macchinari utilizzati”.
A questo proposito, si sta mettendo a punto il monitoraggio degli infortuni e controllo delle aziende partendo dai dati in tempo reale forniti direttamente dal pronto soccorso e dal pronto intervento dell’Ausl. Non è da dimenticare come ogni progetto avvenga con il supporto della Procura della Repubblica, la quale può richiedere direttamente indagini specifiche, come già successo nel 2008 con 338 aziende interessate dai controlli. In questo modo, ci si augura che prevenendo il problema ci possano essere meno infortuni ma soprattutto nessun morto.
Marzia Caserio