Trasformare le Acli in un’organizzazione sociale e unitaria ancora più aperta alla società, in cui le persone possano trovare risposte ai propri bisogni. E offrire al territorio un contributo appassionato e qualificato in termini di idee, proposte e riflessioni, nelle quali l’uomo sia al centro.
È appena arrivato, e in maniera anche un po’ imprevista, ma il nuovo presidente delle Acli provinciali di Rimini ha le idee chiare.
“In un momento così importante e difficile per le Acli, – assicura Marco Tamagnini (nella foto al centro in camicia bianca) – segnato dalla scomparsa ravvicinata di due figure cardine, «pietre d’angolo» del nostro sistema, Mario Gentilini mio suocero, secondo padre e nonno dei miei figli, e Vito Brussolo, amico e presidente, è per me un dovere assumere l’impegno e l’onere di continuare l’azione riformatrice e la linea congressuale che, purtroppo, il presidente Brussolo non ha potuto concludere”.
Nonostante le precarie condizioni fisiche, Brussolo aveva però tante idee. E cercava di far correre le Acli nel Terzo Millennio.
“Brussolo teneva saldamente in mano le redini del Movimento al quale non faceva mancare proposte e provocazioni.
Le Acli sono una una famiglia complessa, alla quale servirà ora un periodo di riassestamento.
Sono onorato di mettermi al servizio del Movimento, per condurlo al prossimo congresso, nel segno della continuità assoluta con gli obiettivi che Brussolo, la Presidenza e il Consiglio provinciale si è dato dopo il congresso del 2016”.
C’è da mettersi in sintonia con una società che cambia a ritmo vertiginoso.
“È prevista un’operazione di riqualificazione e rigenerazione dell’intero movimento a partire dai circoli, dai servizi offerti e dal coinvolgimento delle persone.
Il Circolo Acli, ad esempio, necessita di una immagine e di stimoli diversi, trasformando questo luogo di storica socialità in realtà più vicina alle persone”.
Tanti servizi e numerose sfaccettature: Acli va dai circoli al Fap (Federazione Anziani e pensionati), dai servizi fiscali alle attività culturali. A volte, però, non sempre riconosciuti nelle città per valore e potenzialità.
“Lo ammetto: dobbiamo farci conoscere maggiormente. Occorre cambiare il nostro «arcipelago» di associazioni e servizi relativamente autonomi, in un organismo unitario che si proponga come tale ai cittadini. Possiamo essere una moderna impresa sociale aperta allo sviluppo di nuovi servizi per facilitare l’inclusione di tutti. Il percorso è iniziato”.
Tamagnini, scelga due obiettivi.
“La formazione e il lavoro devono essere i nostri obiettivi principali per la tutela dei più deboli e degli emarginati ma anche per rinnovare fortemente la nostra azione sociale con il coinvolgimento di tutto il sistema Acli.
Per questo nel 2018 intendiamo proferire parole importanti per il territorio. Abbiamo in cantiere, prima dell’estate, alcuni incontri e conferenze dedicate al lavoro: è un’idea dell’ex presidente Brussolo che vogliamo portare a termine. Riteniamo, infatti, che serva uno stimolo e una riflessione sul mondo del lavoro nella realtà riminese, impegnata su importanti interventi, ad esempio la riqualificazione urbana”.
Il tema del lavoro è sbandierato da tanti…
“Il lavoro per l’uomo e non votato al solo profitto, che poi è una strada che per tanti economisti alla fine genera poca ricchezza reale.
Sul lavoro, Acli ha messo in campo una ricerca in provincia – in collaborazione con alcune imprese – che renderà nota tra qualche mese”.
I giovani sembrano distanti dal mondo del lavoro. E anche Acli non sembra intercettarne poi tanti…
“I giovani vanno coinvolti. A loro vanno garantiti spazi e risorse, organizzando campi scuola, attingendo dal Servizio Civile, sviluppando progetti grazie al 5 per mille, consentendo loro di ottenere crediti formativi. Il settore Arte e Sport di Acli (attraverso il festival Carton Club, i corsi di fotografia, la musica…) opera – e bene – in questo senso ma occorre da parte di tutti il coraggio di cambiare linguaggio e cogliere interessi e aspettative di un mondo che rischiamo di sentire lontano”.
Cosa rappresenta e cosa possono rappresentare le Acli per Rimini e la provincia?
“Oltre ai servizi e alle professionalità che offriamo, possiamo essere uno stimolo, una voce, e reclamare più attenzione nei confronti del mondo del lavora e delle fasce di persone meno fortunate. La formazione, i pensionati, i servizi dei patronati nei confronti delle esigenze dei cittadini, l’inclusione sociale, i corsi per stranieri, rappresentano alcune delle attività che traducono la nostra mission.
Le Acli per il mondo politico e sociale sono una cartina tornasole di realtà ed esigenze delle persone che forse città e provincia conoscono ma frequentano poco. Possiamo aiutare a comprendere meglio certe esigenze e determinati bisogni di interi settori come migranti e badanti, formazione e donne”.
Paolo Guiducci