È il simbolo di Rimini, ma anche lui necessita di restauro e manutenzione, a oltre vent’anni dall’ultimo intervento. Per l’Arco d’Augusto si prospetta dunque un check-up autunnale. Pulitura, ristrutturazione e manutenzione che permetterà ad uno dei monumenti di maggior valore della città di “splendere” già a Natale.
Il “cantiere” aprirà il 10 ottobre e durerà 60 giorni. L’operazione è frutto dell’accordo tra Soprintendenza archeologia, belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena, e il Comune di Rimini. L’intervento è finanziato grazie ad un bando da 30.000 euro (ne erano stati richiesti 60.000 per la verità) e ad una compartecipazione del Comune per circa 8.000 euro. “L’arco non è malato – precisa la Soprintendente Federica Gonzato – ma è bene intervenire prima che la situazione degeneri. Si tratta di Pulie la superficie e mettere in sicurezza piccoli distacchi degli elementi compositivi. Si rimuoverà il verde, i funghi, i licheni presenti, il guano animale e le macchie provocate dallo smog”. Una patinata protettiva verrà posizionata per impedire che eventuali vandalismi possano intaccare la pietra. “La metodologia di restauro seguirà il principio del ‘minimo intervento’ – ha proseguito il Sovrintendente questa mattina illustrando il progetto – per non cancellare le ‘rughe’ dell’Arco, cioè i segni della storia di questo monumento”.
Anche i cittadini potranno partecipare alla “riscoperta” di questo tesoro cittadino. La Soprintendenza ha organizzato il 28 ottobre l’apertura dei cantieri di restauro e una visita guidata. Cantiere non significa Arco d’Augusto “impacchettato”: l’antica porta cittadina resterà infatti fruibile durante i lavori.
“Arco d’augusto, ponte di Tiberio, ma anche Tempietto di S. Antonio e Domus sono testimonianze romane importanti – fa notare il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad – tutte interessate da progetti di riqualificazione, possibili anche attraverso Art Bonus. Il Comune di Rimini continuerà a fare la sua parte in materia di recupero e valorizzazione ma se ci fossero privati interessati a partecipare al restauro con sponsorizzazioni o attraverso la formula dell’Art Bonus, farebbero il bene della città”.
Paolo Guiducci