Il cuore non ha colore: eppure nel razzista stato della Virginia nel 1967 non si vuole a nessun costo riconoscere la validità di un regolare matrimonio contratto a Washington, quello tra Richard Perry Loving e sua moglie Mildred, per colpa del colore della pelle, lui bianco, lei nera. Alla storia vera dell’unione “impossibile” (per lo stato della Virginia) e la battaglia civile per godere dei normali diritti e ritornare a casa, luogo dal quale sono stati banditi, si dedica Jeff Nichols, il regista di Mud e Take Shelter, che mostra la toccante normalità di due persone che si amano, costruiscono la loro famiglia crescendo i loro figli e cercano in modo silenzioso e mai sensazionalistico di vincere la loro “guerra” contro insulse motivazioni razziali condite da farneticanti osservazioni religiose sulle razze. La loro storia scuote la nazione, anche perché finiscono in copertina su Lifein uno scatto di intima complicità, ma Richard e Mildred continuano a ingoiare l’amaro del loro dolore, osservano attoniti e increduli gli atteggiamenti ingiusti nei loro confronti e attendono con fiducia una giustizia umana.
Stile pacato, procedere dignitoso, capace di emozionare e commuovere senza mai alzare il tono, lavorando bene sulla quotidianità dei due protagonisti (Joel Edgerton e Ruth Negga sono i due coniugi, nel ruolo del fotografo di Life c’è Michael Shannon, il brutale poliziotto è Martin Csokas), Loving è una bella storia di quelle che ti fanno sperare nelle possibilità di lottare, mantenendo sempre la propria dignità di esseri umani, con la speranza di un verdetto che permetta alla famiglia “esiliata” di poter ritornare nella propria terra, dove tutto è iniziato e dove risiedono le “radici” del loro amore, nemmeno per un minuto deviato da inutili considerazioni di razza.