Home Ponte Giovani L’AMORE DEI GIOVANI, IN CERCA DEL REALE

L’AMORE DEI GIOVANI, IN CERCA DEL REALE

In un’epoca in cui le ‘finestre’ sono soprattutto quelle di uno smartphone e il gesto più romantico che si possa fare sembra essere uno swipe verso destra (sulle app per appuntamenti, strisciare il dito verso destra equivale a dire “mi piaci”, ndr), la Generazione Z a cui appartengono i ragazzi nati tra il 1997 e il 2012 ha deciso che “no, grazie”: meglio aprire quella vera, affacciarsi al mondo e, magari, incrociare lo sguardo di qualcuno per strada. Altro che algoritmi dell’amore! È infatti arrivata una notizia che suona un po’ come una rivoluzione vintage: i giovanissimi hanno (quasi) abbandonato le app di incontri e questo porta con sé tutta una serie di riflessioni. Vediamo come e perché.

Fuori dal tunnel (degli appuntamenti online)

In un periodo storico in cui le relazioni e le conoscenze sembrano essere sempre più mediate da algoritmi e schermi, i giovani della cosiddetta GenZ sta riscoprendo il valore dell’incontro reale, lontano dal filtro delle app di dating (appuntamenti). Questo fenomeno, documentato in un sondaggio dell’Osservatorio di San Valentino di Skuola. net, segna una netta inversione di tendenza rispetto ai decenni precedenti. Le piattaforme di incontri, che per anni sono state il tempio dei match fulminanti, sembrano improvvisamente démodé; il punto di riferimento per chi cercava l’amore o anche solo un’avventura, ora sono considerate perlopiù inaffidabili.

Le motivazioni dietro a questo abbandono sono molteplici e variegate, ma un dato è certo: 90% dei ragazzi tra i 14 e i 25 anni non ha mai usato un’app di incontri.

E, per quelli che lo hanno fatto, solo una minima parte (3%) ha visto nascere una storia significativa, un incontro che valesse la pena di essere raccontato. Il 50% degli intervistati ritiene che le app di incontri non siano efficaci per trovare un amore vero, mentre quasi un terzo (il 32%) le percepisce addirittura come pericolose.

Ma come? Non erano loro, i nativi digitali, quelli cresciuti a pane e social? Sì, proprio loro. Che forse proprio per questo hanno sviluppato un superpotere: la voglia di tornare all’autenticità. L’amore, per loro, non è più uno swipe, ma un colpo di fulmine; un qualcosa che nasce dallo sguardo di una persona reale, da un sorriso sincero in un corridoio o da un incontro fortuito al bar.

Le ombre degli appuntamenti online: tra delusioni e rischi

Il sondaggio conferma che dietro la fuga delle nuove generazioni dalle app di incontri ci sono anche esperienze spesso negative. Quasi la metà della GenZ boccia le app con un voto insufficiente, ritenendole ‘luoghi’ dove è difficile incontrare persone affidabili. Solo il 27% concede loro una sufficienza, ammettendo che, anche se è possibile fare belle conoscenze, bisogna saper “navigare a vista”. E non mancano le brutte sorprese: il 38% degli intervistati racconta esperienze spiacevoli, come incontri con persone

diverse da come si presentavano online (30%) o situazioni al limite, in cui l’aspetto reale del partner differiva nettamente dalle foto del profilo (42%). Più preoccupante, però, è il fatto che il 15% delle ragazze e il 12% dei ragazzi abbiano subito molestie o stalking, mentre l’11% degli intervistati ha temuto per la propria sicurezza durante un incontro dal vivo.

Possiamo dunque parlare di ‘funerale digitale’? Non ancora…

L’indagine di Skuola.net evidenzia altresì che sono soprattutto i ragazzi maschi e le persone non binarie (cioè che non si riconoscono nella tradizionale distinzione tra maschile e femminile) a mantenere vivo l’interesse per il dating online. Nella lista dei ‘fedelissimi’, troviamo anche i Millennials (i nati tra il 1981 e il 1996) i quali considerano queste tipologie di app, una parte importante della propria storia digitale. Circa il 20% di questi gruppi dichiara di aver utilizzato almeno una volta le app, percentuale doppia rispetto alla media generale. Tuttavia, anche tra loro prevale lo scetticismo: il 57% dei ragazzi ritiene che queste piattaforme non siano adatte per cercare l’amore, ma piuttosto per incontri occasionali. Tra i maschi, il 32% ne fa un uso quotidiano, ma spesso senza aspettative a lungo termine. Le ragazze, al contrario, appaiono decisamente più diffidenti: il 33% ha evitato il dating online per paura, un dato superiore di 8 punti percentuali rispetto ai coetanei maschi (25%).

Scuole, piazze, parrocchie: il ritorno ai luoghi dell’amore

La mappa dei nuovi ‘luoghi del cuore’ è sorprendentemente tradizionale: scuole e università fanno il pienone, con il 40% degli amori che nascono tra un’interrogazione e un compito in classe. Subito dopo vengono gli amici (17%), le serate in discoteca o alle feste (10%) e perfino le panchine dei giardinetti pubblici (9%). Ma attenzione: c’è anche chi si è innamorato in parrocchia (7%) o mentre faceva sport (4%). Insomma, Cupido si è rimesso le scarpe da ginnastica e va in giro a piedi, altro che Wi-Fi!

Il parere dei diretti interessati non sia tanto l’app in sé, ma l’uso che se ne fa. Ho conosciuto belle persone online, alcune sono rimaste amiche, altre sono state relazioni importanti”.

Insomma, chi pro e chi contro. Ma l’importante è capire che l’amore è una cosa semplice. E, a quanto pare, per i giovani dev’essere anche e soprattutto reale.

Abbiamo parlato con alcuni giovani di Rimini, cosa pensano dell’argomento?

Avevo scaricato un’app di incontri un paio di anni fa, – racconta Marta, 25 anni ma dopo poco ho iniziato a sentirmi quasi ‘merce’. Le conversazioni erano superficiali e molti ragazzi sembravano più interessati a collezionare match che a conoscere davvero qualcuno. Ho capito che preferisco di gran lunga incontrare persone dal vivo, magari a un concerto o a un evento. Almeno puoi vedere com’è davvero una persona, senza filtri o foto ritoccate”. Anche Luca, 26 anni, preferisce l’approccio ‘dal vivo’, però non si sente di esprimere giudizi troppo negativi: “ Non voglio demonizzare le app, perché grazie a una di queste ho conosciuto una ragazza con cui sono stato felicemente fidanzato per oltre un anno. Però mi rendo conto che possono essere tossiche se usate troppo. Ti portano a pensare che ci sia sempre qualcosa o qualcuno di meglio dietro l’angolo, e questo rischia di farti vivere i rapporti in modo superficiale. Ora cerco di vivere di più il presente e le persone che incontro nella vita reale”.

C’è invece chi, come Flavia, 23 anni, trova le app di incontro ‘utili’: “ Io non sono contro le app, anzi. Per una persona timida come me sono state un aiuto. Non è sempre facile attaccare bottone per strada o in un locale. È vero, bisogna stare attenti perché online si potrebbe impattare in situazioni spiacevoli, ma basta avere un po’ di buon senso, come dal vivo. Credo che il problema principale non sia tanto l’app in sé, ma l’uso che se ne fa. Ho conosciuto belle persone online, alcune sono rimaste amiche, altre sono state relazioni importanti”.

Insomma, chi pro e chi contro. Ma l’importante è capire che l’amore è una cosa semplice. E, a quanto pare, per i giovani dev’essere anche e soprattutto reale.