Sei furono le mogli di Enrico VIII e la più nota è certamente Anna Bolena, spirito forte e carattere deciso, destinata ad un finale tragico. Ma non tutti conoscono la storia della famiglia Boleyn, ambiziosa al punto da introdurre a corte, attraverso l’autoritaria figura dello zio Thomas Howard duca di Norfolk, le due sorelle Anne e Mary (per alcuni più giovane di Anne, per altri storici la primogenita) ed il fratello George. Un’occasione per far salire la famiglia ulteriormente di rango e di patrimonio, poiché il duca di Norfolk vede in Anne la ragazza giusta per il sovrano, ormai stanco della prima moglie Caterina d’Aragona che non riesce a dare alla luce l’agognato erede maschio. Enrico VIII amerà anche Mary, ma alla fine sarà Anne a salire sul trono, partorire Elizabeth (futura Regina d’Inghilterra) e soccombere sotto la scure del boia.
Tutto questo materiale compare nel romanzo storico
The Other Boleyn Girl di Philippa Gregory, già adattato per il piccolo schermo dalla BBC in uno sceneggiato. Ora la storia arriva anche sugli schermi cinematografici in L’altra donna del re diretto dal regista televisivo Justin Chadwick con la sceneggiatura firmata da Peter Morgan, esperto in sovrani (a lui si devono le sceneggiature di The Queen e di uno sceneggiato tv dedicato a Enrico VIII).
Film confezionato con un certa cura, anche se l’inizio con quei fiori gialli, e quei bambini spensierati (e la colonna sonora di Paul Cantelon al principio stucchevole) fa temere il peggio. Fortunatamente piano piano si entra con una certa decisione nei bui corridoi della storia e negli intrighi di corte e la densa vicenda delle due sorelle, interpretate da Natalie Portman (Anne) e Scarlett Johansson (Mary) ambedue piuttosto brave con un voto superiore per la prima. Certo Chadwick non è regista di polso e il suo stile registico rimane sul convenzionale, senza trovare momenti memorabili che posano ulteriormente elevare il prodotto. Se Enrico VIII viene rappresentato in versione “longilinea” e tonica attraverso l’attore Eric Bana, più di facciata che di perizia psicologica, attorno ai caratteri principali ruotano bravi attori come David Morrisey (il duca di Norfolk), Jim Sturgess (il fratello George) e Kristin Scott Thomas (Lady Boleyn), in un tripudio di costumi sfarzosi firmati dalla due volte Premio Oscar Sandy Powell (Shakespeare in Love e The Aviator) e di suggestive locations britanniche, per i complessi e tragici “Tudor Times”. Spariscono o rimangono ai margini alcuni personaggi storici fondamentali come Thomas More, Thomas Cromwell e il cardinale Wolsey, per concentrarsi principalmente sulle due “Boleyn Sisters” e il loro rapporto con il re.
Paolo Pagliarani