Prima è arrivato Buran e poi ci si è messa pure l’ombra minacciosa di Buran 2, che già da metà marzo ha cominciato a sistemarsi in direzione di tiro Adriatico, pronto a lanciare le sue ondate di gelo.
Di certo questi non sono tempi consoni alle gelate soprattutto per i campi e le colture che, a gemme appena spuntate si sono viste arrivare prima le abbondanti piogge, poi la neve e infine il gelo.
Ci siamo chiesti, allora, come stanno in salute i campi della Romagna dopo l’ondata di maltempo portata da Buran, e cosa potrebbe accadere se effettivamente una nuova ondata di maltempo (prevista per gli utlimi giorni di marzo) – con tanto di gelata – si abbattesse su alberi, ortaggi e piantine in fiore? Ne abbiamo parlato con Giorgio Ricci, Presidente di Coldiretti Rimini.
Ricci, quanti danni sono stati fatti dall’ondata di maltempo portata da Buran tra febbraio e marzo?
“Dividerei quel periodo di maltempo in due parti. Nella prima parte ci sono state delle abbondanti piogge che non sono da prendere negativamente. Dopo il periodo di siccità che abbiamo vissuto la scorsa primavera/estate, avere delle riserve d’acqua per l’estate e gli alberi da frutto che necessitano di molte riserve non è un fattore negativo. In generale non ci sono stati gravi problemi, non ci sono stati notevoli problemi di asfissia con le radici delle piante completamente ricoperte d’acqua e la successiva morte. Solo a Corpolò si sono verificati dei casi di allagamento ma perché non si erano tenuti bene i fossi di raccolta, ma sono cose che possono succedere quando, come in questi casi, cade tanta pioggia in poco tempo e la terra non ha potuto assorbire tutta la pioggia caduta”.
E questo per quel che riguarda la pioggia, e il gelo invece. Quali danni ha portato?
“Per quel che riguarda il gelo si sono verificati due fenomeni: da una parte sono morte tutte le verdure presenti nei campi, come i cardi, i cavoli etc. SI tratta in questo caso di un danno specifico che non ha effetti sul futuro; dall’altra parte ci sono stati dei danni alle albicocche precoci, una tipologia di albicocca che era in fiore già nel momento del gelo. In questo caso è caduto il fiore e di conseguenza quest’anno non faranno frutto. Dovremo attendere il prossimo anno. Mi sono arrivate delle segnalazioni dalla zona di Montalbano, per esempio.
Gli ulivi?
“Ancora non si capisce molto. Ci sono delle parti di piante, in alcune zone esposte che si sono seccate. Ma non possiamo fare bilanci”.
E se arrivasse una nuova ondata di gelo?
“In questo momento sarebbe un grande problema. Basti pensare agli alberi di pesco che sono già in fiore e che sarebbero irrimediabilmente compromessi. Stiamo parlando di piante che hanno già vegetato e che, di conseguenza, sarebbero irrimediabilmente perse per quest’anno. Speriamo di no e guardiamo il bicchiere mezzo pieno pensando che quest’anno non patiremo per la siccità”.
A proposito di siccità…
La siccità verificatasi nel corso dei mesi primaverili ed estivi 2017 e che ha interessato territori di tutte le province della regione, è stato riconosciuto come evento eccezionale. Questo vuol dire che è possibile chiedere i danni.
In una nota diffusa da Coldiretti si legge che «Le aziende che hanno subito danni alle produzioni e che si trovano all’interno delle aree individuate nei singoli fogli di mappa indicati nella Delibera della Regione n. 2029 del 13 dicembre 2017, possono presentare domanda per gli aiuti previsti entro il 9 aprile 2018 per l’attivazione delle provvidenze previste dal Fondo di Solidarietà Nazionale.
Le domande di aiuto devono essere compilate con l’ausilio del programma informatico reso disponibile dalla regione Emilia-Romagna.
Al momento della presentazione della richiesta di aiuto, l’azienda deve essere iscritta al Registro delle imprese della Camera di Commercio, nonché all’anagrafe delle aziende agricole della Regione Emilia-Romagna e avere il fascicolo aziendale validato, in modo da evitare di ripresentare la documentazione per i dati già presenti in anagrafe».
Per la Provincia di Rimini il periodo di riferimento va dal 21 marzo al 31 agosto e i Comuni interessati sono Casteldelci, Coriano, Gemmano, Maiolo, Misano Adriatico, Mondaino, Montefiore Conca, Montegridolfo, Montescudo – Monte Colombo, Morciano di Romagna, Novafeltria, Pennabilli, Poggio Torriana, Rimini, Saludecio, San Clemente, San Giovanni in Marignano, San Leo, Sant’Agata Feltria, Santarcangelo di Romagna, Talamello, Verucchio.
Angela De Rubeis