Una mazza, un guantone, una pallina. Sono gli ’strumenti’ indispensabili del baseball, è l’immagine scelta per la copertina di Pirati – La storia del Rimini Bc, il nuovo libro di Alberto Crescentini, già autore di Rimbalzi – Ottant’anni di canestri a Rimini. Un lungo e approfondito viaggio nella memoria, un tuffo nel passato – e non solo – per rendersi conto di quanto sia radicata sul nostro territorio la tradizione di questo sport prettamente americano. Una disciplina che attecchì in riviera grazie soprattutto al professor Eugenio Pagnini, un personaggio che, oltre a insegnare al liceo classico, nel 1932 aveva preso parte alle Olimpiadi di Los Angeles, quelle del triplice trionfo di Romeo Neri nella ginnastica artistica, mentre lui gareggiò nel pentathlon moderno. Fu là, nella città degli angeli, che Pagnini scoprì il baseball, rimanendone affascinato. E nel dopoguerra cominciò a insegnare ai suoi studenti i primi rudimenti di quello strano gioco.
Nacque così, sul finire degli anni Quaranta, la prima squadra riminese, con quei pionieri che venivano guardati con curiosità da amici e conoscenti, nemmeno fossero dei marziani. Il seme però era stato gettato, la passione cominciava a diffondersi. Seguirono altri campionati, mentre alcuni giocatori, i più bravi, si trasferirono nella più ambiziosa formazione del Bologna. Per un decennio circa il ’batti e corri’ scomparve dalla scena, ma nella seconda metà degli anni sessanta le mazze tornarono a roteare e nel 1969 l’allora Glen Grant – questo era lo sponsor – conquistò addirittura la promozione in serie A. Si giocava al ’Neri’, su quel prato dove abitualmente si esibiva la Rimini Calcio, con tanto di pista ciclabile in cemento a fondo campo, un’insidia per caviglie e giunture dei nostri eroi.
Il vero salto di qualità – si legge nel libro – arrivò nel ’73, quando venne alla luce lo stadio del baseball, con tanto di terra rossa tra una base all’altra. E sempre in quel periodo divenne presidente l’uomo che trasformò il club riminese in una realtà di primissimo piano del baseball italiano e internazionale: il presidente Cesare (Rino) Zangheri, l’industriale nel ramo del legname che regalò solidità economica e mentalità vincente alla società (nella foto in alto dopo una vittoria).
Ed ecco che nel ’75 prende corpo il primo, storico scudetto: Eddy Orrizzi e Mike Romano sono due italo-americani che dimenticano in fretta hamburger e hot dog a favore di tagliatelle e piadina, due giocatori che spostano gli equilibri, così come si fanno onore i tanti enfant du pays, da Vandi a Di Raffaele, da Grassi a Berlini e via dicendo. Il tricolore chiama poi la Coppa dei Campioni (nel 1976, a Madrid), così come altri titoli e trofei si ammassano in fretta in bacheca.
Le epiche sfide con Bologna, con Parma, partite, azioni impresse nella memoria degli appassionati, come l’incredibile ’grande rubata’ di Tim Pagnozzi, che arrivò salvo a casa base scivolando sotto le braccia protese di Giorgio Castelli, il più forte ricevitore italiano (e a lanciare era Craig Gioia, a formare una batteria fortissima per i ducali).
Il dettagliato racconto di Alberto Crescentini non trascura nulla, ci sono anche annate non memorabili e personaggi che non hanno lasciato traccia, perchè lo sport, si sa, non è fatto solo di successi, ogni tanto bisogna ingoiare qualche ’rospo’, incassare qualche cocente delusione. Ma tutte le stagioni i Pirati – questo il nomignolo affibbiato ai giocatori della squadra riminese – ci provano, scendono in diamante per vincere, anche perché il presidentissimo Zangheri è uno che a perdere non ci sta mai. E gli scudetti fioccano (’79, ’80, ’83, ’87, ’88…), in quelle annate felici. In Europa invece le cose vanno meno bene, nell’89 si materializza la terza Coppa dei Campioni ma da allora – e sono passati quasi trent’anni – il baseball riminese non è più riuscito a primeggiare. Tra i patri confini sì, nel ’92, ’99, 2000, 2002, 2006 e 2015 il Rimini Bc conquista altri tricolori, con il totale che ha toccato quota 12. Solo Nettuno ha fatto meglio nel Belpaese.
Il libro, che è corredato da 130 foto, regala poi ai lettori gustosi aneddoti, statistiche, perché il ’batti e corri’ è disciplina che si nutre di numeri. Con Pirati – La storia del Rimini Bc viene colmato un vuoto nell’editoria sportiva – e non solo – riminese.
Antonio Vertaglia