Tra due mesi i lidi torneranno ad accogliere i bagnanti. Ma in questo momento regna la confusione più grande tra gare e indennizzi. Ed entro l’estate dovrà essere approvato il nuovo Piano Spiaggia
Sulla spiaggia di Rimini gli ombrelloni sono ancora chiusi, ma il clima è già bollente.
Soprattutto per le varie battaglie normative e giuridiche che sulla battigia si combattono. C’è un Piano Spiaggia da approvare, con le varie posizioni che si confrontano e poi c’è il tema delle concessioni demaniali da assegnare con gara. Il futuro assetto della spiaggia sarà definito da come si concluderanno queste partite. Per Rimini, città a forte vocazione turistica dagli anni ’60, non è affare da poco. In ballo c’è da capire quale sarà il modello che si affermerà. Quello che negli anni ’80 ha fatto nascere due neologismi quali “riminizzazione” e “divertimentificio”, oppure prevarrà l’idea di un turismo di qualità, basato sulla sicurezza ambientale e sulla vivibilità della spiaggia?
Il tratto distintivo del Parco del Mare è proprio incentrato sulla riqualificazione ambientale. Rimini è l’unico esempio in Italia di adattamento all’innalzamento del livello del mare e così ha ridotto del 45% il rischio di danni da inondazioni. L’opera è ancora in fase di attuazione e si va estendendo verso sud e verso San Giuliano e sicuramente sta migliorando la vivibilità della spiaggia, se non altro per aver eliminato le auto dal lungomare. Non tutti però apprezzano, ad esempio, la professoressa Nadia Urbinati ha osservato che Come a dire che l’americanizzazione descritta da Pier Vittorio Tondelli pare ancora in corso, come qualche mese faceva notare Il Manifesto.
Il Piano spiaggia prima dell’estate approderà in Consiglio comunale per la definitiva approvazione. L’obiettivo è aumentare le spiagge libere, il Sindaco afferma che passeranno da 14 a 26, ma l’Associazione Mare Libero ha dichiarato che è troppo poco e ha proposto di portare le aree libere al 40% del totale, rispetto al 10% attuale. I bagnini dal canto loro osservano che il modello attuale offre ottimi servizi ai quasi sette milioni di turisti che tutti gli anni si riversano sulla Riviera. Intanto, si attendono i bandi di gara per assegnare le nuove concessioni. I Comuni, però, prima di bandire le gare attendono che il Governo si pronunci in merito al diritto dei bagnini di ricevere gli indennizzi, per le passate gestioni. Per ora non si sa esattamente se questi indennizzi sono dovuti e a quanto potranno ammontare. I bagnini chiedono che venga riscritto il Decreto dell’allora ministro Fitto, che concede gli indennizzi solo ad investimenti di beni ammortizzabili avvenuti negli ultimi cinque anni. Secondo i bagnini, pochissimi ne potrebbero usufruire. Nel frattempo l’attesa delle gare è divenuta quasi ventennale. La Direttiva europea che le origina, la cosiddetta Bolkestein, è del 2006, recepita dall’Italia nel 2010, ma l’attuazione è complicata.
La Direttiva è contestata dai bagnini, ha dato vita a diversi ricorsi e i differenti livelli istituzionali si rimpallano responsabilità e competenze. Così di proroga in proroga si è arrivati ad una situazione quanto meno intricata. Ad esempio, la sentenza del Tribunale Amministrativo della Liguria ha sancito, nel mese di febbraio, che “ le concessioni demaniali marittime per attività turistico ricreative hanno cessato il loro effetto il 31 dicembre 2023 e quindi le nuove assegnazioni devono avvenire mediante selezioni imparziali e trasparenti tra i potenziali candidati ai sensi della direttiva Bolkestein”. Non diverso è il parere dell’Autorità Garante della Concorrenza che rispondendo alle richieste dell’avvocato Roberto Biagini, coordinatore di Mare Libero, scrive Insomma, non ci sono proroghe possibili, caso mai solo tempi tecnici per indire e gestire i bandi di gara.
In questo clima i bagnini attendono di capire quale potrà essere il loro futuro.
Hanno diritto agli indennizzi? In che misura? Cosa prevedranno i bandi comunali? L’assessora comunale al Demanio, Valentina Ridolfi, fa sapere che nell’incertezza generale intende muoversi La spiaggia è un bene comune, i vari interessi contrapposti perdono di vista proprio il fatto che la spiaggia è di tutti, residenti o turisti che siano.
Bagnini, amministratori pubblici e partiti sembrano dimenticarlo.
Alberto Rossini