La Colletta, un gesto importante anche per chi la fa. Ritorno in presenza per 1.000 volontari. 34 enti Sabato, un giorno giusto per fare compere. In questa occasione, però, questo gesto semplice può risultare decisivo per molte persone: fare la spesa per chi non può farlo. Mentre si decidono gli acquisti per tutta la famiglia, si può pensare anche a chi quel sacchetto non riesce a riempirlo, né oggi né domani. A ritirare il contributo ci pensano – come formichine previdenti che fanno provviste per i più bisognosi in tempi di magra – i volontari della Colletta Alimentare.
Con le simpatiche formichine simbolo della raccolta stampigliate sulle pettorine d’ordinanza, quest’anno torneranno in presenza per fare una raccolta per chi non la può fare.
La tradizione cristiana che mette al bando le astrattezze, sollecita, invece, a tradurre le grandi idee della fede nelle cose concrete di tutti i giorni, tramanda una formula, quella delle “opere di misericordia corporale e spirituale” che è valida oggi più che mai. Con questa bussola sempre in tasca, la Fondazione Banco Alimentare (che in Italia raccoglie mi- gliaia di enti, di cui oltre 700 solo in Emilia-Romagna) si incammina anche quest’anno sulla via del “magazzino della carità”.
Pronti via: sabato 27 novembre in 108 supermercati della provincia di Rimini (di cui 17 a San Marino) scatta la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare: i volontari, distanziati e muniti di Green Pass inviteranno a comprare prodotti a lunga conservazione: omogeneizzati alla frutta, tonno e carne in scatola, olio, legumi, pelati.
In Emilia-Romagna, le strutture convenzionate beneficiarie saranno 746 e i prodotti donati arriveranno a circa 125.000 persone.
La Colletta è un gesto fatto per andare incontro ai bisogni dei più poveri, ma anche una grande occasione per tutti. Mica virtuale, ma un gesto di carità personale, concreto, semplice, possibile perciò per tutti: ciascuno può donare parte della propria spesa per rispondere al bisogno di chi vive nell’indigenza.
“ Lo scopo della Colletta, infatti, è anche introdurre le persone a quella mentalità che è quella di condividere senza limite e senza confine” fa notare il responsabile della Colletta nell’area di Rimini Pasquale Fattibene. Lo spiegava bene don Giussani: “C’è un limite alla carità? Sì, è quello di essere senza limite”.
Il meccanismo del “fare la spesa per chi non può farla” è semplice: a quanti faranno la spesa nei supermercati coinvolti, i volontari della Colletta chiederanno un aiuto per i più indigenti. Nel “sacchetto della solidarietà” possono finire dunque olio, omogeneizzati, prodotti per l’infanzia, tonno e carne in scatola, pelati e legumi.
Il prodotto più gettonato solitamente è la pasta, seguito nella sporta dai pelati e legumi. Ma più il piatto è vario, più fraterna è la tavola. Nei punti vendita che accolgono la proposta (87 nel 2019, 53 nel 2020 ma in forma dematerializzata), si alterneranno squadre di volontari: sono impiegati e liberi professionisti, operai e studenti, insegnanti e casalinghe, adulti desiderosi di partecipare a questo gesto di carità.
Il ricavato della generosità personale dei riminesi viene poi girato – grazie anche all’attività dell’associazione Banco di Solidarietà Rimini onlus – a 44 tra enti, parrocchie, associazioni caritative della provincia (di cui una sul Titano). Si va dalle Caritas a San Patrignano, fino alla mensa di Santo Spirito, Casa Sant’Anna, Coop. Centofiori e Comunità di Monte Tauro. Il sacchetto della colletta nel 2019 si è riempito di 67.034 chilogrammi di generi alimentari (grazie a 1.690 volontari), ridistribuiti alle strutture caritative accreditate nella provincia di Rimini e San Marino. “ Quando la proposta arriva al cuore, il cuore risponde” dice Roberto Amovilli, uno degli storici animatori riminesi della Colletta.