Fino al secolo scorso, sposarsi era un fatto sociale, di coscienza religiosa e civile. Insomma, era la norma. Arrivati ad un certo punto della vita ci si sposava e si “metteva su” famiglia; i giovani pensavano alle nozze nel solco di quel patrimonio di valori che avevano accolto nella tradizione.
Oggi non è più così, c’è spazio per domande, l’eredità dal passato è stata in un certo senso “sperperata”, le persone e dunque anche l’uomo e la donna, il ragazzo e la ragazza, i fidanzati sono più soli davanti al futuro.
Non tutto è negativo, anzi. Tuttavia la preparazione al matrimonio è una cosa troppo seria per lasciarla solo ai sentimenti.
Per affrontare questa affascinante sfida, e sostenerla insieme ai fidanzati e ai futuri sposi, la Chiesa riminese ha pensato di fare un pezzo di strada proprio insieme ai giovani e alle giovani. Da qui l’idea del Percorso formativo organizzato dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della famiglia, e intitolato “Aquila e Priscilla”, dal nome dei due coniugi giudei convertiti al Cristianesimo e appartenenti alla prima generazione cristiana. Vivevano a Roma dove erano fabbricanti di tende. Di loro si parla negli Atti degli Apostoli e sono venerati dalla Chiesa cattolica come santi.
“Aquila e Priscilla” è pensato come un percorso formativo per sposi, animatori di pastorale familiare e animatori di percorsi prematrimoniali.
Da dove nasce nasce l’urgenza di questo accompagnamento, di questa formazione, di questo percorso? Lo chiediamo a Gianluca Pesaresi, direttore insieme alla moglie Simona, dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della famiglia.
Perché Aquila e Priscilla?
“La preparazione al matrimonio è una avventura tanto bella e tanto seria. Come possiamo dunque affrontare una sfida così impegnativa senza un’adeguata formazione, senza una riflessione ampia sul significato e il valore delle nozze, sugli impegni e le responsabilità che il patto nuziale comporta, sui rischi e pericoli legati al mestiere di genitore? Da qui l’idea di un percorso, un sabato pomeriggio al mese dal 28 ottobre a maggio 2018”.
Qual è l’obiettivo generale di un tale itinerario?
“Ri/scoprire il matrimonio come dono e compito. Luce delle nozze, luce per il mondo.
Gli otto incontri che vengono proposti, abbracciano i fondamenti della relazione coniugale (le decisioni nella coppia, la vocazione maschio e femmina, il dialogo, la relazione sessuale, la lite e il perdono) e i fondamenti della fede cristiana (la figura di Gesù, le fonti storiche che lo riguardano, la croce metro dell’amore, la resurrezione, la Chiesa e il sacramento).
Pesaresi, il tema è impegnativo, il percorso è attraente ma comunque lungo. Si tratta di una proposta per soli addetti ai lavori?
“«Aquila e Priscilla» quest’anno si occuperà della formazione degli animatori dei percorsi prematrimoniali e in particolare si rivolge a coppie di sposi, sacerdoti, religiosi e religiose,diaconi e altre possibili figure che, per mandato delle loro parrocchie o vicariati, svolgono un ministero di evangelizzazione centrato sul carisma della famiglia.
Sono però invitate anche tutte quelle coppie che desiderano fare un percorso di approfondimento della propria vocazione e ministerialità nella Chiesa e nel mondo”.
I destinatari, insomma, sono molteplici. E quale organizzazione avete adottato per dar gambe alla proposta?
“Le lezioni si terranno, un sabato pomeriggio al mese, da ottobre a maggio, dalle ore 15 alle 19; per un totale di 32 ore.
Tutte le attività didattiche si svolgono presso la sede del Seminario Vescovile «Don Oreste Benzi» (via Covignano 259, a Rimini tel. 0541 084418, email: seminariovescovilerimini@gmail.com)”.
Cosa resterà alle coppie una volta giunti al traguardo di “Aquila e Priscilla?
“Alla fine del percorso verrà rilasciato un attestato; occorre aver partecipato almeno ai 2/3 delle ore previste nell’anno e produrre un elaborato alla fine dell’attività”.
Paolo Guiducci