Stanno ormai per chiudersi i battenti sulla cinquantanovesima edizione della Sagra Malatestiana, manifestazione musicale che da qualche anno sta vivendo una sua seconda giovinezza. Misurabile soprattutto in gradimento da parte degli ascoltatori, che affollano numerosissimi il capiente Auditorium: in primo luogo giovani, ma – particolare insolito per Rimini – anche un pubblico che proviene dalle città vicine. Il ciclo dei grandi concerti sinfonici, limitato a sei appuntamenti, si è concluso con un bilancio certamente positivo; nessuna serata, però, è riuscita a sfiorare i vertici raggiunti la scorsa edizione da un direttore come Temirkanov, che fu protagonista di due memorabili concerti insieme alla Filarmonica di San Pietroburgo e propose, fra gli altri brani, una Quinta sinfonia di Cajkovskij da urlo, una di quelle esecuzioni destinate a restare scolpite nella memoria dei presenti. Ad eguagliare i livelli dell’anno passato non è stata sufficiente né un’orchestra eccezionale come la Staatskapelle Dresden (guidata da Fabio Luisi), né direttori come Chung, Pehlivanian, Fedoseyev e, soprattutto, Gergiev: uno di quei rari talenti del podio ancora capaci di momenti di grazia, nonostante i ritmi forsennati dell’ingranaggio dello star system. Rimane semmai qualche perplessità per la selezione di brani (il cartellone riminese è assai ridotto, quindi ogni scelta andrebbe ponderata in modo oculato), che non sempre erano dei capolavori: vedi il Concerto per violino e orchestra di Sibelius (nonostante la bravura della solista Sarah Chang), il Secondo concerto per pianoforte di Rachmaninov, o anche la Quarta sinfonia di Prokof’ev presentata da Gergiev, dove gli esiti non sempre erano sempre proporzionati allo sforzo esecutivo.
Più ricchi di sorprese gli appuntamenti al di fuori del ciclo sinfonico. A parte le “serate Bach” del mese di agosto, è soprattutto degna di nota l’originale proposta di Water Passion, oratorio liberamente ispirato alla Passione secondo Matteo composto dal cinese Tan Dun: una prima italiana proposta in forma scenica da Denis Krief, autore di un suggestivo spettacolo. Straordinaria anche la Maratona Medtner affidata a un fuoriclasse come il pianista Boris Berezovsky, che ha saputo valorizzare al meglio la musica del russo Nicolai Medtner, autore semisconosciuto in Italia. Lo sguardo della Sagra si è poi spinto verso il passato, con una tavola rotonda dedicata al compositore Angelo Berardi (1630 ca-1694) di Sant’Agata Feltria, accompagnata da una prima esecuzione in epoca moderna delle sue musiche. Ma si è proiettata pure verso il futuro con due incontri dedicati alle nuove frontiere della musica, quelle che sempre più spesso fanno da supporto agli audiovisivi.
Giulia Vannoni