Mercoledì 4 maggio, alle ore 19, è stata celebrata in Basilica Cattedrale, a Rimini, la prima Memoria Liturgica di Sandra Sabattini, la giovane discepola di don Benzi, beatificata a Rimini il 24 ottobre scorso. Nella liturgia della Chiesa Cattolica si utilizza il termine Memoria per indicare quelle celebrazioni del “proprio dei santi”.
Nella celebrazione eucaristica di mercoledì 4 maggio sono state utilizzate le orazioni liturgiche proprie del santo di cui si fa memoria, ovvero Sandra Sabattini.
Potendo cambiare solo la seconda lettura della messa del giorno, è stato scelto di far proclamare l’inno alla carità di san Paolo (1Cor 13,113), poiché Sandra è stata una vera testimone della carità evangelica.
La stessa lettura è stata proclamata in occasione della beatificazione di Sandra.
Nell’omelia, il Vescovo di Rimini mons. Francesco Lambiasi che ha presieduto la celebrazione eucaristica, ha parlato della “ rivoluzione di Sandra”.
Quale rivoluzione potrà mai aver compiuto una ragazza morta a soli 22 anni, solare, amante dello sport (praticava atletica leggera) e del canto (cantava sempre e ovunque), della musica (suonava il pianoforte) e facile alle amicizie, una ragazza che ha speso tutta la sua breve vita nel servizio agli altri, dai poveri ai tossicodipendenti ai disabili?
La sua rivoluzione è teologica con implicazioni evidenti nella quotidianità. Non è l’uomo che deve spendersi e affannarsi per “scalare” Dio, ma è esattamente il contrario.
Come dice 1Gv 4,19: “ In questo consiste l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi”.
Una vera rivoluzione nei confronti dei filosofi pagani e in particolare Aristotele, e della filosofia greca.
Questa certezza fa scrivere a Sandra, appena diciassettenne, con slancio nel suo Diario: “ Non sono io che cerco Dio, ma è Dio che cerca me”. Guidata e accompagnata da don Oreste, Sandra ci aiuta dunque a non sbagliarci su Dio. Questa certezza fa scoprire ad una rigogliosa Sandra la Trinità. Padre, Figlio e Spirito Santo sono: “ Tre modi di essere, di manifestarsi di uno stesso amore”. “Una domanda quanto mai attuale, anche per ciascuno di noi, e forse ancora più provocante, per i giovani alla ricerca di un senso. – ha detto mons. Lambiasi – “ Chi è Dio per me?”. Possiamo condividere la sua risposta: è un Dio fatto tutto d’amore”.
È un Dio diverso, che in Gesù si è fatto visibile e palpabile, rivelandosi con il volto dell’amore, della solidarietà, del dono di sé.
È un Dio capovolto: venuto a servire, non a farsi servire. A lavare, lui, i piedi a noi. A farsi, lui, pane per la nostra fame. A farsi lui vino di felicità per la nostra sete.
È il paradosso dell’incarnazione. Gesù di Nazaret ha condiviso la sorte dei più umili fra gli ultimi, rovesciando l’immagine di Dio, e manifestando così il volto di un Dio inatteso.
La Memoria di Sandra è stata preceduta da un triduo di preghiera. È stato scelto il 4 maggio quale giorno per la Memoria della giovane riminese morta in un incidente stradale a soli 22 anni, perché il 2 maggio è già la memoria di S. Atanasio e il giorno seguente quella degli apostoli Filippo e Giacomo.
La Beata riminese è entrata ufficialmente anche nell’Uffi cio delle Letture del proprio dei Santi, dove può essere pregata.
Nell’occasione, è stata consegnata ufficialmente la reliquia di Sandra alla comunità parrocchiale di San Girolamo, la parrocchia riminese alla quale apparteneva Sandra.
Esiste un’unica reliquia ex corpore di Sandra: un capello che l’allora fidanzato aveva raccolto dal guanciale di Sandra e gelosamente custodito in una scatola di caramelle, decorata personalmente.
“La Memoria di Sandra vuole essere un’occasione di unità ecclesiale per ringraziare del dono che Sandra è per tutta la nostra Chiesa diocesana” dice il Vicario Generale della Diocesi, don Maurizio Fabbri.
Papa Francesco l’ha definita Sandra “Santa della porta accanto”, per il Vescovo di Rimini “La sua beatificazione è un dono per tutta la chiesa. La vita di Sandra, infatti, profuma di Vangelo”.