Da bambina mi sono sempre chiesta perché a nessuno veniva mai in mente di fare un “presepe” dell’Ultima cena. Vedevo la lavanda dei piedi il giovedì santo, la via crucis il venerdì, il presepe a Natale, ma mai quella scena nel Cenacolo!
Un po’ più grandina ho capito che a nessun cristiano sarebbe mai venuto in mente di rappresentarla, perché quella sera, nel Cenacolo, c’eravamo già tutti!
Tutto questo è “spiegato” a chiare lettere nella Preghiera Eucaristica, che si apre al termine della Presentazione dei doni e si chiude con la grande dossologia (=glorificazione) Per Cristo, con Cristo e in Cristo… Essa è il momento centrale e culminante dell’intera celebrazione (Ordo Generale Messale Romano, 78), tanto da dare il nome a tutta la Messa (Eucaristia).
Di che cosa si tratta esattamente?
Essa ha origine nell’atto stesso di Gesù, quando, presi il pane e il calice, «rese grazie» (eucaristesas) al Padre per tutta l’opera della salvezza e li diede ai discepoli quali suo Corpo e suo Sangue (Mc 14,22; Mt 26,26; Lc 22,19; 1Cor 11,23; OGMR 72). Una Preghiera che Gesù non si inventò, ma portò invece a compimento quella che ogni buon capo famiglia ebreo recitava durante la cena pasquale (Es. 12), il Seder Pesah, fatta di lode e ringraziamento, di memoria (dal gr. anamnesis) degli interventi salvifici di Dio, di richieste e, soprattutto, nutrita dalla certezza che ciò che Yahwé aveva fatto nel passato, lo avrebbe realizzato anche ora (zikaror = memoriale, v. Catechesi n. 1).
La Preghiera eucaristica non è quindi solo una preghiera, ma una vera e propria un’azione: un’azione di grazie e di santificazione (OGMR 78). Gesù infatti non disse «raccontate questo in memoria di me», ma «fate questo in memoria di me»!
In Occidente è chiamata anche Cànone (dal greco kanon = regola, norma), mentre in Oriente prende il nome di Anafora (dal gr. ana-fero = porto in alto, offro) per indicare, rispettivamente, che è la “madre di tutte le preghiere” e nella quale Cristo si offre ed è offerto al Padre nello Spirito Santo.
Nei primi secoli era formula liberamente dai celebranti, ma dal IV sec. furono scritte e normate. Quelle più antiche risalgono al III sec. (Anafora di Ippolito di cui diremo e quella siriaca di Addai e Mari) e, successivamente, appaiono quelle più solenni ed elaborate: l’Anafora di S. Basilio e quella di S. Crisostomo in Oriente (IV sec.); quella di S. Giacomo in Siria e di S. Marco in Egitto (V sec.); il Canone Romano a Roma (IV-VII sec.).
Il Messale Romano prevede quattro Preghiere Eucaristiche, frutto del Concilio Vaticano II, a cui se n’è aggiunta una V nel 1974 e altre due nel 1975. Vediamole brevemente.
La I, chiamata anche Canone Romano è stata usata nel Rito romano fino al 1968! Solenne e di grande valore teologico e liturgico, è indicata per le domeniche e le celebrazioni degli apostoli e dei santi di cui fa menzione (OGMR 365). Purtroppo usata raramente!
La II Preghiera è davvero la più antica (III sec.), poiché deriva dalla Traditio Apostolica di Ippolito, sacerdote romano, quando la Chiesa celebrava ancora in greco (tradizione greco-romana). Fortemente cristocentrica, è la più usata, anche se consigliata per i giorni feriali.
La III è stata invece redatta ex-novo nel 1968 e porta la paternità di un italiano (C. Vagaggini). Riflette la tradizione occidentale di stampo gallicano e spagnolo; tra tutte le Preghiere è quella più trinitaria e pone al centro il tema del sacrificio. È indicata sia nelle domeniche che nei giorni festivi.
La IV Preghiera è la più biblica, perché compendia tutta la storia della salvezza. Composta anch’essa ex-novo, si ispira alla tradizione antiochena, cioè orientale. È indicata nella domeniche, ma non per le Messe per i defunti.
La V ha origine oltr’Alpe, poiché composta per il Sinodo della Chiesa Svizzera del 1972 e, successivamente, estesa a tutta la Chiesa (1974). È la cosiddetta Preghiera dei “discepoli di Emmaus”, e sottolinea il legame tra culto e vita, tra Chiesa e mondo. La prima e ultima parte (Prefazio e Intercessioni) sono variabili e sviluppano quattro diversi temi: Dio guida la sua Chiesa (V/A); Gesù nostra via (V/B); Gesù modello di amore (V/C); la Chiesa in cammino verso l’unità (V/D).
Nel 1975, in occasione dell’Anno Santo, la Santa Sede fece comporre due nuove Preghiere Eucaristiche dedicate alla Riconciliazione (I/R e II/R), per indicare che essa ha il suo fondamento nel sacrificio di Cristo che ci ha riconciliati al Padre. È usata in Quaresima e in ogni occasione in cui si prega per la riconciliazione.
Tutte le Preghiere Eucaristiche riflettono cristianamente i principali elementi della cena pasquale ebraica e seguono in generale la stessa struttura (OGMR 79), di cui daremo spiegazione nelle prossime catechesi:
– iniziano con il Prefazio (Il Signore sia con voi… in alto vostri cuori… rendiamo grazie… È veramente… ), ossia il ringraziamento e la lode a Dio, che culmina nell’acclamazione del Santo;
– vi è l’invocazione dello Spirito Santo sulle offerte (Epiclesi), «perché diventino per noi il corpo e il sangue di Gesù Cristo»;
– includono il Racconto dell’istituzione dell’Eucaristia (p. es. Nella notte in cui fu tradito…), che – ricordiamo – non è solo un racconto, ma un’azione;
– celebrano il memoriale (Anamnesi) comandato da Gesù (Celebrando il memoriale…);
– si offre Cristo al Padre e i fedeli offrono anche se stessi (Offerta);
– terminano con le Intercessioni (Ricordati…) a favore di tutta la Chiesa, defunti compresi, e la grande Dossologia (Per Cristo, con Cristo…).
Concludo. Per alcuni la Messa è una perdita di tempo; non vengano però a dire che “non si fa niente”!
Elisabetta Casadei