Cosa fa l’identità di una città? Esclusa a priori la politica, una delle opzioni più diffuse resta la fede calcistica. A meno che nella città non siano presenti due squadre allo stesso livello, ma a Rimini il problema non si pone visto che al momento non ne esiste neanche una.
Negli ultimi mesi invero è comparso un elemento che piano piano sta accomunando i riminesi: gli autovelox. Sono e va bene, siamo – migliaia i riminesi che sono già passati alla cassa per regolare il conto con quei frustranti sgabbiozzi.
Di fronte a un freddo macchinario è quasi impossibile avventurarci in quel campionario di scuse che la nostra fantasia ci permette di esibire con un essere umano di fronte ( sarò anche passato col rosso, signor vigile, ma se la città è pieno di istigazioni a filare dritto è colpa mia?).
Se non personalmente, ognuno di noi ormai ha in famiglia qualcuno che ha sborsato la sanzione. E sui social si legge lo slogan «sei di Rimini se… hai preso la multa dall’autovelox».
È vero, c’è ancora una grossa fetta di riminesi che non ha ancora ricevuto il famigerato bollettino, ma ad accomunarli in questo caso è la persistente ansia di quella volta che hanno staccato il piede in ritardo, visto che poi le sanzioni arrivano mesi dopo.
Dite, siete davvero sicuri che quella volta non stavate facendo i 56.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini