Coi suoi 94 chilometri quadrati e l’accorpamento di 8 piccole parrocchie, quella di San Lorenzo di Sogliano è sicuramente la parrocchia più estesa della diocesi di Rimini. Situata tutta nella provincia di Forlì-Cesena, si estende dalla valle dell’Uso fino al Savio, sorvolando la valle del Rubicone, e partendo dalle curve di San Martino giunge a lambire i piedi dell’Aquilone a Perticara. Poco manca a coprire tutto il territorio comunale, rimanendo escluse (perché parrocchie autonome o accorpate ad altre) la piccola frazione di Bagnolo, la più corposa frazione di S. Maria in Riopetra e la solitaria Rontagnano (diocesi di Cesena-Sarsina) a ridosso di Mercato Saraceno e Savignano di Rigo.
Ma alla sua ampiezza territoriale non corrisponde la densità di popolazione che si aggira intorno ai 3400 abitanti del comune e 2000 della parrocchia. Molti cambiamenti sono avvenuti dagli anni ’60 in poi.
Alcuni membri del Consiglio Pastorale hanno tracciato sinteticamente un’incisiva fotografia di questi cambiamenti.
“A metà degli anni ’70, a causa della difficile viabilità del territorio, la gestione di alcune attività industriali e artigianali diventò sempre più difficoltosa e alcune fabbriche furono costrette a chiudere. Di conseguenza, molte famiglie dovettero spesso trasferirsi in città vicine, quali Ravenna, Cesena e Rimini, dove era più facile trovare un lavoro.
Ovviamente, il calo demografico comportò la progressiva chiusura delle scuole (negli anni ’60 sul territorio erano presenti 19 scuole elementari), la chiusura degli esercizi commerciali e l’abbandono delle abitazioni. I primi anni ’80 furono gli anni più critici, con un notevole calo demografico e un impoverimento progressivo del tessuto economico e sociale. La vastità del nostro territorio e la dispersione dei nuclei abitati, inoltre, hanno contribuito ad aumentare l’isolamento dei pochi residenti rimasti, aggravato dalla mancanza di luoghi di ritrovo e di aggregazione”.
E con la diminuzione degli abitanti hanno cominciato a diminuire di numero anche le parrocchie: quando gli anziani preti titolari hanno raggiunto il pensionamento o sono deceduti, si è cominciato anche ad accorpare le piccole parrocchie attorno ad altre più “corpose”, fino a giungere all’attuale unica parrocchia. E fra tanti cambiamenti, non ultimo è da segnalare il succedersi dei parroci in questi ultimi anni.
“Dopo la rinuncia alla parrocchia di don Alfonso Clementi nel 1991 si sono succeduti alla guida pastorale don Giuseppe e don Lauro, don Marino e don Marco, quindi don Valerio e infine, nel 2010, don Luigi”.
Ma nel 2012 altri cambiamenti sono avvenuti, che richiedono qualche spiegazione: don Giuseppe Vaccarini, parroco di Borghi, abita nella canonica di Sogliano e don Luigi Ricci, parroco di Sogliano, abita nella canonica di Stradone. Come si spiega questo inconsueto scambio?
“Don Giuseppe non abita a Sogliano da solo – spiega don Luigi Ricci – ma col diacono Eugenio e col seminarista Gino. E abitano qui per un fatto prima di tutto pratico: a Borghi non c’era posto per tutti; e poi per un progetto in prospettiva: con l’ordinazione presbiterale di Eugenio, infatti, i tre assumeranno in toto la guida pastorale sia di Borghi che di Sogliano, mentre io ritornerò al mio ufficio di Vicario generale”.
Ma prima di lasciare hai l’onere e l’onore della Visita Pastorale. Come vi siete preparati a questo evento?
“Innanzitutto invitando tutta la popolazione e tutte le comunità alla preghiera. Vorremmo che la Visita fosse per tutti un’occasione per rinnovare la fede e l’impegno cristiano. In secondo luogo ho riunito il Consiglio Pastorale per una revisione approfondita della vita della parrocchia e della realtà sociale in cui viviamo. Ci siamo divisi in tre gruppi e ognuno ha affrontato un suo specifico argomento: Sogliano ieri e oggi, La formazione cristiana e la Chiesa nel territorio”.
Di “Sogliano ieri e oggi” ho già avuto qualche ragguaglio; parliamo allora della formazione cristiana.
“Abbiamo preso in considerazione la formazione cristiana nelle varie fasce d’età, nei diversi ambiti (catechesi, liturgia), nella pastorale ordinaria e nelle iniziative saltuarie sottolineandone gli aspetti positivi, la criticità e le prospettive e proposte.
Per quel che riguarda la catechesi di Iniziazione Cristiana, si parte dalla terza elementare; non ci sono, ad oggi, proposte quali il Buon Pastore o altre attività. In quarta elementare i bimbi ricevono la prima comunione. Dall’anno pastorale 2011/2012 in quinta elementare e prima media si è deciso di impostare l’iniziazione cristiana sostituendo il normale svolgimento della catechesi con il metodo ACR, unendo i due gruppi. La seconda media invece continua la preparazione alla Cresima.
Parallelamente alla catechesi si presenta l’impegno per la formazione dei catechisti. Per loro vengono utilizzate le proposte del centro diocesano. Per il futuro la speranza è che si possa far partire una formazione di zona in modo da permettere a tutti di partecipare e di non dover affrontare sempre tanti chilometri.
Purtroppo manca completamente la figura del coordinatore che possa creare un collegamento tra i catechisti di tutte le classi e che mantenga il filo del discorso per le varie iniziative da organizzare o per le problematiche da affrontare”.
La catechesi si fa a Sogliano o anche in altre frazioni?
“Per la bontà dei genitori tutti i bambini vengono portati qui in paese, in modo da dare consistenza numerica e formare gruppo”.
Se ci sono bambini, dovrebbero esserci anche giovani e famiglie.
“Per esserci ci sono, ma si riesce a fare poco con loro. Da qualche anno esiste una proposta per un gruppo di ragazzi dai tredici ai diciotto anni, proposta che viene accolta per lo più da ragazzi del triennio (16/18 anni). In passato era presente anche un cammino per le famiglie guidato da Cesare e Rita Giorgetti. Al momento però non esiste più nessuna proposta per le famiglie; confidiamo che, unendoci alla parrocchia di Borghi/Stradone, ci possa essere la possibilità di una più ampia partecipazione. Per i fidanzati esiste un corso, che in genere viene seguito in prossimità delle nozze e che in molti casi è visto come una tappa obbligatoria per il matrimonio in chiesa più che come opportunità di formazione. Anche in questo caso, unendo le forze con la parrocchia di Borghi, si potrebbe pensare ad un cammino per i fidanzati, che sia di verifica, di preghiera, di stimolo alla conoscenza reciproca, fino a quando la coppia si sente pronta”.
E la vita liturgica? Ci sono ancora i diaconi per il servizio domenicale della Parola?
“Con la nuova équipe di sacerdote, diacono e seminarista si è pensato di non richiedere più il servizio dei diaconi esterni. Ma prima c’è da dire che saranno ridotti e riuniti, alla domenica, i centri di celebrazione liturgica: così Massamanente e Montetiffi si riuniscono a Ponte Uso, mentre Montegelli e Strigara si alternano mensilmente nelle loro rispettive chiese. Naturalmente rimane fissa la messa nella parrocchiale di San Lorenzo e al Monastero, mentre è praticamente chiusa la chiesa di Vignola, a due passi da Sogliano. Le comunità più piccole però non sono del tutto abbandonate: per loro si celebra la messa nei giorni feriali. Questo ridimensionamento delle celebrazioni liturgiche, oltre a non oberare l’unico sacerdote di tante messe, ha lo scopo di consentire una migliore preparazione e animazione della liturgia stessa”.
Il terzo punto della vostra riflessione – revisione verteva sul rapporto Chiesa – Territorio. Oltre ai brevi momenti liturgici, riesce la parrocchia ad avere un rapporto significativo con la popolazione?
“La vasta comunità, come territorio, viene a conoscenza degli appuntamenti e delle attività parrocchiali attraverso una lettera alle famiglie, “La Lanterna”, con un’uscita bimestrale, escluso il periodo estivo; oltre agli appuntamenti vi è anche qualche riflessione spirituale relativa al momento liturgico. Viene consegnata personalmente alle famiglie dai messaggeri, sia a Sogliano Paese che nelle frazioni; rimane certo la difficoltà di arrivare a tutti.
Da alcuni anni, ed il fenomeno tende ad aumentare, c’è un incremento di famiglie nuove sia italiane che straniere e diventa sempre più difficile conoscersi tutti, ossia diventare una grande ed unica famiglia”.
Noi purtroppo dobbiamo fermarci qui. Sarebbe stato bello “fotografare”, sia pur brevemente come è stato fatto in tempi passati, ogni singola comunità. Ma non se n’abbiano a male. Con questa Visita Pastorale li portiamo tutti nel cuore.
Egidio Brigliadori
Nella foto l’Abbazia di Montetiffi