È l’evento pubblico di preghiera dell’anno. E fa pendant con l’assemblea di inizio anno pastorale in Sant’Agostino. La Solennità del Corpus Domini sarà celebrata sabato 6 giugno, alle 20.30 in Basilica Cattedrale, perché dall’Eucaristia si riaccenda continuamente il fuoco della Missione. Il messaggio lanciato dal pastore della Chiesa riminese intende collegare sempre l’insostituibile valore del sacramento dell’eucaristia all’impegno nella vita sociale e civile. Sarà un momento di preghiera, di pubblica testimonianza della fede e dell’impegno per il bene della Città e per la Chiesa in “uscita missionaria”.
Dalla celebrazione della Pentecoste all’Arco d’Augusto nel 2014 al Corpus Domini quest’anno. Don Tarcisio Giungi, Vicario episcopale per la pastorale, quale significato assume questa veglia?
“È l’evento conclusivo diocesano dell’anno pastorale, e arriva nel secondo che la Chiesa riminese ha dedicato all’eucaristia. Si compone di quattro momenti: la S. Messa alle 20.30, l’esposizione del Santissimo e l’adorazione guidata, il discorso del Vescovo alla città e la benedizione”.
L’eucaristia che apre alla missione: quella straordinaria annunciata dal vescovo Francesco ormai è alle porte.
“La festa del Corpus Domini è proprio calzante come momento celebrativo. L’euricaristia non è mai fine a se stessa ma apre proprio alla missione.
Un’immagine significativa è quella evangelica dei discepoli di Emmaus. I due discepoli riconoscono Gesù e poi partono per Gerusalemme: il Corpus Domini può significare in qualche modo il viaggio Emmaus-Gerusalemme.
Anche la tradizione ancora in voga in tante parrocchie di portare dopo la messa il Corpus Domini in processione per le vie della città vuole significare che il Signore è presente nella vita di tutti giorni”.
L’idea originaria era di organizzare il Corpus Domini in piazza Cavour, luogo pubblico e luogo di incontro nel cuore della città di Rimini.
“Per motivi logistici e prettamente di opportunità abbiamo dovuto cambiare programma.
I bar e i locali dell’adiacente Vecchia Pescheria, già abitualmente frequentati da molti giovani, quella sera, in occasione della finale di Champions League Juventus-Barcellona, collocheranno diversi maxi-schermi.
Sarebbe impossibile svolgere con l’adeguato raccoglimento il momento di preghiera in programma. Lo stesso problema si porrebbe anche in piazza Tre Martiri, per cui si è deciso di optare per la celebrazione in Basilica Cattedrale, collocando anche un maxi-schermo per la diffusione audio-video della funzione religiosa sul sagrato del Duomo.
Cambia il luogo, ma non cambia la sostanza: è la festa del Signore presente nella città”.
Chi sono i destinatari del Corpus Domini in Cattedrale?
“Tutte le comunità e tutta la comunità. Saranno presenti le croci astile, che indicano ogni parrocchia. Le croci verranno portate in Cattedrale in processione partendo dalla Sala ottagonale. All’interno della Cattedrale, dopo la processione, i portatori delle Croci si sistemeranno nella cappella dell’affresco di Piero della Francesca. Ma invitati sono tutti, operatori pastorali, catechisti, accoliti, diaconi, sacerdoti, semplici fedeli, bambini e adulti, giovani e ragazzi… Abbiamo scelto la vigilia perché in diverse parrocchie è ancora viva la tradizione di celebrare la solennità del Corpus Domini al giovedì sera. Dunque quella Diocesana è una proposta che si aggiunge a ciò che abitualmente già si vive in parrocchia e non alternativa. Il primo è un appuntamento capillare, il secondo è l’incontro di una grande famiglia”.
Anche il Papa ci invita a non dimenticare che viviamo in città e di essere aperti alla città.
“L’eucaristia è il pane del cammino che viene spezzato. Spezzando il pane siamo già richiamati alla condivisione: il pane della parola – il vangelo – e il pane materiale, per andare incontro agli altri”.
Con la vita.
“La missione non si fonda sulle prediche, ma sarà capillare, fatta più che da grandi eventi di annuncio personale a tutto coloro che ci sono accanto e che incontriamo sul nostro cammino quotidiano”.
Paolo Guiducci