Spariscono i “secchioni” e si abbassano i voti. La consegna delle pagelle del primo quadrimestre ha riservato ben poche soddisfazioni agli studenti (e ai genitori) della provincia di Rimini, la maggior parte dei quali ha trovato almeno un’insufficienza nella scheda di valutazione.
La “palma d’oro” (si fa per dire) degli studenti più “sotto” dell’anno va all’Istituto Gobetti – De Gasperi di Morciano. Nell’indirizzo professionale, l’89% degli alunni ha portato a casa almeno un 5. Un disastro: soltanto 41 dei 376 ragazzi che frequentano l’indirizzo, infatti, hanno raggiunto la sufficienza in tutte le materie. I più in difficoltà sono quelli del I anno: 89 matricole su 95 avranno bisogno di recuperare almeno una materia prima della fine dell’anno scolastico. Non possono dormire sogni tranquilli nemmeno i ragazzi che hanno scelto l’indirizzo commerciale o quello industriale, che nel 73% dei casi risultano mancanti quanto i colleghi del professionale (484 insufficienti su 661 ragazzi).
Dopo gli alunni del Gobetti, sono quelli del Liceo Artistico a tornare a casa a capo chino: ben 327 studenti con almeno un’insufficienza su 475 scrutinati (il 69%). Qualche punto in percentuale in meno per i ragazzi dell’ITC Valturio di Rimini, che chiudono il quadrimestre con il 66.6% di insufficienti. Nel dettaglio, su 770 iscritti, 83 hanno terminato la metà dell’anno scolastico con una “sola” insufficienza, mentre per 430 (il 55%), i voti insufficienti in pagella sono stati due o più.
Cambiando istituto, ma sempre ragioneria, l’ITC Molari di Santarcangelo non ha nulla da invidiare ai cugini riminesi. Su 710 scrutinati, il 64% (456 ragazzi) è stato manchevole in una o più materie. Anche in questo caso la situazione è peggiore per le matricole, che nel 71% dei casi hanno portato a casa minimo un 5, mentre in seconda 108 ragazzi (sui 164 totali) sono incappati in difficoltà. Un pochino meglio la situazione dei geometri del Belluzzi: qui la percentuale degli insufficienti si abbassa al 60%. Ad alzare la media è ancora il biennio: sui 130 ragazzi di prima, infatti, 80 hanno avuto almeno un’insufficienza, mentre in seconda i brutti voti hanno riguardato 60 ragazzi su 96.
La situazione migliora ai licei, ma non molto. Al liceo scientifico Serpieri di Rimini sono stati scrutinati 745 ragazzi: il 54% ha avuto problemi in almeno una materia. Stessa percentuale per il liceo classico Giulio Cesare – Valgimigli: nello storico istituto su 1652 alunni, 903 hanno riportato come minimo un 5 in pagella (54%). I più bravi sono stati gli studenti del liceo scientifico Einstein: sebbene siano risultati insufficienti in oltre la metà (52,2%), possono aggiudicarsi il titolo di “meno carenti” di Rimini.
Una teoria piuttosto chiara sulle manchevolezze degli studenti riminesi è fornita dal Preside dell’Istituto Leon Battista Alberti. Per il prof. Rossetti, “In realtà gli studenti riminesi sono sempre andati male, ma soltanto ora ce ne rendiamo conto, con i criteri di valutazione numerica. Prima, infatti, gli alunni arrivavano da una situazione della scuola di base uniformata ai giudizi, in cui si valutava lo studente nel complesso dandogli buono, anche se il suo rendimento era sufficiente.” In altre parole, fin quando lo studente era valutato nel complesso (comprese, per esempio, la partecipazione alle attività e la collaboratività), e non soltanto in base al rendimento scolastico, il giudizio sulle reali conoscenze dello studente era “inquinato”. “Ora questo non avviene più e le prove dei ragazzi sono valutate seccamente. A una prova negativa corrisponde un 4, a una positiva un 7, e non c’è modo per ammorbidire il giudizio. Noi, anche con la vecchia valutazione, nel biennio abbiamo sempre mantenuto la votazione numerica, e la percentuale di insufficienti si è sempre mantenuta intorno al 30%.”
In totale, almeno il 60% degli studenti in provincia ha almeno un brutto voto in pagella. Oltre al danno, poi, c’è pure la beffa: con l’avvento della “pagella elettronica”, infatti, che la maggior parte delle scuole ha già adottato, è definitivamente tramontato anche il tempo in cui gli alunni meno in forma riuscivano a nascondere i brutti voti ai genitori.
Genny Bronzetti