Spesso per percorrere il tratto che va dal casello di Rimini Nord alla Fiera o a Marina centro, servono più di cinquanta minuti. Può una città che attrae turismo d’affari e vacanziero, continuare in questo modo?
Le cronache dei ne settimana, d’inverno per le manifestazio – ni eristiche e d’estate per i week-end, raccontano che per percorrere il tratto che va dal casello di Rimini Nord alla Fiera, o a Marina cen – tro, occorrono dai 50 ai 60 minuti, men – tre in un giorno normale, senza eventi, ci vogliono circa 10 minuti, navigatore alla mano. Può una città che attrae tu- rismo d’aari e vacanziero, continuare in questo modo? È chiaro che siamo di fronte ad una domanda retorica. Quan – do sulla Statale 16 si riversano oltre 25.000 veicoli al giorno, la viabilità va in crisi. Questo stato di cose è noto da almeno trent’an – ni, non a caso i primi progetti della nuova SS16 risalgono pro – prio agli anni ’90.
Tutti i piani nazionali, regionali e comunali prevedono la realizzazione della variante alla SS16. È una lunga storia che va dai progetti Anas, al Piano Regionale Infrastrutture e Trasporti della Regione Emilia-Romagna, dal primo del ’97 al più recente del 2021. Prosegue con il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia del 2007, con i Piani Strutturali dei Comuni di Rimini e Riccione, ed approda al nuovo Piano Urbanistico Generale di Misano Adriatico. Per ultimo arriva il Piano Territoriale di Area Vasta appena adottato dalla Provincia di Rimini. Eppure c’è chi invita a rinunciare al progetto, perché superato, oppure perché ha un impatto ambientale troppo forte. È la tesi del Comitato di Santa Giustina che da anni si batte attivamente contro quest’opera.
Per quanto riguarda la progettazione va precisato che il progetto denitivo è ancora in fase di elaborazione, proprio per tener conto delle ultime osservazioni dei Comuni che recepiscono molte delle indicazioni dei cittadini. Questo anche per dimostrare come le migliorie che vengono proposte dal territorio entrano a far parte delle soluzioni progettuali. Nei giorni critici gli autoveicoli che transitano sulla SS16 sono quasi 30.000 e non sono certo in diminuzione, anche per eetto dell’incremento degli spostamenti dei mezzi legati alla consegna delle merci acquistate online. Non a caso, tra gli altri, a Santarcangelo si è insediato Amazon, a dimostrare quanto sia forte questa tendenza. Il 12 agosto dell’anno scorso tra Bellaria e Igea Marina, secondo i dati del monitoraggio regionale, si contava il transito di 29.755 veicoli, di cui 29.010 leggeri e 745 pesanti. Nello stesso tratto il 6 febbraio di quest’anno si contano 24.893 veicoli, di cui 23.782 leggeri e 1.111 pesanti. Le simulazioni di traco, che corredano gli studi per la nuova SS16, evidenziano “signicativi volumi di domanda attesa lungo la Variante di progetto della SS16 Adriatica”. Il traco previsto nel 2030 si attesta, quale valore medio sull’intero itinerario di progetto, su 38.000 veicoli totali giornalieri, nel giorno medio annuo, con il 3% di traco pesante. La Variante, quindi, avrà anche la “funzione di complanare alla A14 e assorbirà una quota rilevante delle relazioni di scambio del bacino territoriale riminese”.
Le previsioni indicano che la nuova SS16 Adriatica rivestirà la funzione di decongestionamento dell’itinerario attuale della SS16. Ridurrà il traco mediamente del 20% nella tratta tra via Tolemaide e via Circonvallazione Ovest, del 30% nel tratto compreso tra via Circonvallazione Ovest e la SS72 e del 20% a sud di Rimini.
Un’altra questione delicata è quella ambientale . Occorre osservare che l’allontanamento dell’attuale SS16 dall’area più centrale e più densamente abitata migliorerà la qualità dell’aria. Infatti, stare fermi nel traco con il motore acceso produce più smog che viaggiare ad una normale velocità di crociera. Gli studi che stanno alla base della Valutazione di Impatto Ambientale, tengono conto di tutto questo. Certamente l’impatto sul territorio non è da sottovalutare e il consumo di suolo non è banale. Soprattutto se si prende in considerazione l’ambito agricolo. Tuttavia i critici che, in particolare per Rimini nord, parlano di un impatto pari a 400 ettari di supercie esagerano molto.
Certamente l’innesto della nuova SS16 nell’area della Tolemaide non è dei più semplici, ma il dibattito che giustamente si è sviluppato porterà a ridurre gli eetti più negativi, eliminando le opere non strettamente necessarie. Da Rimini Nord all’allaccio con l’area di Covignano, punto in cui la nuova 16 si aanca all’A14, ci sono tre chilometri. Si tratta, quindi, di un consumo di suolo pari a circa 15 ettari. La valutazione di impatto ambientale, inne, esclude ogni pericolo o compromissione delle falde acquifere.
Certo bisogna fare attenzione per trovare tutte le misure tese a ridurre gli impatti negativi, ma non c’è nessuna distruzione di un’intera area agricola, la quale però in questi anni ha già visto nuovi insediamenti e trasformazioni urbane. Insomma, è utile proseguire un iter lungo e faticoso, sperando poi che il Ministero dei
Trasporti stanzi le necessarie risorse per realizzare la nuova SS16. La nuova infrastruttura è un’opportunità, non un rischio, trenta e più anni di progetti, piani e delibere, solo lì a testimoniarlo.
Alberto Rossini