L’America è, da sempre, un grandissimo sogno: le storie negli anni sono state tante, accumulandosi e dando vita ad un’idea di America quasi come luogo utopico, piena di possibilità e dove ogni sogno è realizzabile. Ma è veramente così? Ho deciso di andare a scoprirlo! Questa è la storia di una riminese e del suo lungo viaggio in una delle città più belle e iconiche del mondo: New York. Per quasi un mese ho avuto la possibilità di visitare un luogo il cui nome da solo esprime una magia indescrivibile. Si parla infatti di un impatto culturale immenso: è protagonista di canzoni, fa da palcoscenico ai film più svariati, le sue strade vengono citate nei libri. Per non parlare poi dell’idea che si è creata per una città che è divenuta sinonimo di possibilità; è la città che non dorme mai, in cui si può sempre trovare una via di salvezza, la speranza di reinventare la propria vita, di riscrivere il proprio futuro. È il centro di molti sogni, perfino di noi italiani o di noi riminesi, come lo è del mio: New York è la meta finale e il luogo d’inizio. Quanto di questo, però, è vero? Queste sono le verità che ho potuto conoscere io sulla Grande Mela.
Il viaggio
Premetto che l’ho visitata nel periodo natalizio, da metà dicembre a metà gennaio, e questo mi porta al primo punto di cui nessuno parla il freddo. D’inverno, New York è una città gelida, con temperature che raramente salgono sopra lo zero da novembre ad almeno marzo: il punto più basso che ho toccato sono stati i -12°C, per un riminese equivalgono a morte per assideramento! una volta passato shock termico, ho il coraggio di uscire di casa e prendere per la prima volta la subway, la metropolitana. Per quanto possa sembrare banale, fidatevi che non lo è affatto; la metro newyorkese è in realtà il luogo in cui avvengono più crimini e non parlo di borseggiatori, che sono la meno. La metro infatti si estende per tutti e cinque i quartieri (Manhattan, Brooklyn, Bronx, Queens e Staten Island) per kilometri e kilometri su vari piani e funziona 24/7. Ma, ricordando quello che abbiamo detto sulla temperatura, cosa succede? L’aria calda si concentra proprio in questi posti più in basso, attirando tutti i senzatetto che, altrimenti, morirebbero veramente assiderati per strada. Questi sono spesso violenti, favorendo risse ma anche omicidi “semplicemente” spingendo qualcuno sotto un treno. O ancora più banalmente, occupano un vagone intero stendendosi sui sedili indisturbati e atteggiandosi come fosse casa loro: entrando in questi vagonicasa infatti, non è difficile provocare una reazione violenta dai loro “abitanti”. Parliamo di questi senzatetto, New York ne conta di 150 mila, uno numeri più alti del mondo. Praticamente, come tutta quanta la popolazione riminese. profondo allarme sociale. Abbiamo detto che spesso sono violenti, spesso volentieri manifestano problemi a livello psichico, ma qual è il motivo per cui ce ne sono così tanti? E qui si ai due problemi nel mio viaggio, ho notato di più: i soldi e le tasse.
Una società che ruota attorno al denaro
I soldi e le tasse sono la cosa che rende New York capace, e dico letteralmente, di mangiarti vivo. I prezzi sono esorbitanti: non dite ai vostri nonni che lì un cappuccino costa 8 dollari (praticamente pari a 5 euro) e un cornetto 12 dollari: insomma, impossibile fare colazione senza usare le banconote.
È giusto menzionare che gli stipendi sono più alti, considerando tenore di vita, ma è inutile girarci intorno: nemmeno lì sono abbastanza. Partiamo dall’affitto, ad esempio. Un monolocale di piccole, piccolissime dimensioni in periferia a Manhattan si aggira intorno ai 2.700 dollari mensili. O ancora, un’altra differenza importantissima, la sanità privata. E sottolineo privata perchè si tratta di un ulteriore costo fra i 1.000 e i 1.500 dollari mensili per una persona con un rischio sanitario minimo: tornando invece al discorso sulle tasse, non è semplicissimo. La prima cosa diversa con la nostra IVA è che la City Sales Tax, la sua corrispondente americana, non è compresa nei prezzi che vengono presentati ma bensì viene aggiunto alla fine a carico del cliente. Quindi, i newyorkesi sono abituati a un breve calcolo ogni volta che vedono i prezzi da listino, al quale aggiungono ogni volta una percentuale. Ma quanto vale? Beh, di per sé solo il 4.5%. Se non fosse che alla Sales Tax si aggiunge la Use Tax, che è un ulteriore 4%. E poi, in base a ciò che si acquista, c’è la possibilità di aggiungere ancora più tasse, aumentando il prezzo. Quindi è vero che si parla della città che non dorme mai, ma il problema principale è che questo implica che nemmeno chi ci abita può dormire onde evitare di venire completamente sopraffatti.
Sicurezza e salute, un lusso
Per non parlare, oltre alla pericolosità della metro, di intere zone malfamate come Harlem o l’intero Bronx in cui pullulano crimine e malavita e semplicemente mettere piede senza trovare guai diventa incredibilmente difficile. Per cambiare ancora argomento, si può parlare del cibo: non del suo prezzo, bensì della sua qualità. Oltre ai famosi e quotatissimi fast food, parliamo della spesa. Sapevate che molti dei cibi che sono venduti nei supermercati americani sono fuori regola in Europa a causa degli additivi e delle sostanze con cui sono riempiti? Trovare materia prima di qualità è estremamente difficile e quando lo si fa è impossibile dimenticare la componente economica, che spinge i prezzi alle stelle. Mangiare salutare è praticamente un lusso.
New York, quindi, non è sicuramente il paesaggio rosa e fiori a cui molti credono, ma è una città con i suoi pregi e i suoi difetti. Non ho modo di spiegare, nonostante tutto quello che è stato detto, la bellezza e la vita che pervadono questo luogo: il dover guardare sempre su per cercare di vedere i tetti degli immensi grattacieli; sentire accenti, lingue diverse ad ogni passo; vedere Times Square gremita di persone sia 3 del pomeriggio sia di notte. Lo skyline. Il modo in cui tutte le culture si incrociano per dare vita al concetto di ‘newyorkese’, che non è chi è originario del posto, ma un’identità personale vera e propria. Non è un’utopia ma un luogo reale, bellissimo e imperfetto, incompleto e in continua evoluzione. E, per quanto possa sembrare una sfida, pieno di possibilità diverse per riuscire a trovare la versione migliore di sé stessi.
Emily Hysa