Papa Francesco, citando Benedetto XVI (Regensburg, 12.09.06), ha parlato della “mentalità post-positivista”, erede dell’Illuminismo, che considera le religioni come “una sorta di sotto-cultura che sono tollerate, ma non fanno parte della cultura illuminata”. Il giudizio sulla “metafisica post-positivista”, che “giocattolizza” la religione, si accompagna a quello altrettanto netto sul fondamentalismo religioso, che, “rifiuta Dio stesso, relegandolo a un mero pretesto ideologico”. Sia l’una che l’altra posizione necessitano di una ragione che si esprima in un senso religioso autentico, che “porta all’amorevole impegno per il benessere di tutti”.
Al Corpo diplomatico, 12 gennaio.
Il fondamentalismo religioso, prima ancora di scartare gli esseri umani perpetrando orrendi massacri, rifiuta Dio stesso, relegandolo a un mero pretesto ideologico. Di fronte a tale ingiusta aggressione, che colpisce anche i cristiani e altri gruppi etnici e religiosi del Medio Oriente – gli yazidi, per esempio – occorre una risposta unanime che, nel quadro del diritto internazionale, fermi il dilagare delle violenze, ristabilisca la concordia e risani le profonde ferite che il succedersi dei conflitti ha provocato. […] Nel sollecitare la comunità internazionale a non essere indifferente davanti a tale situazione, auspico che i leader religiosi, politici e intellettuali specialmente musulmani, condannino qualsiasi interpretazione fondamentalista ed estremista della religione, volta a giustificare tali atti di violenza.
Ai giornalisti nel viaggio in aereo verso le Filippine, 15 gennaio.
Non si può uccidere in nome di Dio. Questa è una aberrazione. Uccidere in nome di Dio è un’aberrazione. […] La libertà di espressione. […] Abbiamo l’obbligo di dire apertamente, avere questa libertà, ma senza offendere. Perché è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dott. Gasbarri, grande amico, mi dice una parolaccia contro la mia mamma, gli arriva un pugno! E’ normale! E’ normale. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la fede. Papa Benedetto in un discorso [a Regensburg il 12.09.06, ndr] aveva parlato di questa mentalità post-positivista, della metafisica post-positivista, che portava alla fine a credere che le religioni o le espressioni religiose sono una sorta di sottocultura, che sono tollerate, ma sono poca cosa, non fanno parte della cultura illuminata. E questa è un’eredità dell’illuminismo. Tanta gente che sparla delle religioni, le prende in giro, diciamo “giocattolizza” la religione degli altri.
Omelia nella Santa Messa (Sri Lanka), 14 gennaio.
L’autentica adorazione di Dio porta non alla discriminazione, all’odio e alla violenza, ma al rispetto per la sacralità della vita, al rispetto per la dignità e la libertà degli altri e all’amorevole impegno per il benessere di tutti.
a cura di don Roberto Battaglia