Non può essere giudicato ripetitivo il richiamo alle atrocità commesse nei lager. In quei lager si leggono i segni della brutalità umana e della follia omicida. Tutto fu orrendamente reale, possibile, praticabile e praticato. Un baratro.
La scrittrice ebrea Elena Loewenthal ha messo in guardia dal rischio o dalla tentazione di banalizzare Auschwitz, in una sorta di recinto sacrale o simbolico che finisce per stemperare paradossalmente il reale. Altri, come Ezra Cohen della comunità ebraica di Düsseldorf, sostengono di contro che “l’argomento è troppo serio per essere raccontato”.
L’indicibilità è un tratto essenziale della Shoah per molti dei sopravvissuti. Eppure, per non dimenticare quella furia disumana che ha cancellato milioni di uomini, è un dovere riportare a galla l’orrore, farlo conoscere perché lo si possa evitare.
“Il ricordo da solo non equivale a conoscenza” è una consapevolezza che deve accompagnare le iniziative organizzate per la Giornata della Memoria. Lo suggerisce Laura Fontana. Laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne all’Università degli Studi di Bologna, dopo aver vissuto alcuni anni in Francia, la Fontana è responsabile delle Attività di Educazione alla Memoria e Responsabile Italia Mémorial de la Shoah Parigi. Ha progettato e curato la realizzazione di numerosi seminari di formazione sulla storia della Shoah e del Novecento, in Italia, in Israele (in collaborazione con Yad Vashem) e a Parigi (in collaborazione con il Mémorial de la Shoah).
È lei la responsabile del composito progetto “Educazione alla memoria”, nato a Rimini nel 1964. Quello adriatico è infatti il comune antesignano dei progetti sulla Giornata della Memoria, che abbracciano cinema, letteratura, teatro, testimonianze, viaggi.
Le iniziative a Rimini sono sempre tante e variegate, e soprattutto inserite in un progetto complessivo. Oltre alla cerimonia commemorativa, lunedì 27 gennaio (ore 10.30) presso il Parco “Ai Caduti nei Lager 1943-1945”, di via Madrid, due giorni prima, sabato 25, è in programma una visita guidata dal Museo della Città dal titolo: Indagine sulla Rimini ebraica. Le tracce della presenza degli ebrei in città (dalle ore 16).
Cinema e Memoria: La stella di Andra e Tati è il primo cartoon che racconta la storia delle sorelle Alessandra (Andra) e Tatiana (Tati) Bucci, ebree di Fiume, che furono deportate ad Auschwitz all’età di 4 e 6 anni, insieme alla mamma, alla nonna, alla zia e al loro cuginetto Sergio De Simone. Domenica 26 gennaio presso la Cineteca Comunale dalle 15.
il 3 marzo è in programma in Cineteca Comunale I Giusti. Storie di salvati e di salvatori in Emilia Romagna.
Tante proposte: spettacolo, cinema, incontri, fotografie.
“È necessario non restare imprigionati emotivamente dalle immagini ma fare un reale percorso di conoscenza”.
È possibile un percorso del genere? Penso principalmente ai ragazzi delle scuole superiori. Vedere non sempre fa rima con comprendere.
“Ha detto lo storico Enzo Traverso: «La Shoah gode di una visibilità tanto accecante quanto scarsa è la sua comprensione storica». Gli attualissimi, tristissimi, esempi che vengono da diversi Paesi del mondo sono esemplari: quante immagini vediamo provenienti da quei Paese martoriati? Eppure, quanto capiamo di ciò che sta accadendo per agire di conseguenza?”.
Come comportarsi, dunque?
“Le lezioni del passato devono essere occasione di riflessione sulle contraddizioni e sulle speranze del nostro tempo, evitando la retorica commemorativa della «celebrazione» che produce semplificazione e banalizzazione (del male). Basta con la melassa proposta da film malfatti e da immagini che rischiano di coinvolgerci solo emotivamente”.