rubinetti semichiusi per la cultura, anche quelli privati che in molti casi azzerano i contributi economici. Il Comune di Rimini ha risolto il “problema” con la leva fiscale, Riccione stringendo la cinghia, Cattolica, invece, pare un’isola felice.
Rimini, drenando risorse con l’imposizione fiscale relativa al canone per l’occupazione permanente di spazi ed aree pubbliche (Cosap), conferma il programma: il cinema con gli “Agostiniani”, la musica con Sagra Malatestiana e la storia con il Festival del Mondo Antico (“anche se la Provincia ha lasciato un contributo pressoché simbolico” ammette il direttore della Biblioteca, Marcello Di Bella), tanto per citare quelli più rilevanti. “Nonostante le difficoltà non prevediamo variazioni significative se non una limitazione rispetto a nuove iniziative” rilancia Francesco Cavalli, assessore alla Cultura del Comune di Riccione. Una vittima eccellente nella Perla però c’è: “Illustrissimi”, mostra per le arti visive e l’illustrazione che avrebbe dovuto vivere la sesta edizione.
Il Premio giornalistico “Ilaria Alpi”, pronto per il suo quindicesimo appuntamento, invece, farà due giornate in meno eliminando la rassegna dei documentari. “I tagli hanno toccato anche noi – conferma Barbara Bastianelli – . In tempi di crisi come questi, non possiamo pretendere una manifestazione come quella del 2008. La nostra intenzione era di trasferire tutto il Premio nella nuova prestigiosa sede del Palazzo dei Congressi di Riccione. Lo faremo però solo parzialmente. Siamo in una situazione di sicurezza grazie al contributo del Comune di Riccione e della Regione Emilia Romagna. Per lavorare al budget ci siamo rivolti anche ai privati ma la risposta è stata che con la crisi le sponsorizzazioni sono state eliminate. Crediamo che la nostra sia una manifestazione culturale di alto livello e speriamo che presto questo territorio se ne renda conto. Non pensiamo assolutamente di far pagare un biglietto: sarebbe fuori dalla nostra filosofia”.
Soddisfatta invece Alba Di Giovanni, assessore al Comune di Cattolica. “Tengo personalmente i rapporti con gli sponsor privati ai quali presento le nostre iniziative. Fino ad oggi il programma 2009 è tutto confermato, nessuno si è tirato indietro: è dal 2004 che questi partner ci sostengono”.
Nessuna variazione, invece, sul programma della XXXV edizione delle giornate internazionali di studio organizzate dal Centro di Ricerche Pio Manzù di Verucchio. “Noi non riduciamo niente. – afferma con tono sicuro al telefono Gerardo Filiberto Dasi – Le persone che ci hanno sostenuto fino ad ora ho la convinzione che lo faranno anche nel corso di questo anno perché sono intelligenti, lungimiranti”.
“La nostra associazione – conferma Mauro Gardenghi della Confartigianato della provincia di Rimini – conferma tutte le principali manifestazioni in programma. Certo, con questa crisi abbiamo dovuto ridurre e in certi casi azzerare i contributi economici erogati alle iniziative organizzate da altri”. In casa Cna si decide proprio in questi giorni. “Stiamo cercando di tenere in piedi tutti gli eventi. – dichiara Marcello Serpieri – Non c’è dubbio che con le imprese partner non è semplice, però per il 2009 è tutto confermato. Nel nostro caso i contributi pubblici che riceviamo sono marginali. Noi abbiamo sempre cercato un rapporto molto stretto con le imprese ed è con loro che costruiamo i budget per gli eventi”. E Cartoon Club, il festival internazionale del cinema d’animazione e del fumetto di Rimini? “I finanziamenti pubblici in molti casi sono ridotti da anni – ammette il direttore artistico Sabrina Zanetti – siamo quasi abituati alle nozze con i fichi secchi. La situazione è difficile, noi cerchiamo di affrontarla con raziocinio e maggiore creatività”.
Razionalizzazione dei costi per il più imponente evento della provincia. “La crisi si fa sentire anche al Meeting. – conferma Sandro Ricci, direttore Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli – Cerchiamo di fronteggiarla razionalizzando i costi, diminuendo le spese e alleggerendo il programma, soprattutto rispetto ad alcune fasce di incontri in modo da migliorare la fruibilità del Meeting. Abbiamo deciso però di non diminuire gli spazi in fiera, perché siamo certi che proprio in un periodo di crisi tanta gente parteciperà, è un punto di speranza per la gente che ci viene. – prosegue Ricci – Il Meeting ci tiene a continuare a portare un messaggio positivo, proprio perché fare cultura per noi non è un aspetto secondario, ma primario, di formazione della persona. Per questo fare il Meeting nel contesto di crisi attuale – crisi della persona, rispetto all’illusione del guadagno facile – non è un diversivo, bensì una possibilità, per ritrovare nuove prospettive di innovazione e una possibilità di condivisione, grazie all’esperienza del lavoro volontario”.
Domenico Chiericozzi