Home Vita della chiesa La magia del presepe e i suoi linguaggi

La magia del presepe e i suoi linguaggi

Anche quest’anno il concorso Presepi ha visto una partecipazione ampia e qualificata. Aumenta il numero di chi si affida ad effetti meccanici, cosa che attira molto le famiglie. Sta poi nella bravura di chi allestisce il presepe fare in modo che gli effetti non sopravanzino il significato e che la natività abbia il suo giusto rilievo e ci sia un tempo in cui è protagonista dell’allestimento. Abbiamo comunque ridotto il punteggio che tiene conto della complessità, per ridurre il divario fra i presepi più semlici e quelli più elaborati.
Competizione comunque sempre più agguerrita e non bastano poche statue con un’ambientazione insolita per entrare in lizza.

Castelvecchioanche quest’anno riesce a combinare un’idea appropriata con l’uso di mezzi tecnologici e una giusta dose di buon gusto. Con una azzeccata proiezione inserisce nella scenografia un omaggio a San Francesco e al Papa. Bellaria, Bordonchio e “La Ginestra” di Riccione si classificano secondi a pari merito, con allestimenti diversi fra loro, ma entrambi caratterizzati da un paesaggio vasto, articolato e con una buona cura dei particolari.
Fra i presepi all’aperto c’è una bella nuova entrata al parco del Villaggio Primo Maggio, che si piazza al primo posto con una serie di sagome di compensato di buona fattura.
Fra i concettuali due realizzazioni si ispirano alla Palestina in modo totalmente diverso. La parrocchia di San Vicinio di Viserba, dopo essersi presentata per diversi anni con realizzazioni di buon livello, ha cambiato decisamente stile, allestendo una bella riproduzione della grotta della Natività così come è oggi. Volentieri assegnamo il primo premio nella categoria dei concettuali, insieme a un simbolico tributo “alla carriera”. A San Salvatore hanno invece pensato di ambientare la Natività presso il Muro del Pianto, come appello alla fraternità fra le religioni. Bella l’idea del QR code per le informazioni.
Per i presepi realizzati dai bambini primo premio per il presepe di pane allestito presso il Mulino Sapignoli a Poggio Berni.
Infine il Premio Speciale della Giuria quest’anno va all’Associazione Montecavallo, per l’idea, realistica originale e pertinente, di raffigurare, nei giorni precedenti il Natale, Maria nel suo tenero aspetto di mamma in attesa.
Riccardo Ghinelli

La mano grinza
Ieri con Riccardo e il navigatore satellitare ci siamo fatti una ventina di presepi da Cattolica a Savignano toccando anche Valliano, Torriana, Montebello, Castelvecchio… belli, curati nei particolari, meccanici e non, opere di singoli o di gruppi, tradizionali, concettuali e per non fare torto non mi soffermo su qualcuno in particolare.
Classificarli, tutti gli anni è un’ impresa, comunque le “colpe” sono quasi tutte di Riccardo. È lui il vero esperto che guarda, fotografa, trasmette e aspetta magari qualche mia osservazione, ma che ne so? Di fronte a quei piccoli e grandi “capolavori”, oltre alla nostra storia, ai tanti significati, al dentro in preghiera, sono anche ritornato (vedi presepi 2011) col pensiero a Federico Mistral, (libro della UTET aperto sul mio tavolo col gatto che ci dorme sopra) a quel suo <+cors>ll Natale nella Masseria<+testo_band> con la ricerca del ceppo, le tre candele accese sulla tavola, le lumache ed altre portate … ma in particolare a Mirèio (Mirella), una semplice storia d’amore fra un panieraio e la figlia sedicenne di un ricco massaro: “lo specchio più bello in cui si sia mai mirata la Provenza”. Un capolavoro da leggere e magari rileggere (premio
NobeI 1904), a quei versi nel cap. VII (<+cors>“ma, allorquando la sera del Natale, / sotto il suo padiglione siderale, / stringeva intorno al nonno una generazione, / una generazione che si assettava / alla tavola ch’egli dominava, / il vecchio, colla man grinza, appianava / ogni lite, impartendo la sua benedizione<+testo_band>”). Sì, con la “mano grinza” di quel vecchio che impartiva la’ benedizione, appianando ogni lite, mi ritrovo, la faccio mia. Del resto, diversamente fare il presepio non servirebbe a niente, sarebbe un perdere tempo e un’ abusiva occupazione di spazi. Mano grinza mai vista nei presepi, a cominciare da quello che negli anni cinquanta don Gino Maggioli faceva a Cerreto, ma di certo lì con gli autori e si spera coi tanti che vanno a visitarli e non solo. Boh, ma mi sa che anche papa Francesco I, per dire quello che ascoltiamo, leggiamo, apprezziamo, si guardi da sempre il presepe e … abbia letto Mirèio.
Vincenzo Sanchini

Servizio fotografico
di Riccardo Ghinelli