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LA LITURGIA DELLE ORE

Il Tempo è di Dio. Vivere la Pasqua ogni giorno

È il tema scelto dall’Ufficio Liturgico Diocesano in quest’anno giubilare dedicato alla preghiera. Gli aspetti teologici nell’intervista a don Andrea Turchini

Lunedì 11 novembre in Sala Manzoni si è svolto il primo incontro di formazione permanente per i ministri istituiti della Diocesi organizzato dall’Ufficio Liturgico Diocesano. Il tema scelto per questo anno giubilare è la Liturgia delle ore e, per l’occasione, è stato chiesto al riminese don Andrea Turchini di proporre la riflessione iniziale che darà il via al percorso dei prossimi mesi. Abbiamo chiesto a don Andrea di aiutarci a comprendere il valore di questa proposta.

Il Concilio ha proposto la Liturgia delle ore a tutti i battezzati, mentre tradizionalmente era riservata ai preti e ai religiosi. Per molti rimane ancora una celebrazione difficile. Perché?

“Vivere la Liturgia delle ore richiede di essere consapevoli di due dimensioni teologiche fondamentali della nostra esperienza cristiana che purtroppo – non sono presenti alla maggioranza dei battezzati.

Con il battesimo noi siamo stati immersi nel mistero pasquale, la nostra vita è stata trasformata e abbiamo punti di riferimento nuovi nel vivere la nostra quotidianità. San Paolo nelle sue lettere lo ricorda continuamente ai cristiani delle comunità da lui fondate: “se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù…” (Col 3,1). Tutto della nostra vita è stato rinnovato dal battesimo e la Liturgia delle ore ci aiuta a ricentrarci continuamente, più volte ogni giorno, su questa novità che deve penetrare la nostra vita fino a farci dire con san Paolo “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Essa, insieme alla partecipazione ai sacramenti, è la modalità più semplice e alla portata di tutti per favorire questa trasformazione pasquale della nostra vita”.

Come avviene questa trasformazione?

“È la seconda dimensione da recuperare. Con la Pasqua e l’effusione dello Spirito Santo, il Signore ci ha reso sacramento del suo corpo. La Chiesa, la comunità dei battezzati, è nel mondo sacramento di Cristo come ricorda quella antica preghiera “ Cristo ha le nostre mani, i nostri piedi, la nostra bocca… per incontrare gli uomini oggi”. Tutto ciò che la Chiesa vive, e in particolare ciò che accade durante la liturgia, è azione salvifica di Cristo. Nella Liturgia delle ore la Chiesa, e in essa ogni singolo battezzato, consente a Cristo di continuare a pregare il Padre. Ognuno che celebra la Liturgia delle ore la celebra “nella persona di Cristo” come afferma l’introduzione alla Liturgia delle ore al n. 108, è il sacramento di Cristo che prega il Padre.

Se non si parte da queste due premesse è difficile comprendere il senso di quanto ci viene proposto.”.

Molte persone affermano che preferiscono pregare in modo più spontaneo e che sentono lontani i testi della Liturgia delle ore, soprattutto i Salmi. Cosa ne pensi?

“Sono osservazioni vere. Infatti, la Liturgia delle ore non è “una preghiera personale”, ma liturgica. Nella celebrazione ogni battezzato si “ spoglia” della propria individualità per entrare in un “noi” più grande, che è il “ noi della Chiesa”.

Potremmo dire che proprio in questo atto di spogliazione individuale noi viviamo quotidianamente una dinamica pasquale: moriamo a noi stessi per rinascere in un corpo nuovo, il corpo di Cristo e della Chiesa, il corpo della risurrezione”.

Perché i Salmi sono così importanti?

“I Salmi sono stati pregati da Israele, da Gesù e dalla Chiesa. Per noi cristiani, chiamati a pregare “ nella persona di Cristo”, essi sono l’espressione più vicina alla preghiera di Cristo che abbiamo a disposizione perché la sua preghiera era nel medesimo istante pienamente umana e pienamente divina. Nelle parole di ogni salmo noi troviamo contemporaneamente una parola che l’uomo eleva a Dio come preghiera e una parola che Dio dice all’uomo per farsi conoscere e guidarlo nel cammino. Per questo la Chiesa fin dalle origini ha riconosciuto una grandissima importanza ai Salmi.”.

Ma come possiamo essere aiutati a pregarli essendo stati scritti centinaia di anni prima di noi ed essendo distanti dal nostro mondo culturale?

“La Tradizione della Chiesa ci offre tre piste per far diventare sempre di più i Salmi la nostra preghiera. La prima è semplice: pregando con fedeltà e perseveranza i Salmi noi assimiliamo le loro parole e lasciamo che pian piano diventino le nostre; i Padri della Chiesa ci ricordano che non siamo noi che preghiamo i Salmi, ma essi pregano in noi e ci insegnano a pregare.

La seconda ci richiede un piccolo sforzo di studio e approfondimento: i Salmi sono testi che si possono approfondire e studiare, soprattutto per pregarli da cristiani, alla luce del Vangelo e di quanto Gesù ci ha rivelato di Dio e del suo disegno di salvezza per il mondo. La Chiesa riconosce che essi, pur custodendo un inestimabile valore, rimangono imperfetti perché devono essere “compiuti” in Cristo, come ogni parola della prima alleanza.

La terza via è l’interpretazione di ogni singolo salmo che richiede di sintonizzarsi sullo specifico motivo di preghiera che esso propone (lode, supplica, …). Non si possono pregare i Salmi in modo neutro senza farsi coinvolgere nelle parole che si pronunciano.”.

Nelle Lodi mattutine e nei Vespri dobbiamo sempre ripetere alcuni cantici evangelici. Perché e qual è il loro significato?

“Il cantico di Zaccaria ( Benedictus), il canto di Maria ( Magnificat) e di Simeone nella Compieta ( Nunc dimittis) sono il vertice della celebrazione pasquale che noi viviamo nella Liturgia delle ore. Essi sono cantici evangelici pasquali che cantano la salvezza operata da Dio attraverso la Pasqua di Gesù. Egli, “ come sole che sorge dall’alto, ha liberato coloro che sedevano nelle tenebre e nell’ombra di morte”; ha “ rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili”, ha provocato, cioè, un ribaltamento totale delle logiche mortifere del mondo instaurando quelle del Regno di Dio e riconciliandoci con il Padre; infine, ha rivelato al mondo la sua salvezza per tutte le genti. Il canto di questi cantici evangelici, rinnovato nel corso di ogni giornata, rappresenta l’annuncio più semplice e immediato che ogni battezzato proclama al mondo attraverso la Liturgia delle ore, celebrazione del mistero pasquale nel tempo”.

Ma se una persona partecipa ogni giorno alla messa deve celebrare anche la Liturgia delle ore?

“La consuetudine della messa quotidiana è relativamente recente nella tradizione ecclesiale. Anch’essa è partecipazione al mistero pasquale attraverso l’Eucaristia. Ogni battezzato può mettere in relazione la celebrazione della Liturgia delle ore con l’Eucaristia domenicale, rinnovando la partecipazione al mistero pasquale ogni giorno della settimana; oppure diffondendo durante le varie fasi del giorno questa dinamica pasquale vissuta nell’eucaristia, rinnovando nei vari momenti della giornata l’immersione nel battesimo e nella comunione ecclesiale che viene proposta dalla Liturgia delle ore”.