Cinque ragazze con la voglia di libertà addosso, desiderose di affrontare la vita secondo le loro scelte e non secondo le imposizioni della società nella quale vivono. Mustang (il titolo si riferisce ai cavalli, metafora della vita libera che le ragazze vorrebbero raggiungere) racconta la Turchia di oggi, lontana dalla città, radicata in una periferia dove vigono ancora norme rigide e comportamenti prestabiliti, tra matrimoni combinati e regole ferree su ogni singolo aspetto della vita delle sorelle protagoniste di questo bel film, diretto da Deniz Gamze Ergüven, una coproduzione Francia, Turchia, Germania e Qatar (in corsa alla nomination per l’Oscar al miglior film straniero) dove le normali richieste delle fanciulle vengono automaticamente soffocate dalla repressione, dalla violenza e dai soprusi di uno zio autoritario (le ragazze sono orfane dei genitori) e di una nonna poco comprensiva. La ribellione appare inevitabile e sono bagni “scandalosi” al mare, fughe per andare allo stadio, litigi sulle decisioni matrimoniali e scappatelle romantiche con i giovani innamorati. La risposta non si fa attendere: sbarre alle finestre, punizioni, obblighi e soprusi, per domare le ribelli che cercano di costruirsi liberamente il loro futuro.
Gli esiti per le sorelle (cinque attrici di luminosa vitalità) saranno differenti e il film racchiude nei 97 minuti di racconto, ben orchestrati dal regista esordiente, uno sguardo emotivamente coinvolgente sul mondo adolescenziale femminile (viene in mente a tratti Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola) e una panoramica intensa sulle contraddizioni della Turchia attuale. Mustang mostra lo scontro tra la libertà e le assurde regole conservatrici che mortificano la condizione femminile.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani